{"id":1698,"date":"2001-07-13T00:00:00","date_gmt":"2001-07-13T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1698"},"modified":"2015-05-25T12:43:45","modified_gmt":"2015-05-25T10:43:45","slug":"africa-lo-sviluppo-e-prima-di-tutto-una-sfida-culturale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/africa-lo-sviluppo-e-prima-di-tutto-una-sfida-culturale\/","title":{"rendered":"Africa: lo sviluppo \u00e8 prima di tutto una sfida culturale"},"content":{"rendered":"
URGENZA DI UNA RIVOLUZIONE CULTURALE<\/strong><\/p>\n In Africa sviluppo (maendeleo in kiswahili) \u00e8 una parola magica. Tutti lo vogliono, tutti lo sognano! Pochi per\u00f2 ne immaginano le implicanze, le esigenze e le difficolt\u00e0. Non pochi aspetti della cultura e tradizioni locali sono decisamente degli ostacoli. Senza una profonda rivoluzione culturale lo sviluppo non decoller\u00e0. Qualche esempio! Le mucche non si vendono anche quando la siccit\u00e0 \u00e8 devastante e non c’\u00e8 n\u00e9 pastura n\u00e9 fieno; un alto numero di mucche \u00e8 segno di prestigio e di peso politico. Se uno ha poche mucche \u00e8 nessuno! Un ignorante con molte mucche, ha influenza socialeL’erba non si taglia, si brucia. Quando c’\u00e8 la siccit\u00e0 un po’ di fieno sarebbe la salvezza di tanti animali. Per\u00f2 fare entrare l’idea del fieno \u00e8 una battaglia in salita. Le donne non devono andare a scuola altrimenti, dicono gli uomini, vorranno comandare e non saranno pi\u00f9 sottomesse e docili come loro le vogliono.<\/p>\n Allora le bambine non si mandano a scuola, tenendo alto in questo modo l’analfabetismo femminile. Se uno sta male \u00e8 colpa del malocchio; non \u00e8 perch\u00e9 \u00e8 sottonutrito, o ha bevuto acqua inquinata o alcolici velenosi. Qualche spirito cattivo gli deve essere entrato nel corpo. S\u00ec! Senza una vera liberazione mentale e una nuova lettura degli eventi della vita lo sviluppo non potr\u00e0 decollare. Lo sviluppo esige un profondissimo impegno educativo delle masse popolari altrimenti, nonostante un pur massiccio dispendio di energie e di soldi, nessun traguardo di rispetto potr\u00e0 essere raggiunto. Nell’Istituto per l’Apostolato sociale e lo sviluppo che ho fondato e che dirigo a Nairobi dal 1994 le culture locali e la mentalit\u00e0 della gente sono oggetto di studio e di ricerca continua. La prima povert\u00e0 non \u00e8 l’assenza di soldi, non \u00e8 quella economica ma quella culturale e delle idee, dei pregiudizi, delle convinzioni frutto di ignoranza e di paure.<\/p>\n Tanta gente mi chiede se io missionario rispetto le culture africane. Io rispondo che il mio rispetto \u00e8 critico. D’altronde il Cristo dei vangeli, esempio di ogni missionario, \u00e8 stato fortissimamente critico di non poche tradizioni locali e soprattutto della visione della vita e delle credenze soggiacenti a quelle tradizioni. Il sabato \u00e8 per l’uomo e non l’uomo per il sabato, disse Cristo. Sabato sta benissimo per tradizioni popolari e costumanze. A lungo andare con il cambiare delle condizioni di vita, le tradizioni invece di aiutare a vivere soffocano la persona e paralizzano la creativit\u00e0 e lo spirito di iniziativa. Non si pu\u00f2 pi\u00f9 accettare che il portatore di handicap sia un maledetto da Dio o che l’Aids sia una vendetta degli spiriti ancestrali perch\u00e9 certe tradizioni, come l’eredit\u00e0 della moglie, vengono abbandonate.