{"id":17533,"date":"2013-06-20T17:44:53","date_gmt":"2013-06-20T15:44:53","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=17533"},"modified":"2021-03-26T16:51:59","modified_gmt":"2021-03-26T14:51:59","slug":"giornata-del-rifugiato-i-dati-senza-precedenti-in-umbria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giornata-del-rifugiato-i-dati-senza-precedenti-in-umbria\/","title":{"rendered":"Giornata del rifugiato: i dati \u201csenza precedenti\u201d in Umbria"},"content":{"rendered":"
\"Un<\/a>
Un gruppo di rifugiati libici
ospitati a Colleumberto nel 2011<\/figcaption><\/figure>\n

Ieri, 20 giugno, ricorreva la Giornata mondiale del rifugiato. Un fenomeno, quello della fuga dai Paesi in guerra, e non solo, che continua a interessare l\u2019Europa – e l\u2019Italia, e l\u2019Umbria – con cifre impressionanti. Si tratta di un flusso ormai tutt\u2019altro che \u201cimprovviso\u201d, ma che continua a non trovare soluzioni adeguate.<\/p>\n

Per quanto riguarda l\u2019Europa, sono oltre 100 mila le persone provenienti da Paesi terzi che hanno ricevuto protezione nell\u2019\u201cUe a 27\u201d nel corso del 2012. Fuggitivi provenienti soprattutto da Siria, Afghanistan e Somalia, ma anche da Guinea, Bielorussia, Iraq, Russia.<\/p>\n

I dati sono contenuti in un corposo rapporto pubblicato da Eurostat, ufficio statistico dell\u2019Unione europea, che fissa per l\u2019esattezza a 102.700 le domande accolte lo scorso anno dai Paesi aderenti all\u2019Unione, con in testa la Germania (22.200 richieste di protezione internazionale accettate), seguita da Svezia (15.300), Regno Unito (14.600), Francia (14.300). L\u2019Italia \u00e8 attorno alle 9.000 richieste accettate. I gruppi nazionali che hanno beneficiato del maggior numero di richieste accettate sono i siriani (oltre 18 mila), gli afghani (oltre 13 mila), i somali (8 mila).<\/p>\n

Nel 2012 le autorit\u00e0 dei 27 Stati Ue hanno valutato per\u00f2 oltre 400 mila domande di protezione: ci\u00f2 significa che il tasso positivo di riconoscimento della protezione (asilo, status di rifugiato, protezione umanitaria) non va oltre il 28% delle domande pervenute.<\/p>\n

In Umbria<\/strong>, a causa delle ondate di immigrazione dal Nord Africa \u00e8 stata messa a dura prova – ma ha retto – la rete di accoglienza predisposta tra il 2010 e il 2011. L\u2019anno successivo, tra il 2011 e il 2012, sono infatti diventati 706 i richiedenti asilo e rifugio nella nostra regione, cio\u00e8 8 volte pi\u00f9 del previsto.<\/p>\n

A distanza di tre anni dalla pubblicazione del primo Rapporto<\/em> regionale sul Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) in Umbria, l\u2019Anci regionale (Associazione dei Comun) ha presentato all\u2019inizio di giugno i dati relativi al secondo Rapporto<\/em>, che rientra nell\u2019ambito del progetto \u201cDiritto di essere in Umbria\u201d.<\/p>\n

Ne risulta che a seguito delle cosiddette \u201cprimavere arabe\u201d il fenomeno, negli ultimi due anni, ha comportato importanti cambiamenti sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, della rete Sprar. Sono – come detto – 706 i richiedenti asilo e i rifugiati accolti tra il 2001 e la fine di giugno 2012 in Umbria, provenienti da 44 Paesi, a fronte dei 92 posti disponibili. Di queste 706 richieste di accoglienza, l\u201980 per cento \u00e8 stata avanzata da uomini: il 57 per cento ha riguardato uomini adulti tra i 18 e i 27 anni.<\/p>\n

Per le tipologie: in questi 11 anni, il 23 per cento dei richiedenti ha chiesto protezione umanitaria, il 16 per cento protezione sussidiaria, il 15 per cento di essere riconosciuto come rifugiato e il 46 per cento lo status di asilo.<\/p>\n

La rete Sprar<\/strong> ha insomma sub\u00ecto uno stravolgimento dalla fine del 2010 e l\u2019inizio del 2011 con l\u2019ondata di immigrazione proveniente dai Paesi del Nord Africa. Basti pensare che l\u2019emergenza \u201cEna\u201d ha portato in Umbria in poco pi\u00f9 di un anno lo stesso numero accolto nei precedenti 11 anni. Una emergenza che l\u2019Umbria ha per\u00f2 saputo gestire bene grazie alla sinergia tra Protezione civile, Regione, Anci, Arci e Caritas.<\/p>\n

\u201cL\u2019immigrazione in quest\u2019epoca \u2013 ha affermato il presidente di Anci Umbria, Wladimiro Boccali<\/strong> \u2013 non pu\u00f2 essere considerata una \u2018emergenza\u2019 e non pu\u00f2 essere affrontata con politiche demagogiche. Lo sa chi sta nel territorio, i Comuni e le associazioni, consapevoli che bisogna creare una rete di accoglienza, che \u00e8 un insieme di diritti e doveri, quale quella Sprar\u201d.<\/p>\n

La vice presidente regionale Carla Casciari<\/strong> si \u00e8 soffermata su come l\u2019Umbria in poco tempo sia riuscita ad attrezzarsi al meglio per fronteggiare l\u2019emergenza Nord Africa. \u201cLa nostra Costituzione – ha ricordato – sancisce il diritto all\u2019asilo a coloro che subiscono violenze e soprusi nei loro Paesi di origine. Naturalmente in questo momento particolare occorre fare una riflessione, evitando la caccia alle streghe\u201d.<\/p>\n

L\u2019appello del Papa<\/h3>\n

Papa Francesco<\/strong> mercoled\u00ec ha lanciato un doppio appello: ad aiutare le famiglie rifugiate e a \u201cdifendere la vita in tutte le sue dimensioni e in tutte le sue fasi\u201d. Riferendosi al tema della Giornata mondiale del rifugiato, il Vescovo di Roma ha ricordato che \u201cquest\u2019anno siamo invitati a considerare specialmente la situazione delle famiglie rifugiate, costrette spesso a lasciare in fretta la loro casa e la loro patria e a perdere ogni bene e sicurezza per fuggire da violenze, persecuzioni, o gravi discriminazioni a motivo della religione professata, dell\u2019appartenenza ad un gruppo etnico, delle loro idee politiche. Oltre ai pericoli del viaggio, spesso queste famiglie si trovano a rischio di disgregazione e, nel Paese che le accoglie, devono confrontarsi con culture e societ\u00e0 diverse dalla propria\u201d.<\/p>\n

Sullo stesso argomento:<\/p>\n

Rifugiati: l\u2019intervento di mons. Bassetti<\/p>\n

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