{"id":1858,"date":"2001-06-22T00:00:00","date_gmt":"2001-06-21T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1858"},"modified":"2015-07-08T15:01:53","modified_gmt":"2015-07-08T13:01:53","slug":"anziani-per-ripensare-i-servizi-la-regione-non-deve-fare-da-se-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/anziani-per-ripensare-i-servizi-la-regione-non-deve-fare-da-se-2\/","title":{"rendered":"Anziani: per ripensare i servizi la Regione non deve fare da s\u00e9"},"content":{"rendered":"

Ottocentomila lire al mese per assistere l’anziano in casaL’Umbria \u00e8 una delle regioni pi\u00f9 vecchie d’Italia con i suoi 180 mila abitanti sopra i 65 anni d’et\u00e0. Non solo si vive pi\u00f9 a lungo ma nascono anche pochi bambini e questo alza il “peso” sociale degli ultra sessantenni. Fatto sta che la ‘terza et\u00e0’ \u00e8 una realt\u00e0 che pone gli amministratori davanti alla necessit\u00e0 di riprogrammare i servizi sanitari e sociali pensando alle loro necessit\u00e0.Gli acciacchi, a volte anche pesanti, che colpiscono anziani e loro famiglie, quando si chiamano ‘demenza senile’ o ‘Alzheimer’ sono un problema serio perch\u00e9 non sempre mariti o mogli o figli riescono a portare la fatica di una assistenza in casa ventiquattr’ore su ventiquattro. Per questo l’annuncio fatto dall’assessore regionale alla Sanit\u00e0 Maurizio Rosi \u00e8 stato accolto con un “era ora!”. Ha promesso ottocentomila lire al mese per quelle famiglie con anziani a carico che soffrono di gravi patologie.Una cifra che rappresenta una boccata d’ossigeno, un aiuto in pi\u00f9 nell’assistenza giornaliera. Potrebbero essere ventimila le famiglie umbre interessate all'”assegno di cura” ed alle altre forme di aiuto domiciliare indicati da Rosi come come scelta politica prioritaria per far s\u00ec che gli anziani rimangano finch\u00e9 \u00e8 possibile nella casa e tra le persone che amano. Il ricovero in un istituto non \u00e8 una vera soluzione per nessuno, \u00e8 stato detto al convegno organizzato dall’Assessorato regionale alla sanit\u00e0 gioved\u00ec 14. Si parlava di come valutare la qualit\u00e0 dei servizi ed il metodo sperimentato e presentato sar\u00e0 utilizzato, ha annunciato Rosi, per la verifica del piano sanitario regionale programmata per il prossimo settembre. Sar\u00e0 raccolta l’opinione degli utenti dei servizi e dei loro familiari, oltre a quella degli operatori e degli enti locali. Al covegno regionale gli assessori Rosi e Piccioni hanno espresso seria preoccupazione per l’ipotesi che il Governo proceda verso forme di assistenza legate alle assicurazioni private che non garantiscono chi \u00e8 troppo in l\u00e0 con gli anni. Sull’assegno di cura i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito che oltre all’assegno, proposto dalla Regione dietro loro richiesta, sono ancora da affrontare le questioni riguardanti le liste d’attesa, il badantato ed altre. Sul versante sociale le organizzazioni sindacali – \u00e8 detto in una nota congiunta – intendono richiedere un incontro con il nuovo assessore regionale, Gaia Grossi, “per dare seguito alle rivendicazioni contenute nella nostra piattaforma unitaria, con particolare rilievo per la costituzione in Umbria di un fondo a favore degli anziani non autosufficienti”. Dalla relazione che il prof. Pierluigi Grasselli ha tenuto al Seminario regionale “Servizi agli anziani e prospettive del welfare il Umbria” – organizzato dall’UCID (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) il 16 giugno scorso a Perugia – \u00e8 emerso sostanzialmente che si \u00e8 ancora lontani da un assetto soddisfacente dei servizi sia domiciliari che residenziali. Un dato va sottolineato: la consistente espansione dell’offerta di Residenze per anziani che si \u00e8 avuta negli ultimi anni: dal 1997 a oggi le Case di riposo sono passate da 74 a 122, di cui solo 33 in possesso dei requisiti necessari, 13 in attesa di certificazione e ben 86 sprovviste dei necessari attestati. Una tale situazione, rispetto alle previsioni del Piano Sociale regionale, rileva un deficit di recettivit\u00e0 pari a 650 posti (215 nelle Residenze Sanitarie Assistite e 435 nelle Residenze Protette). Per cui il quadro complessivo che emerge in Umbria \u00e8 di una marcata inadeguatezza sia quantitativa che qualitativa. A fronte di un tale stato di cose il Grasselli ha posto l’accento su diverse questioni rilevanti tra cui il