<\/p>\n DA UNA MENTALIT\u00c0\u00a0DI DIPENDENZA ALLO SPIRITO DI INIZIATIVA<\/strong><\/p>\n Per gli ultimi 500 anni agli africani \u00e8 stato chiesto di non pensare, di non decidere, di non prendere iniziativa ma solo di eseguire. Sia durante i secoli della schiavit\u00f9 che poi al tempo del colonialismo! Chi prendeva iniziative, chi aveva idee proprie era un sovversivo e quindi severamente punito. L’africano doveva essere convinto che aveva i muscoli ma non la testa. Altri, i bianchi, altrove, a Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles avrebbero pensato e preso decisioni.<\/p>\n Loro dovevano eseguire. Una tremenda mentalit\u00e0 di dipendenza e di passivit\u00e0. Il rovescio dello spirito di iniziativa e di imprenditorialit\u00e0. La schiavit\u00f9 fisica \u00e8 finita, il colonialismo \u00e8 di altri tempi ma la mentalit\u00e0 di dipendenza continua. E’ una specie di cancro dal nome di complesso di inferiorit\u00e0 che continua ancora a minare il tessuto umano africano. La maggioranza degli africani non credono in loro stessi. I trenta anni di esperienza africana mi hanno convinto di quanto avesse ragione il brasiliano Paolo Freire nel suo famosissimo “Pedagogia degli oppressi”: la pi\u00f9 grande povert\u00e0 dei poveri non \u00e8 finanziaria ma mentale; se non si liberano da un certo tipo di mentalit\u00e0 non \u00e8 possibile sconfiggere la povert\u00e0 e iniziare un’era nuova.<\/p>\n LA DONNA CARTA VINCENTE PER LO SVILUPPO<\/strong><\/p>\n \u00c8\u00a0convinzione comune a tutti coloro che lavorano per lo sviluppo in Africa. La donna africana \u00e8 prima di tutto madre e quindi profondamente interessata al futuro dei bambini. Sogna la loro crescita, l’educazione, una casa, la famiglia. L’interesse per il futuro genera il senso del risparmio, lo spirito di intraprendenza e atteggiamenti imprenditoriali uniti ad un grande spirito di sacrificio. Gli uomini invece sono per la soddisfazione immediata dei bisogni, mangiare, bere, sesso, e hanno il culto dell’apparenza attraverso bei vestiti, un orologio costoso e cose del genere. I loro salari evaporano cos\u00ec! Mentre l’attenzione alla crescita fisica e umana dei bambini, la pianificazione per la loro educazione, l’attenzione al miglioramento della casa, fa delle donne le candidate ideali per il risparmio e per lo sviluppo. Non per niente il cosiddetto banchiere dei poveri, l’inventore del microcredito in Bangladesh Yunus Mohamed ha iniziato con le donne la sua quasi miracolosa campagna per il microcredito e per i microprogetti. \u00c8\u00a0quello che abbiamo iniziato con successo, anche noi, in Kibera, la pi\u00f9 grande baraccopoli di Nairobi. Lentamente ma decisamente una profonda rivoluzione culturale sta dilagando e la gente, particolarmente le donne, cominciano a credere che un futuro diverso \u00e8 possibile. Non pensato e regalato da altri ma costruito con le proprie mani. Dio ha seminato infiniti talenti anche in Africa. La gente comincia a crederci.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" URGENZA DI UNA RIVOLUZIONE CULTURALE In Africa sviluppo (maendeleo in kiswahili) \u00e8 una parola magica. Tutti lo vogliono, tutti lo sognano! Pochi per\u00f2 ne immaginano le implicanze, le esigenze e le difficolt\u00e0. Non pochi aspetti della cultura e tradizioni locali sono decisamente degli ostacoli. Senza una profonda rivoluzione culturale lo sviluppo non decoller\u00e0. Qualche esempio! 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