{"id":1969,"date":"2001-08-31T00:00:00","date_gmt":"2001-08-30T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1969"},"modified":"2015-07-20T15:01:52","modified_gmt":"2015-07-20T13:01:52","slug":"dalle-politiche-per-limmigrazione-alle-polemiche-sui-clandestini-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dalle-politiche-per-limmigrazione-alle-polemiche-sui-clandestini-2\/","title":{"rendered":"Dalle politiche per l’immigrazione alle polemiche sui clandestini"},"content":{"rendered":"
La Giunta era in ferie ma la polemica c’\u00e8 stata lo stesso sui 900 milioni previsti gi\u00e0 nel Documento annuale di programmazione pubblicato nel Bur a febbraio 2001, destinati alle “politiche per l’immigrazione”. E’ bastata una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale che dava notizia della approvazione del programma di interventi in materia di immigrazione per provocare la reazione di Pietro Laffranco (An) e la replica di Stefano Vinti (Rc). Pi\u00f9 che le cose concrete decise nel piano regionale, accennate “di striscio”, la polemica ha riproposto il confronto aperto all’interno dello stesso governo Berlusconi sulla proposta di legge sull’immigrazione, di cui abbiamo riportato la valutazione della Caritas Italiana nel numero 29 del 3 agosto. Per Laffranco “l’immigrazione deve essere ridotta numericamente per crescere qualitativamente” mentre la Giunta regionale starebbe procedendo in modo “illogico, incongruente ed assolutamente non condivisibile” perch\u00e9 preparerebbe aumenti di tributi per gli umbri “gi\u00e0 pesantemente tartassati mentre si danno contributi per le politiche per l’immigrazione”. Laffranco contesta anche la validit\u00e0 dei programmi finanziati sottolineando che ve n’\u00e8 uno per la prevenzione del disagio psichico. Meglio sarebbe, per l’esponente di An, “se la Giunta regionale si facesse carico del disagio – quello s\u00ec autentico – dei tanti cittadini che subiscono l’assalto della cos\u00ec detta microcriminalit\u00e0, soprattutto extracomunitaria. E, meglio ancora, se con quei 900 milioni venissero coperte parte delle spese sostenute dalle imprese, in particolare artigiane e commerciali per l’installazione di sistemi di sicurezza; oppure ripartendo contributi ai cittadini che si stanno attrezzando con sistemi di allarme per le loro abitazioni”. “Riempire la citt\u00e0 di sbarre, telecamere e sirene” ha replicato Stefano Vinti, “non risolve il problema della sicurezza e non migliora le condizioni di vita degli immigrati”. Il capogruppo di Rifondazione Comunista a palazzo Cesaroni si \u00e8 schierato a difesa degli “irregolari”, degli immigrati senza permesso di soggiorno e quindi clandestini per la legge italiana. Vinti ha detto di condividere le tesi della Cgil, dell’Unione inquilini e dell’Unione immigrati di Perugia circa “la necessit\u00e0 di riconoscere agli immigrati i diritti fondamentali alla famiglia, alla casa, al lavoro, all’istruzione alla sanit\u00e0 e al voto”, sostenendo che “i cos\u00ec detti irregolari si trovano spesso in situazioni di emarginazione totale, senza residenza, senza la possibilit\u00e0 di avere un alloggio registrato, senza alcuna tutela per la salute e nell’impossibilit\u00e0 di compiere qualsiasi atto ufficiale”. Una decisa presa di posizione \u00e8 giunta dall’Associazione regionale Cisl per l’immigrazione, per bocca del presidente Francesco Ferroni. “Chiedere solamente la regolarizzazione dei clandestini – sostiene Ferroni – \u00e8 solo uno slogan. La Cisl presta da sempre la propria assistenza ai clandestini quando questi si rivolgono ai suoi uffici. Li tuteliamo anche nelle vertenze di lavoro irregolare dove spesso sono pesantemente sfruttati proprio per la loro condizione di clandestinit\u00e0”. L’esponente sindacale pone anche l’accento sulla necessit\u00e0 di “rivedere le norme sui rinnovi del permesso di soggiorno per chi non ha lavorato negli ultimi periodi. Se cos\u00ec non fosse – dice Ferroni – si punirebbe chi le regole le ha sempre rispettate e questo non \u00e8 giusto. Va anche detto che regolarizzare i clandestini non significa avere solo braccia da lavoro, come pensano molti, ma avere anche persone cui garantire gli stessi diritti di tutti, rispetto della loro cultura, casa e servizi”. I progetti per gli immigrati approvati in GiuntaIl Programma 2001 degli interventi in materia di immigrazione (previsto dalla L.R. n. 18\/90) proposto dall’assessore alle politiche sociali Gaia Grossi, \u00e8 stato approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria. 900 milioni di lire sono destinati al sostegno di circa 100 progetti che vanno dall’educazione interculturale, alla tutela dei diritti (salute, studio, identit\u00e0 culturale), all’informazione, ricerca e documentazione, ad iniziative sociali e ricreative, utili a favorire interrelazioni positive con la societ\u00e0 regionale ed a prevenire fenomeni di emarginazione e disagio. Gli interventi finanziati sono proposti da enti locali, soggetti pubblici, e, in maggioranza, dal “terzo settore”. Numerose le scuole impegnate ad ospitare corsi di lingua, laboratori didattici con mediatori culturali stranieri, a potenziare le proprie biblioteche, a dotarsi di nuovi sussidi audiovisivi. Tra le novit\u00e0 vi \u00e8 l’alfabetizzazione informatica per immigrati, le iniziative nel campo della prevenzione del disagio psichico e quelle in ambito carcerario e nei consultori. La maggior parte delle proposte ha l’obiettivo di sostenere percorsi d’integrazione degli immigrati e delle loro famiglie da un punto di vista culturale, sociale ed economico e sono interessati 23 comuni umbri di diverse dimensioni: S. Giustino, Citt\u00e0 di Castello, Umbertide, Montone, Gubbio, Gualdo Tadino, Valfabbrica, Foligno, Corciano, Perugia, Marsciano, Deruta, Bastia Umbra, Assisi, Spoleto, Terni, Narni, Amelia, Acquasparta, Arrone, Stroncone, Parrano, Porano. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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