{"id":19124,"date":"2013-09-19T15:38:05","date_gmt":"2013-09-19T13:38:05","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=19124"},"modified":"2013-09-19T15:38:07","modified_gmt":"2013-09-19T13:38:07","slug":"il-dolore-e-la-trasfigurazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-dolore-e-la-trasfigurazione\/","title":{"rendered":"Il dolore e la trasfigurazione"},"content":{"rendered":"
\"Il<\/a>
Il concerto inaugurale al teatro Morlacchi a Perugia<\/figcaption><\/figure>\n

La Sagra musicale umbra \u00e8 entrata nel vivo. Domenica 15 settembre ha aperto la stagione con la messa in Duomo e la stessa sera al teatro Morlacchi si \u00e8 svolto il concerto inaugurale. Protagonista della serata l\u2019orchestra filarmonica di Praga, diretta da Jiri Belohlavek e con la partecipazione nell\u2019ultima parte del concerto della soprano Annalena Persson, che ha cantato il bellissimo inno di amore di Isotta per il suo amato Mild und leise, Mite e calmo<\/em>. Il concerto era diviso in due parti: la prima con Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92<\/em> la seconda con Richard Wagner Die Walkure, Gotterdammersung<\/em>, da Tristan und Isolde<\/em>. Due mondi diversi, affascinanti che si sono confrontati alla pari per genialit\u00e0 d\u2019ispirazione e complessit\u00e0 di scrittura musicale, nonch\u00e9 profondit\u00e0 di sentimento. Una grande serata molto apprezzata dal foltissimo pubblico, estremamente entusiasta, del quale facevano parte anche l\u2019attuale vescovo Bassetti e l\u2019emerito Chiaretti ed alcuni ecclesiastici della curia. Tema conduttore di questa 68a edizione \u201cLa trasfigurazione\u201d, un termine difficile, complesso, di non facile lettura, almeno nell\u2019immediato. \u201cUn titolo deve anche stimolare la fantasia – spiega Alberto Batisti<\/strong>, direttore della Sagra a cui abbiamo chiesto di spiegare questa scelta e in quale degli spettacoli in programma questo tema \u00e8 meglio rappresentato. \u201cNel percorso della Sagra la parola Trasfigurazione assume diversi significati: da quello antico che \u00e8 l\u2019equivalente latino e poi italiano di metamorfosi, cio\u00e9 cambiamento di condizione, per arrivare all\u2019acquisizione di un significato intensamente spirituale con l\u2019associazione all\u2019episodio evangelico della Trasfigurazione sul monte Tabor, dove il Cristo rivela la sua divinit\u00e0 agli apostoli: \u2018E videro una grande luce\u2019, dove avviene il passaggio dalla condizione corporea all\u2019immersione nella luce. Anche la musica \u00e8 trasfigurazione quando c\u2019\u00e8 la trasformazione del pensiero in suono e il suono in luce. Io ho cercato di proporre un programma dove si potessero cogliere tutti questi elementi\u201d.<\/p>\n

\"Alberto<\/a>
Alberto Batisti<\/figcaption><\/figure>\n

In quali opere lo spettatore ha potuto o potr\u00e0 cogliere questi elementi?<\/strong><\/p>\n

\u201cDirei nel concerto inaugurale, dedicato a Wagner, soprattutto nell\u2019ultimo pezzo Preludio e trasfigurazione di Isotta<\/em>, dove si assiste ad una uscita dalla condizione del tempo, dello spazio, della materia e Isotta, nell\u2019unirsi eternamente al cadavere di Tristano che \u00e8 morto, non intona un canto funebre, un canto di morte, ma – come dice Wagner – si trasfigura. Oppure nello Stabat mater<\/em> di Hayden, eseguito dall\u2019Accademia Hermans. \u00c8 un\u2019altra grande partitura consacrata alla trasfigurazione musicale del dolore, quello di Maria ai piedi della croce. Un dolore per la morte del Figlio, un dolore che finisce con la parola paradisi gloria<\/em> perch\u00e9 poi \u00e8 tutto un aprirsi alla speranza, con la consegna dei cuori a Maria che attraverso la trasfigurazione di questo dolore diventa via verso la gloria eterna del paradiso e della luce\u201d.<\/p>\n

Domenica 22 settembre la chiesa di San Bevignate a Perugia ospiter\u00e0 la parabola da chiesa Curlew River<\/em> di Benjamin Britten.<\/strong><\/p>\n

\u201c\u00c8 uno degli appuntamenti pi\u00f9 importanti dell\u2019intero programma, un\u2019opera che Britten, uno dei pi\u00f9 grandi compositori del \u2019900, realizz\u00f2 di ritorno da un viaggio in Giappone, dove era rimasto colpito da una rappresentazione teatrale tipicamente giapponese. Negli anni cerc\u00f2 di rielaborare la tipica tensione spirituale del teatro giapponese medievale, fatta di simboli, di concentrazione gestuale, in un linguaggio occidentale. Da qui nasce Curlew River<\/em> che non \u00e8 altro che una geniale fusione tra la stilizzazione simbolistica del teatro \u2018No\u2019 giapponese e la sacra rappresentazione liturgica medievale. La storia \u00e8 tratta da un antico autore giapponese del 1400: i protagonisti sono tutti uomini, dei religiosi. Entrano in scena cantando il gregoriano. C\u2019\u00e8 poi un abate, \u00e8 lui che racconta la storia che viene rappresentata dagli stessi religiosi. C\u2019\u00e8 una barca, in realt\u00e0 una vasca e un traghettatore. All\u2019improvviso entra una donna in preda alla follia per aver perso il figlio: vuole andare sull\u2019altra sponda del fiume, dove c\u2019\u00e8 un santuario miracoloso. Dopo varie insistenze riesce a farsi traghettare. Di l\u00e0 gli appare il figlio deceduto per un ultimo addio. Il finale si trasforma in un\u2019esperienza trascendente per la donna, per la quale l\u2019apparizione del fanciullo diventa occasione di redenzione, e da quel momento si libera dall\u2019insania mentale. \u00c8 la seconda volta che questa storia viene rappresentata in Italia – conclude Batisti – La prima occasione fu nel 1965 sempre per la Sagra musicale.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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