sistema di regolazione sociale finalizzato a perseguire la “qualit\u00e0 totale” dei beni e dei servizi alla persona anziana attraverso processi di costruzione sociale delle regole che coinvolgano tutti i soggetti interessati, dalle istituzioni agli stessi cittadini utenti. Sta qui la vera questione centrale del riassetto del welfare in Umbria, come del resto propugnato dalla stessa Legge quadro sull’assistenza approvata dal Parlamento nel novembre 2000. Una legge che mentre mette a disposizione pi\u00f9 risorse economiche per i nuovi servizi sociali territoriali, sposta l’accento sulla capacit\u00e0 dei diversi soggetti istituzionali e sociali di lavorare insieme. Ci\u00f2 implica adottare nuove strategie organizzative e gestionali: pi\u00f9 che porre l’accento sui costi dei servizi rivolti agli anziani – e quindi preoccuparsi unicamente delle spese, magari per vedere come e dove tagliarle – \u00e8 meglio spostare l’attenzione sugli attori e sul rapporto tra pubblico e privato, con la coscienza che proprio da questa diversa impostazione ne deriva un vantaggio per le casse pubbliche. Tale nuova prospettiva gestionale \u00e8 particolarmente urgente in Umbria stante l’antica tradizione dirigista e l’atteggiamento diffidente o strumentale o discriminatorio che ancora persiste nei confronti delle iniziative del Privato sociale.Per cui l’impegno intelligente ed aperto delle istituzioni dovr\u00e0 essere orientato verso la messa a rete dei diversi soggetti pubblici (Aziende Asl, Comuni) e privati (3’Settore, volontariato, reti familiari e parentali). La logica dovr\u00e0 essere quella di promuovere la rete come coalizione sociale per il governo dei processi (dall’analisi dei bisogni, alla realizzazione dei servizi, al controllo degli standard di qualit\u00e0). Una coalizione formata da soggetti disposti a cooperare e allo stesso tempo a competere. A cooperare perch\u00e9 partecipano a pari titolo alla costruzione dei servizi di qualit\u00e0. A competere perch\u00e9, senza alcuna omologazione, stanno sul mercato sociale con la propria professionalit\u00e0, specificit\u00e0 e intraprendenza. Ma affinch\u00e9 la competizione sia leale occorre che si realizzino le condizioni di pari opportunit\u00e0 a partire dal possesso delle informazioni necessarie per partecipare al processo decisionale sino alla fissazione trasparente e controllata dei criteri di qualit\u00e0 a cui i servizi residenziali o semiresidenziali per gli anziani e gli enti produttivi debbono conformarsi (norme edilizie – comprese le barriere architettoniche – ed igienico sanitarie, sicurezza degli ambienti, norme assicurative, qualificazione del personale, rispetto dei contratti di lavoro, carta dei servizi, qualit\u00e0 del contesto ambientale, qualit\u00e0 delle relazioni interpersonali, professionalit\u00e0 degli operatori, grado d’inserimento della struttura nel contesto comunitario e cos\u00ec via). Impegno innovativo quindi per le istituzioni pubbliche chiamate con imparzialit\u00e0 a promuovere, sostenere e valorizzare i soggetti del privato sociale, ma innovativo anche per gli stessi soggetti sociali che debbono diventare sempre pi\u00f9 interlocutori rappresentativi e autorevoli delle istituzioni superando ogni frammentazione e la tentazione sempre presente di autoreferenzialit\u00e0. Occorre invece dotarsi di una rappresentanza il pi\u00f9 possibile unitaria. In una realt\u00e0 come l’Umbria questo obiettivo \u00e8 particolarmente urgente per i soggetti del privato sociale di area cattolica. Negli ultimi tempi, da pi\u00f9 parti, \u00e8 stata espressa l’esigenza di un diverso raccordo e coordinamento tra le Fondazioni o Enti o Istituzioni religiose che gestiscono strutture residenziali per anziani o disabili. Ora \u00e8 necessario procedere: per uno scambio continuo di vedute, di esperienze, e di problematiche; per darsi una rappresentanza unitaria capace d’interagire e trattare con le Istituzioni (Regione, Asl, Comuni) e con i soggetti privati (sindacati, 3’settore); per essere soggetto culturale ed educativo nell’affrontare le problematiche degli anziani e le ricadute sul versante della famiglia , della societ\u00e0, delle relazioni intergenerazionali; per promuovere i valori della solidariet\u00e0, della condivisione, dell’attenzione preferenziale ai poveri.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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