{"id":17329,"date":"2013-06-13T13:25:36","date_gmt":"2013-06-13T11:25:36","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=17329"},"modified":"2015-07-20T15:36:05","modified_gmt":"2015-07-20T13:36:05","slug":"rifiuti-la-raccolta-che-fa-la-differenza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/rifiuti-la-raccolta-che-fa-la-differenza\/","title":{"rendered":"Rifiuti: la raccolta che fa la differenza"},"content":{"rendered":"

\"famiglia-raccolta-differenziata\"<\/a>Gli umbri stanno imparando a differenziare i rifiuti, che non finiscono pi\u00f9 tutti nello stesso sacchetto. Si recuperano carta, plastica, vetro, metalli e altri materiali riutilizzabili. La met\u00e0 delle 500 mila tonnellate di rifiuti all\u2019anno continuano per\u00f2 ad accumularsi nelle sei grandi discariche dell\u2019Umbria, che stanno per riempirsi.<\/p>\n

Ci sono ancora quattro o cinque anni di tempo prima che questo avvenga, ha spiegato sabato scorso l\u2019assessore regionale all\u2019Ambiente Silvano Rometti<\/strong> nel corso della presentazione dei dati 2012 sulla raccolta differenziata. C\u2019\u00e8 quindi tempo – ha spiegato – per trovare una soluzione economicamente compatibile con il rispetto della salute e dell\u2019ambiente. L\u2019importante – ha detto – \u00e8 continuare a incentivare e incrementare questa politica del recupero e riuso dei rifiuti.<\/p>\n

Entro il mese, la Regione dovrebbe aggiornare il Piano rifiuti<\/em> del 2009 che prevedeva due inceneritori, uno per provincia, con tecnologie e caratteristiche da definire. Impianti rimasti sulla carta: a Terni non \u00e8 stato riattivato l\u2019inceneritore esistente, mentre in provincia di Perugia non \u00e8 stato neanche individuato il luogo dove collocarlo.<\/p>\n

Con la raccolta differenziata in Umbria vengono recuperati il 44% dei rifiuti, anche se l\u2019obiettivo per il 2012 era stato indicato dal Piano regionale<\/em> nel 65%. Percentuale che dovr\u00e0 essere raggiunta quanto prima, ma rester\u00e0 sempre il problema di dove smaltire il resto dei rifiuti quando le discariche saranno esaurite. La soluzione degli ambientalisti \u00e8 quella dei \u201crifiuti zero\u201d con la politica delle 4 R: Rifiuta, Riduci, Riusa, Ricicla. Insomma una serie di accorgimenti per diminuirne la produzione, a cominciare dalla riduzione di imballaggi e contenitori (ad esempio con la distribuzione \u2018alla spina\u2019 di latte, acqua e anche detersivi) e con il loro riuso. Un altro esempio sono le 31 \u201cfontanelle\u201d installate in Umbria che hanno erogato 22.225.000 litri di acqua, pari a 14.816.660 bottiglie (1,5 litri per bottiglia) cui corrispondono 444.500 kg di plastica \u201crisparmiata\u201d o non rimessa in commercio.<\/p>\n

Intanto la strada che la Regione intende perseguire \u00e8 quella green<\/em>, come pi\u00f9 volte indicato dalla presidente Catiuscia Marini<\/strong>.<\/p>\n

Una conferma si era avuta anche alla fine del mese scorso, quando il Consiglio regionale aveva bocciato a grande maggioranza una mozione dei capigruppo di opposizione Zaffini (Fdi), Nevi (Pdl) e Monacelli (Udc) in cui si chiedeva l\u2019adeguamento dell\u2019Umbria alla normativa nazionale (decreto Clini) per l\u2019utilizzo di Css (combustibile solido secondario) che consentirebbe di utilizzare in Umbria impianti gi\u00e0 esistenti – come i cementifici – senza costruire nuovi inceneritori. La maggioranza del Consiglio regionale aveva per\u00f2 detto \u201cno\u201d a questa proposta perch\u00e9 il decreto Clini – aveva aveva spiegato Oliviero Dottorini<\/strong> (Idv) – ha diviso anche il mondo scientifico e quello ambientalista. C\u2019\u00e8 infatti chi ritiene che la combustione di Css incrementi la produzione di sostanze pericolose come la diossina, e chi invece sostiene (Ferrante<\/strong> di Legambiente) che riduce l\u2019inquinamento perch\u00e9 obbliga i cementifici a rispettare nella loro attivit\u00e0 parametri pi\u00f9 rigidi.<\/p>\n

Con questa incertezza, la strategia vincente \u00e8 ancora – secondo Dottorini e altri consiglieri – quella dei \u201crifiuti zero\u201d. Intanto per\u00f2 – aveva replicato Raffaele Nevi<\/strong>, uno dei firmatari della mozione bocciata – \u201csi continua a perdere tempo perch\u00e9 manca il coraggio di dare vita ad approfondimenti seri, magari attraverso studi ambientali\u201d.<\/p>\n

L\u2019Umbria tuttavia – secondo l\u2019assessore Rometti – \u201cnon \u00e8 in una situazione di emergenza, e abbiamo 4 o 5 anni di autonomia, che aumenteranno se migliorer\u00e0 la raccolta differenziata\u201d. Entro il mese di giugno, aveva promesso in Consiglio regionale l\u2019assessore, \u201cproporremo un aggiornamento del Piano rifiuti<\/em> che verr\u00e0 poi discusso da quest\u2019aula. \u00c8 infatti necessario un approccio pragmatico per giungere alla chiusura del ciclo\u201d. Dunque, entro questo mese ne sapremo di pi\u00f9 su come la Regione intende risolvere il problema dei rifiuti senza costruire inceneritori o utilizzare i \u201ccamini\u201d di impianti esistenti come quelli dei cementifici.<\/p>\n

I Comuni pi\u00f9 virtuosi<\/h3>\n

Torgiano<\/strong> guida la classifica dei Comuni che differenziano, con il 75,16% di raccolta differenziata. Seguono Giano dell\u2019Umbria<\/strong> ed Attigliano<\/strong> con oltre il 70%. Di assoluto rilievo il risultato di Umbertide<\/strong> che, grazie al rapido passaggio al sistema di raccolta \u201cporta a porta\u201d, arriva al 57,84% su base annuale (+22,42% rispetto al dato del 2011) ma al 64,56% nel quarto trimestre, con un ulteriore incremento fino al 73,13% a gennaio di quest\u2019anno. Sono rilevanti anche i livelli di raccolta differenziata conseguiti da Perugia<\/strong> (54,19%, +8,83% rispetto al 2011), Bastia Umbra<\/strong> (53,61%, +7,93% rispetto al 2011) e Todi<\/strong> (51,77%, +16,16% rispetto al 2011, con un costante e significativo trend di crescita che ha visto il superamento del 60% nel 4\u00b0 trimestre). La raccolta differenziata funziona invece di meno in Comuni come Foligno (42,38%) Spoleto (36,18%), Terni (41,97%), Narni (39,47%) ed Amelia (29,62%). Tra i peggiori ci sono Assisi (23,97%) ed Orvieto e Norcia che superano di poco il 18%.<\/p>\n

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