{"id":1917,"date":"2001-07-20T00:00:00","date_gmt":"2001-07-19T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1917"},"modified":"2015-07-06T15:17:47","modified_gmt":"2015-07-06T13:17:47","slug":"oltre-ogni-attesa-il-motoraduno-con-ben-250-splendidi-esemplari-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/oltre-ogni-attesa-il-motoraduno-con-ben-250-splendidi-esemplari-2\/","title":{"rendered":"Oltre ogni attesa il motoraduno con ben 250 splendidi esemplari"},"content":{"rendered":"
Da vecchi motociclisti rischiamo di spendere qualche parola in pi\u00f9. Ma nessuno ce ne vorr\u00e0, perch\u00e9 la moto si \u00e8 rivelata ancora una volta, in maniera indiscutibile un grande motivo di aggregazione. Solamente pu\u00f2 comprenderci chi, nella mattinata di domenica 8 luglio, si \u00e8 preso la briga di portarsi sulla piazza del Duomo e si \u00e8 concesso alla insolita sorpresa di vedersi davanti agli occhi una folla variopinta di 250 sfavillanti motociclette con conduttori a fianco, di ogni marca e di ogni et\u00e0 a partire dal lontano 1932 fino ad oggi, tra le quali ovviamente il posto d’onore andava alla rappresentanza della prestigiosa moto Guzzi con i suoi ben 140 esemplari schierati in campo. Hanno atteso il momento della benedizione, impartita loro da un sacerdote dallo spalto, sotto la possente e solenne facciata del Duomo, e poi, con Dio, con rituale solennit\u00e0 fatto il giro della citt\u00e0, e con tanto di mascotte in testa, un minuscolo motociclista in erba, si son proiettati sul tappeto d’asfalto gi\u00e0 caldo incontro alla natura, all’abbraccio dei campi, dei boschi, dei vigneti e degli oliveti particolarmente felici nelle zone del tracciato, con il favore di un cielo vibrante e di un vento sapido di sapori. I primi onori di casa li ha offerti Baschi, dove la Pro loco si \u00e8 fatta letteralmente in quattro per distribuire squisiti dolcetti e rustici pure, innaffiati con l’ottimo del posto, non secondo a nessuno. Poi il serpentone rombante di circa due km ha aggredito le alture, inerpicandosi viepi\u00f9 ad ogni svolta, ed ha toccato cos\u00ec Montecchio e Cerreto per poi precipitare verso il lago di Corbara, sorpassandone lo specchio sfavillante senza tanto disagio, merc\u00e9 la gentile concessione dell’Ellettrogen. E poi ancora un’ altra pi\u00f9 decisiva impennata verso il massiccio del Peglia, con fermate programmate, dove volano bicchieri e biscotti in montante allegria, bont\u00e0 della gente di campagna dal cuore d’oro, a bordo delle siepi o magari nel fresco invitante di centenarie grotte, nell’ora che si faceva pi\u00f9 scottante. Merito anche dell’organizzazione che ha saputo coinvolgere uomini e cose in una girandola di trovate. Il tocco era passato da un pezzo, quando il serpentone, sempre rombante e ancora non sazio, usciva dalla breve valle del Chiani, ritrovato nelle vicinanze con la confluenza del Paglia, alla mossa del Palio, e si accingeva a valicare l’ultima rampa in vista di Morrano, dove i guerrieri della moto erano finalmente attesi per il fiero pasto. Che a dire il vero, non \u00e8 stato n\u00e9 scarso n\u00e9 privo di fantasia culinaria: fatto sta che al rombo dei motori \u00e8 subentrato quasi subito quello dell’appetito, che, a detta di tutti, si rivela sempre il miglior condimento. E’ qui, che soprattutto \u00e8 riemerso il valore morale del riuscito incontro, trofei ed attestati di riconoscimento ai meritevoli e, “dulcis in fundo”, il gesto di beneficenza, che sempre ha distinto il sodalizio dell’Agic. Il quarto trofeo \u00e8 andato al gruppo dei colli Sabini, il pi\u00f9 numeroso con ben 18 presenze; una coppa pure al gruppo Tarquini di Terni con 12 rappresentanti; ad altri gruppi di minore entit\u00e0 anche sono andati riconoscimenti vari; \u00e8 stato premiato il primo iscritto al motoraduno, un motociclista da Forl\u00ec; un premio \u00e8 stato riservato al pi\u00f9 anziano, 78 anni, ed uno al pi\u00f9 giovane, anni 19; ed anche la moto come moto ha avuto il suo momento di gloria, specie la moto Guzzi, della quale \u00e8 stata citata la pi\u00f9 vecchia, presene, classe 1932, e delle altre marche, una del 1934. Inoltre, sempre nel miglior spirito dell’intrapresa, una menzione particolarmente di onore \u00e8 stata riservata, tra i presenti, ad un conduttore portatore di handicap e, perch\u00e9 no? al piccolo Cristian, la mascotte pilota in erba di una minimoto. A tutti, con gentile pensiero, l’organizzazione, quale segno di ricordo e di riconoscenza, ha voluto offrire una confezione di vino di Orvieto ed una medaglia commemorativa con tanto di effigie del Duomo e copia di una lettera di ringraziamento che il Telefono Azzurro Rosa ha mandato in occasione dell’erogazione di un contributo da parte del sodalizio orvietano. Lettera che riportiamo qui, appresso. Non c’\u00e8 che dire: \u00e8 stata quella dell’8 luglio una domenica straordinaria, che si \u00e8 impressa a forti caratteri nel cuore e nell’animo dei cos\u00ec detti centauri, che tali non sono unicamente perch\u00e9 sanno unire al loro mezzo motorizzato quello spirito di umanit\u00e0 e di socialit\u00e0 che la societ\u00e0 e la materialit\u00e0 degli strumenti usati, rischia talvolta miseramente di uccidere o sopraffare. Il Telefono Azzurro Rosa ha cos\u00ec risposto a Scarponi, presidente Agci Orvieto: Brescia, 02\/06\/00. – “In un momento come quello attuale, quando molti si riempiono la bocca con la parola Solidariet\u00e0, ma pochi la mettono veramente in pratica, in una societ\u00e0 dominata dall’egoismo e dall’individualismo esasperato, gesti di concreta solidariet\u00e0 come quello da lei attuato, ci consentiranno di portare a compimento un progetto di grande utilit\u00e0 sociale: la Casa azzurro rosa. Stiamo infatti cercando di creare una struttura che preveda la realizzazione di numerose stanze, mini alloggi, studi per psicoterapia familiare, mediazione familiare, etc… al fine di consentire, in particolare ai bambini e alle donne vittime di violenza, di trovare in un unico centro, un punto di riferimento essenziale per riacquistare dignit\u00e0, fiducia nella vita e un sorriso. Noi ci auguriamo di poter ancora contare, in seguito sulla sua generosit\u00e0 e collaborazione, per proseguire la nostra iniziativa che, qualora realizzata, riuscirebbe a convogliare gran parte del disagio esistente nella nostra societ\u00e0. La ringraziamo ancora per averci aiutato a non vanificare tanti anni di serio impegno e le inviamo i nostri pi\u00f9 cordiali saluti”. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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