<\/a>Nel santuario di Sant\u2019Antonio di Padova a Terni, gremito da tantissimi fedeli che hanno trovato posto anche sul sagrato della chiesa, si \u00e8 tenuto l\u2019incontro comunitario di preghiera per la pace. Migliaia di persone hanno risposto in diocesi all\u2019accorato invito di Papa Francesco a pregare e digiunare per la pace in Siria e nel mondo.<\/p>\n\u201cAnche noi, stasera – ha detto il vescovo mons. Ernesto Vecchi<\/strong> -, ci sentiamo partecipi di quella catena di impegno per la pace che unisce tutti gli uomini e le donne di buona volont\u00e0. Siamo qui per fare eco \u2018al grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore dell\u2019unica grande famiglia che \u00e8 l\u2019umanit\u00e0\u2019\u201d. Tantissimi giovani, famiglie, anziani, gruppi e movimenti, sacerdoti e religiosi della diocesi hanno partecipato alla veglia presieduta dal Vescovo amministratore apostolico.<\/p>\nL\u2019incontro, animato da meditazioni e canti francescani, \u00e8 stato introdotto da letture tratte dal messaggio di Papa Francesco, dalle preghiere secondo le intenzioni del Papa e dalla lettura di una testimonianza delle monache trappiste di Azeir di Siria: \u201cNoi – raccontano le monache -, come cristiani, possiamo almeno offrire queste sofferenze e violenze alla misericordia di Dio unirle al sangue di Cristo che in tutti coloro che soffrono porta a compimento la redenzione del mondo. Cercano di uccidere la speranza, ma noi a questo dobbiamo resistere con tutte le nostre forze\u201d.<\/p>\n
Il secondo momento della veglia \u00e8 stato aperto dalla liturgia della Parola e dalla riflessione di mons. Vecchi: \u201cPer noi cristiani dire oggi fraternit\u00e0<\/em> significa un riferimento esplicito alla civilt\u00e0 dell\u2019amore<\/em>, la cifra che ci consente di dire che tutti i popoli appartengono all\u2019unit\u00e0 della famiglia umana. Ma il cristiano non deve cadere nell\u2019equivoco di una rifondazione puramente immanente (cio\u00e8 laicista) di valori cristiani, come \u00e8 accaduto con la famosa trilogia rivoluzionaria \u2018libert\u00e0, uguaglianza, fraternit\u00e0\u2019, concetti tipicamente cristiani, ma scippati e secolarizzati dalla Rivoluzione francese e dalla filosofia dei Lumi. Papa Francesco, durante la Gmg, ha fatto sue le parole del pensatore brasiliano Alceu Amoroso Lima: \u2018Quanti, in una nazione, hanno un ruolo di responsabilit\u00e0, sono chiamati ad affrontare il futuro con lo sguardo calmo di chi sa vedere la verit\u00e0\u2019. In tale prospettiva, la calma porta a scoprire la cultura dell\u2019incontro, nella quale tutti hanno qualcosa di buono da dare e tutti possono ricevere qualcosa di buono in cambio. Questo atteggiamento aperto, disponibile e senza pregiudizi, Papa Francesco lo definisce \u2018umilt\u00e0 sociale\u2019. Se vogliamo essere davvero operatori di pace \u2013 ha aggiunto mons. Vecchi – dobbiamo accogliere l\u2019insegnamento di san Giovanni Crisostomo, che ci chiede di sintonizzare la nostra vita su cinque frequenze: riconoscere i propri limiti e le colpe commesse; perdonare le offese ricevute; respirare la grazia di Dio nella preghiera; soccorrere i bisognosi e condividere le risorse; avere una giusta considerazione di s\u00e9, che si impara alla scuola di Ges\u00f9, che \u00e8 mite e umile di cuore. \u00c8 la fede in Cristo, vissuta con coerenza, che cambia la vita, sconfigge la violenza e promuove la pace!\u201d.<\/p>\nLa veglia si \u00e8 conclusa alle ore 24 dopo l\u2019adorazione eucaristica guidata sul tema della pace con scritti di Paolo VI, Giovanni Paolo II, del card. Carlo Maria Martini e don Tonino Bello. Sono stati raccolti anche dei fondi, equivalente del digiuno chiesto da Papa Francesco, che saranno destinate alle popolazioni della Siria.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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