{"id":17223,"date":"2013-06-06T15:31:39","date_gmt":"2013-06-06T13:31:39","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=17223"},"modified":"2015-07-13T15:24:48","modified_gmt":"2015-07-13T13:24:48","slug":"casta-indignados-e-grillini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/casta-indignados-e-grillini\/","title":{"rendered":"Casta, indignados e grillini"},"content":{"rendered":"

\"protesta-contro-casta-privilegi-manifestazione-crisi\"<\/a>Una politica sempre pi\u00f9 estranea a cittadini delusi, preoccupati e arrabbiati, a rischio populismo ma non lotta di classe. L\u2019Ue vista come nemico. Gravi le responsabilit\u00e0 della cultura. Il web non \u00e8 strumento di partecipazione ma di invettiva. Questo il ritratto della \u201csociet\u00e0 impersonale\u201d, emerso all\u2019incontro romano del Censis, primo dei quattro appuntamenti di \u201cUn mese di sociale\u201d, tradizionale momento di riflessione che l\u2019Istituto promuove in giugno, dedicato quest\u2019anno a \u201cLa societ\u00e0 impersonale\u201d<\/em>.<\/p>\n

Preoccupati e arrabbiati.<\/strong> \u201cLa politica – esordisce Francesco Maietta<\/strong>, responsabile settore politiche sociali Censis, presentando uno studio elaborato per l\u2019occasione – \u00e8 sempre pi\u00f9 estranea al quotidiano degli italiani, non genera n\u00e9 passione n\u00e9 coinvolgimento: il 77% dei cittadini considera \u201c\u2018mediocri\u2019 le persone ai suoi vertici\u201d. Pari al 27,8%, oltre 14 milioni di aventi diritto, il numero degli astenuti alle elezioni politiche dello scorso febbraio, con un balzo del 28,2% rispetto al precedente appuntamento elettorale. Astensionismo salito al 37,6% alle ultime elezioni amministrative. \u201cNovit\u00e0 sostanziale – osserva il ricercatore – il livello di distacco dalla politica; maggiore di quanto non avvenga in Germania, Grecia, Svezia e Francia\u201d. A questo si aggiunge la \u201cmistica del web\u201d come \u201ccapacit\u00e0 di erodere le cittadelle del potere\u201d. In realt\u00e0, oltre a \u201cpresentare aspetti di digital divide<\/em> generazionale\u201d, il web rappresenta \u201cuna sorta di stare alla finestra con la facolt\u00e0 di impallinare tutto e tutti\u201d, limitandosi \u201calla spettacolarizzazione e all\u2019invettiva\u201d. Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle, \u201cl\u2019elettore grillino \u00e8 pi\u00f9 arrabbiato dell\u2019elettore medio\u201d, ma \u00e8 anche \u201cfortemente antieuropeista. Il 58% ritiene l\u2019euro la vera causa dei nostri problemi\u201d. Italiani in generale pi\u00f9 preoccupati (52%) e pi\u00f9 arrabbiati (50,55). All\u2019interno di questa crisi, ci\u00f2 che accomuna le persone sono \u201cgli stili di vita\u201d, meccanismi \u201cimpalpabili e informali, a dimensione individuale\u201d. Tra le maggiori fonti di tensione sociale il conflitto tra immigrati e autoctoni (36,9%) e tra chi paga le tasse e chi no (30,9%).<\/p>\n

E l\u2019Italia moderata e riformatrice?<\/strong> \u201cIl vulnus<\/em> di questi ultimi anni fa saltare in maniera definitiva il patto stretto negli anni Ottanta tra cittadini e politica\u201d, afferma Guido Crainz<\/strong>, docente di storia contemporanea all\u2019Universit\u00e0 di Trieste. \u201cEnormi – secondo lo storico – i limiti della cultura\u201d; un \u201cversante autocritico\u201d su cui riflettere\u201d \u00e8 la \u201cmancata costruzione di un tessuto comune, cosa che riguarda anche la nostra appartenenza all\u2019Europa\u201d. Tornando al nostro Paese, il ceto medio \u201csembra sempre pi\u00f9 avere abdicato al proprio ruolo di \u201criflessione\u2019 sociale\u201d. Di qui l\u2019interrogativo: \u201cC\u2019\u00e8 davvero un\u2019Italia moderata e al tempo stesso riformatrice? Non mancano forme di mobilitazione che mettono in luce pezzi di Paesi che non si arrendono, ma la politica non appare in grado di porsi come loro punto di riferimento\u201d.<\/p>\n

Moltitudine \u201cplebeista\u201d<\/strong>. Torna sul ruolo del web Giuseppe De Rita<\/strong>, presidente del Censis: \u201cIl meccanismo della rete non mobilita la massa, bens\u00ec dei sottosistemi; non espande l\u2019appartenenza e non crea partecipazione\u201d; stimola piuttosto \u201cuna logica di invettiva spettacolare che richiama una cultura plebeista\u201d, una sorta di \u201critorno all\u2019uomo qualunque\u201d. \u201cIl nostro soggettivismo esasperato – osserva – ci spinge a voler gestire da noi stessi anche la morte, ma non sappiamo gestire la nostra societ\u00e0\u201d frammentata tra \u201ccasta, indignados e grillini\u201d. \u201cNon ci sar\u00e0 pi\u00f9 il 51% della Dc\u201d, avverte. E l\u2019autodefinizione dei grillini di \u201csemplici portavoce\u201d d\u00e0 \u201c\u2019idea di una debolezza congenita ma anche di una societ\u00e0 che non produce pi\u00f9 una domanda di nuova politica\u201d, mentre oggi \u201csarebbe il momento di una societ\u00e0 capace di prendere la parola e dire la sua\u201d. Purtroppo l\u2019unico \u201cfattore comune\u201d \u00e8 \u201cl\u2019invettiva contro la casta, anche se non si sa bene che cosa sia\u201d. Il presidente del Censis parla di \u201ccetimedizzazione e imborghesimento\u201d di una societ\u00e0 per la quale gli elementi che accomunano non sono pi\u00f9 \u201cle stesse idee politiche e convinzioni religiose, lo stesso lavoro o reddito, le stesse battaglie\u201d, ma piuttosto \u201cil medesimo stile di vita, soprattutto rispetto al tempo libero e ai consumi\u201d. Una sorta, conclude, di \u201cmoltitudine plebeista\u201d su cui occorre interrogarsi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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