{"id":17709,"date":"2013-06-27T16:31:04","date_gmt":"2013-06-27T14:31:04","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=17709"},"modified":"2021-03-26T16:51:59","modified_gmt":"2021-03-26T14:51:59","slug":"la-ricetta-delleconomista-stefano-zamagni-per-far-ripartire-il-progetto-europa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-ricetta-delleconomista-stefano-zamagni-per-far-ripartire-il-progetto-europa\/","title":{"rendered":"La ricetta dell\u2019economista Stefano Zamagni per far ripartire il progetto Europa"},"content":{"rendered":"

\"parlamento-europeo\"<\/a>Europa tradita dal miraggio della moneta unica, che ha appannato lo scopo di unit\u00e0 politica per cui era nata. Europa a due velocit\u00e0, con una Germania che detta le agende politiche e finanziarie, e un\u2019area mediterranea che non ha saputo adeguatamente conciliare sviluppo e austerit\u00e0. In tempi di crisi, si cercano ricette e capri espiatori, ma uscire dallo stallo \u00e8 difficile e un\u2019intera generazione ne sta duramente pagando le conseguenze.<\/p>\n

Ne parliamo a Bruxelles con l\u2019economista Stefano Zamagni<\/strong>, a margine della Settimana della speranza, promossa dai Vescovi della Comunit\u00e0 europea (Comece), dove il docente ha partecipato a un incontro presentando a un folto pubblico la figura di san Bernardino da Siena e il suo pensiero economico.<\/p>\n

Cosa \u00e8 andato male in Europa?<\/strong><\/p>\n

\u201cNon ha funzionato il fatto che il pensiero e l\u2019opera dei fondatori del grande progetto europeo – De Gasperi, Adenauer e Schuman – non sono stati pi\u00f9 seguiti a partire dagli ultimi 20 anni. L\u2019Unione europea doveva essere il punto di arrivo di un processo che, partendo dalla realt\u00e0 economica, avrebbe dovuto condurre all\u2019unificazione politica. \u00c8 accaduto invece che, a partire dagli anni Novanta, per tutta una serie di ragioni, la nuova classe dirigente europea dei diversi Paesi ha dimenticato il fine<\/em> e si \u00e8 andati avanti con i mezzi<\/em>, cio\u00e8 la moneta unica e, in generale, la dimensione monetaria, senza riguardo alcuno nei confronti dell\u2019unificazione politica. L\u2019arrivo, quindi, nel 2008 della crisi economica e finanziaria dagli Stati Uniti si \u00e8 abbattuto come una tempesta su un corpo gi\u00e0 debilitato, producendo gli effetti che stiamo vivendo\u201d.<\/p>\n

Come ridare fiato all\u2019economia dei Paesi che sono obbligati dall\u2019Europa a rimettere in ordine i conti?<\/strong><\/p>\n

\u201cIl punto \u00e8 un altro: cio\u00e8, che in Italia, come pure in Spagna, per non parlare di Grecia e Portogallo, abbiamo avuto nell\u2019ultimo decennio una classe politica che non ha fatto tesoro del noto aforisma che Platone enuncia nel Fedro: \u2018Il solco sar\u00e0 dritto e il raccolto abbondante se i due cavalli che trainano l\u2019aratro procedono alla stessa velocit\u00e0\u2019. Perch\u00e9 se un cavallo corre pi\u00f9 veloce dell\u2019altro, il solco piega a destra o a sinistra e il raccolto non c\u2019\u00e8. Questa metafora di Platone si applica al nostro caso. I due cavalli sono, da un lato, l\u2019austerit\u00e0 che vuol dire mettere a posto i conti, ma l\u2019altro cavallo \u00e8 lo sviluppo. Negli ultimi anni i nostri Governi hanno fatto andare avanti solo il cavallo dell\u2019austerit\u00e0 e non hanno fatto marciare l\u2019altro cavallo\u201d.<\/p>\n

\u00c8 il nodo su cui si \u00e8 impantanata l\u2019Italia. Cosa d\u00e0 allora fiato allo sviluppo?<\/strong><\/p>\n

\u201cDanno fiato allo sviluppo tre cose. Primo, l\u2019abbattimento dei costi della burocrazia, della politica e, pi\u00f9 in generale, della rendita. La seconda azione \u00e8 la lotta all\u2019evasione fiscale. L\u2019evasione fiscale in Italia \u00e8 di 120 miliardi di euro all\u2019anno. Pensiamo a quante cose si possono fare con quei soldi. Non \u00e8 un caso se la Cei non perde occasione per denunciare l\u2019evasione fiscale. Anche l\u2019ultimo discorso del card. Bagnasco va in questa direzione: l\u2019evasione fiscale contraddice il settimo Comandamento. \u00c8 una forma di furto perch\u00e9 \u00e8 una violazione della giustizia contributiva. Il terzo provvedimento \u00e8 la pluralizzazione delle imprese che operano nel mercato. Non possiamo pensare che basti potenziare l\u2019impresa di tipo capitalistico per uscire dalle secche attuali. A fianco delle imprese capitalistiche deve poter operare – a parit\u00e0 di condizioni – l\u2019impresa sociale, l\u2019impresa civile, cio\u00e8 tutte quelle forme d\u2019imprese che corrispondono a quelle che noi chiamiamo organizzazioni a movente ideale\u201d.<\/p>\n

La speranza?<\/strong><\/p>\n

\u201cLa mia grande speranza risiede oggi nella Scuola di economia civile che, dal prossimo settembre, partir\u00e0 a Loppiano, aggregando un gruppo di 50 accademici italiani di diverse Universit\u00e0, economisti, giuristi, aziendalisti, sociologi. La nostra idea \u00e8 che l\u2019Italia potr\u00e0 uscire da questa situazione soltanto se rimette in moto e al lavoro la societ\u00e0 civile organizzata, e chiederemo lobby<\/em> al Parlamento per modificare tutte quelle leggi, lacci e lacciuoli che finora hanno strangolato la dimensione economica delle societ\u00e0 civile. Anche perch\u00e9 questo tipo di imprese hanno una caratteristica: sono generatori di posti di lavoro. Non sono ad alta intensit\u00e0 di capitali, sono imprese ad alta intensit\u00e0 di lavoro e, quindi, potrebbero facilmente reimmettere nel circuito produttivo almeno 600 mila persone che oggi sono disoccupate\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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