{"id":17559,"date":"2013-06-20T18:08:52","date_gmt":"2013-06-20T16:08:52","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=17559"},"modified":"2013-06-20T18:08:54","modified_gmt":"2013-06-20T16:08:54","slug":"ast-agire-dallalto-e-in-fretta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ast-agire-dallalto-e-in-fretta\/","title":{"rendered":"Ast: agire dall\u2019alto, e in fretta"},"content":{"rendered":"
\"Il<\/a>
Il comizio durante la manifestazione di protesta dell\u2019Ast<\/figcaption><\/figure>\n

L’Umbria si \u00e8 schierata compatta nella manifestazione a difesa dell\u2019Acciaierie di Terni. I dati forniti dell\u2019assessore regionale Fabio Paparelli danno il senso dell\u2019importanza del sito produttivo ternano, per la regione ma anche per l\u2019intero Paese: \u201cLe Acciaierie impiegano 2.862 lavoratori diretti, generano un indotto di circa 110 milioni, con 1.000 dipendenti e oltre 100 aziende. Ast incide pi\u00f9 del 20 per cento sul prodotto interno lordo regionale, e ne rappresenta il 38 per cento dell\u2019export. Una risorsa non solo per Terni e per l\u2019Umbria, ma anche, e soprattutto, per il futuro siderurgico dell\u2019Italia e dell\u2019Europa\u201d. Il problema principale \u00e8 il mantenimento della capacit\u00e0 produttiva del sito industriale, che potrebbe essere messo in pericolo da questa attesa snervante per la vendita annunciata dalla multinazionale finlandese Outokumpu, con il ridimensionamento delle funzioni e della capacit\u00e0 di mercato. In questo contesto, il futuro dell\u2019Ast si gioca a livello nazionale ed internazionale, da Roma a Bruxelles, considerato il fatto che l\u2019acciaio \u2013 come ha fatto rilevare la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini<\/strong> \u2013 \u201cviene prodotto in tutte le parti del mondo e venduto anche in Europa da produzioni che vengono dalla Cina, dall\u2019India e dal Nord America, motivo per il quale anche le Acciaierie di Terni devono essere salvaguardate in questa loro capacit\u00e0 competitiva che hanno acquisito nel corso degli anni\u201d. \u00c8 essenziale il ruolo congiunto e unitario di istituzioni, sindacati, forze politiche a favore di un\u2019eccellenza produttiva italiana per la tutela dell\u2019occupazione in un momento tanto difficile. La preoccupazione resta un\u2019altra: quando si mette in moto un meccanismo globale, in cui le decisioni vengono prese a livello internazionale sulla base di logiche finanziarie, \u00e8 difficile che le istituzioni locali possano incidere in qualche maniera. \u00c8 doveroso far sentire in ogni sede \u2013 la settimana scorsa c\u2019\u00e8 stato un incontro tra i rappresentanti degli enti locali umbri con il commissario europeo per la concorrenza, Joaquin Almunia<\/strong> \u2013 ma diventa difficile immaginare altro. Le istituzioni locali possono incidere ben poco, sono praticamente impotenti, c\u2019\u00e8 bisogno di un Governo che lotti con forza per ottenere un risultato, e nel pi\u00f9 breve tempo possibile. Ecco, la partita dell\u2019acciaio deve essere condotta in modo diverso dalla questione del polo chimico ternano. Anche l\u00ec \u2013 per motivi diversi rispetto ai vincoli della Commissione europea \u2013 una multinazionale, in questo caso americana, la Lyondell Basell, ha deciso di chiudere, senza avere problemi di mercato, la sede ternana. La trattativa per rilevare l\u2019area industriale non \u00e8 andata ancora a buon fine, nonostante l\u2019impegno annunciato della Regione, perch\u00e9 la multinazionale ha rilanciato un prezzo molto pi\u00f9 alto, 17 milioni di euro, rispetto ai 6,5 proposto a un consorzio costituito da pi\u00f9 soggetti, facendo immaginare una volont\u00e0 di speculare sull\u2019area. E la decisione sul futuro della Basell slitta. Per l\u2019Ast occorre, invece, fare in fretta.<\/p>\n

Sullo stesso argomento:<\/p>\n

Tutti, anche la Chiesa, a difesa dell’acciaio<\/p>\n

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