{"id":17666,"date":"2013-06-27T14:27:22","date_gmt":"2013-06-27T12:27:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=17666"},"modified":"2013-06-27T14:27:23","modified_gmt":"2013-06-27T12:27:23","slug":"conferenza-di-tela-umbra-solo-con-la-cultura-si-mangia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/conferenza-di-tela-umbra-solo-con-la-cultura-si-mangia\/","title":{"rendered":"Conferenza di Tela umbra: \u201cSolo con la cultura si mangia\u201d"},"content":{"rendered":"
\"Visitatori<\/a>
Visitatori alla mostra di Anselm Kiefer<\/figcaption><\/figure>\n

Il 22 giugno, in sala degli Specchi, organizzata da Tela umbra, si \u00e8 tenuta una conferenza seminariale sul tema \u201cSolo con la cultura si mangia\u201d. Ha introdotto l\u2019argomento Fabrizio Coltrioli<\/strong>, presidente dell\u2019associazione \u201cAlice Hallgarten\u201d, che, dopo aver ringraziato i presenti e le autorit\u00e0 intervenute, ha fatto presente che negli ultimi tre anni la produzione di Tela umbra si sta esaurendo. Ha esaminato inoltre la situazione che si riscontrava nel territorio alcuni decenni fa nella produzione agricola, nel tabacco, e in quella meccanica, con una politica del credito che ha subito ormai profonde trasformazioni. Di fronte a un modello che non regge pi\u00f9, \u00e8 indispensabile trovare nuovi sistemi, sulle basi di una cultura che in Italia viene trascurata e sui cui bisogna investire.<\/p>\n

L\u2019assessore regionale alla Cultura, Fabrizio Bracco<\/strong>, ha osservato a sua volta che nel nostro Paese il progressivo declino va di pari passo col declino culturale. In Italia si investe circa un terzo di quello che investono altri Paesi nella ricerca scientifica e tecnologica. C\u2019\u00e8 anche bisogno di mano d\u2019opera specializzata, per evitare la fuga di imprese verso Paesi dai costi di mano d\u2019opera inferiore. \u201cOccorre quindi – ha detto – un nuovo modello di sviluppo, ripartendo dalla nostra storia e con la conversione delle nostre qualit\u00e0 produttive. Siamo un crocevia dell\u2019Italia e, per quanto riguarda i nostri musei e le eccellenze dei nostri luoghi, \u00e8 importante fare sistema con la Regione\u201d.<\/p>\n

Il presidente della provincia di Perugia Marco Guasticchi<\/strong> ha ricordato, a proposito di valorizzazione dei nostri beni, come, sulla base di una mostra alla Rocca paolina, siano stati creati rapporti in campo culturale con Seul, e anche come, senza ulteriori spese, vi siano nelle nostre citt\u00e0 contenitori di prestigio in cui esporre quelle opere che non trovano spazio nelle Gallerie. Quanto alla Tela umbra, prodotto di alto livello, oggi esposta solo a Citt\u00e0 di Castello, potrebbe ben trovare spazio anche alla Rocca paolina.<\/p>\n

L\u2019assessore comunale Michele Bettarelli<\/strong>, dopo aver affermato che la cultura deve essere anche fonte di reddito, ha ricordato la messa in rete di musei e opere d\u2019arte di 13 Comuni dell\u2019Umbria e della Toscana, cui si possono ancorare progetti di marketing territoriale. Tra le varie realizzazioni effettuate e in programma a Citt\u00e0 di Castello, la mostra di Kiefer che si terr\u00e0 in omaggio a Burri. Tanti gli interventi, in cui si \u00e8 trattato di solidariet\u00e0, dell\u2019uso dei fondi comunitari, della tassazione in Italia, dell\u2019istituzione di fattorie didattiche alla scuola di Rovigliano, e molto altro ancora.<\/p>\n

I Franchetti<\/h3>\n

Sono troppo note le figure di Leopoldo Franchetti<\/strong> e di Alice Hallgarten Franchetti<\/strong> per richiamarsi qui a una loro biografia. Ambedue ebbero profondi interessi sociali, in cui trov\u00f2 ampio spazio la cultura e furono fautori di rivoluzionari cambiamenti nel mondo loro vicino. Nel 1901, per iniziativa di Alice venne aperta, presso la loro dimora di Villa Montesca, la prima scuola rurale destinata ai figli dei contadini. Segu\u00ec nel 1902 l\u2019apertura di un\u2019altra scuola nella tenuta Franchetti di Rovigliano. Del metodo seguito, osservazione della natura e apprendimento della lingua indispensabile per comunicare, fanno fede quaderni e sussidi didattici conservati e spesso esposti. Nel 1909 Maria Montessori<\/strong> fu invitata a tenere a Villa Montesca il suo corso innovativo e scriver\u00e0 l\u00ec il suo Metodo<\/em>.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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