{"id":16926,"date":"2013-05-23T16:36:20","date_gmt":"2013-05-23T14:36:20","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=16926"},"modified":"2015-08-03T12:18:57","modified_gmt":"2015-08-03T10:18:57","slug":"comunicate-la-fede-attraverso-lamore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/comunicate-la-fede-attraverso-lamore\/","title":{"rendered":"Papa Francesco ai movimenti: \u201cComunicate la fede attraverso l\u2019amore\u201d"},"content":{"rendered":"

\"movimenti-laicali\"<\/a>Lo scorso weekend (18-19 maggio), non a caso in concomitanza con la festa di Pentecoste e la discesa dello Spirito datore dei carismi, si \u00e8 tenuta la terza Giornata dei movimenti, delle nuove comunit\u00e0, delle associazioni e delle aggregazioni laicali. Dopo il pellegrinaggio alla tomba di Pietro nella mattinata di sabato, i 120.000 partecipanti, espressione di circa 150 realt\u00e0, hanno potuto ascoltare la voce del Papa sia la sera del sabato che la mattina di domenica.<\/p>\n

Lo slogan dell\u2019evento era: \u201cIo credo! Aumenta in noi la fede\u201d. I due pronomi – ha spiegato mons. Rino Fisichella<\/strong>, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – attestano il significato sotteso. Ognuno nella Chiesa \u00e8 chiamato a pronunciare in prima persona la sua adesione a Cristo e alla Chiesa\u201d. Una scelta libera, personale, ma al tempo stesso la fede \u00e8 un fatto comunitario, \u201cun noi<\/em> che si carica del valore della comunit\u00e0 quale \u00e8 in primo luogo la Chiesa\u201d.<\/p>\n

Papa Francesco<\/strong> ha risposto alle domande dei giovani: \u201cCome ha potuto raggiungere nella sua vita la certezza sulla fede?… Qual \u00e8 la cosa pi\u00f9 importante cui tutti noi – movimenti, associazioni e comunit\u00e0 – dobbiamo guardare per attuare il compito cui siamo chiamati?…\u201d<\/p>\n

\u201cHo avuto la grazia – ha detto il Vescovo di Roma – di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma \u00e8 stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Ges\u00f9, ci insegnava il Catechismo<\/em>…\u201d e di l\u00ec, man mano, un crescendo di esperienze che lo hanno portato a una sempre maggiore fiducia in Dio, fino alla decisione di diventare sacerdote.<\/p>\n

Passando quindi alla sfida della evangelizzazione, \u201cdir\u00f2 soltanto tre parole. La prima: Ges\u00f9. Chi \u00e8 la cosa pi\u00f9 importante? Ges\u00f9. Se noi andiamo avanti con l\u2019organizzazione, con altre cose, con belle cose, ma senza Ges\u00f9, non andiamo avanti, la cosa non va… La seconda parola \u00e8: la preghiera. Guardare il volto di Dio, ma soprattutto sentirsi guardati. Il Signore ci guarda: ci guarda prima<\/em>… E terza: la testimonianza… La comunicazione della fede si pu\u00f2 fare soltanto con la testimonianza, e questo \u00e8 l\u2019amore. Non con le nostre idee, ma con il Vangelo vissuto nella propria esistenza e che lo Spirito santo fa vivere dentro di noi. \u00c8 come una sinergia fra noi e lo Spirito santo, e questo conduce alla testimonianza. La Chiesa la portano avanti i santi, che sono proprio coloro che danno questa testimonianza. Come ha detto Giovanni Paolo II e anche Benedetto XVI, il mondo di oggi ha tanto bisogno di testimoni. Non tanto di maestri, ma di testimoni\u201d.<\/p>\n

Il Signore ci \u201cprimerea\u201d sempre<\/h3>\n

Le indicazioni di Papa Francesco ai movimenti e alle associazioni cattoliche<\/em><\/p>\n

Converte, Papa Francesco; attira le folle e pungola, spinge tutta la Chiesa – ma pi\u00f9 in generale, tutti – verso Cristo. C\u2019\u00e8 una parola, una parolina, l\u2019unica pronunciata nella sua lingua madre, per chiarire la prospettiva del Papa, che assicura: \u201cIl Signore sempre ci primerea<\/em>\u201d. Questa parola ci spiega che ci sono due cammini che s\u2019incontrano, il nostro che cerca Cristo e Cristo, che ci cercava da prima, \u00e8 gi\u00e0 l\u00ec ad aspettarci. \u201c\u00c8 il primo che ci viene incontro\u201d, in qualche modo ci anticipa, anche se presuppone il nostro cammino. C\u2019\u00e8 poi una seconda immagine, quella della porta, che il Papa ha riproposto con convinzione. \u201cIl Signore sta alla porta\u201d, constata. \u201cAllora dobbiamo aprirle le porte, quelle del nostro cuore come quelle delle nostre Chiese\u201d, ripete Papa Francesco. \u201cIl Signore sempre ci primerea<\/em>\u201d, ha detto parlando con passione a braccio a una folla immensa alla veglia di Pentecoste. \u00c8 il terzo grande raduno dei movimenti e delle associazioni, quindici anni dopo la convocazione di Giovanni Paolo II del 1998, riproposta da Benedetto XVI nel 2006. Centocinquanta sigle, segno di una vitalit\u00e0 sempre nuova, che deve sempre essere meglio articolata. Per questo ha indicato, nell\u2019omelia di Pentecoste, tre parole-chiave: novit\u00e0<\/em>, armonia<\/em>, missione<\/em>. Indicazioni aperte e stringenti, che sono esortazione, esame di coscienza, programma. A proposito di associazioni e movimenti, sembra lontano il tempo di conflitti, che restano una tentazione. Oggi con tutta evidenza \u00e8 il tempo dell\u2019evangelizzazione, per cui la variet\u00e0 diventa una risorsa, vissuta nella comunione: \u201cSe ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la variet\u00e0, la diversit\u00e0 non diventano mai conflitto, perch\u00e9 Egli ci spinge a vivere la variet\u00e0 nella comunione della Chiesa\u201d. Cos\u00ec si pu\u00f2 essere capaci di novit\u00e0 e nello stesso tempo efficaci nella testimonianza, anche se il Papa \u00e8 ben consapevole che molto c\u2019\u00e8 da fare per evitare tanti riflessi di chiusura. Questo vale soprattutto in questo tempo di crisi. Anche a Pentecoste il Papa ha avuto parole chiare e forti sulle ingiustizie e la povert\u00e0. Ed ha insistito sulla grande questione che sta sotto la crisi. \u201c\u00c8 una crisi dell\u2019uomo, per questo \u00e8 una crisi profonda\u201d, ha ripetuto nella Veglia. Per questo bisogna denunciare quello che i suoi predecessori avrebbero definito l\u2019\u201cerrore antropologico\u201d. Papa Francesco lo descrive citando un antico midrash<\/em>, per cui costruendo la torre di Babele contavano di pi\u00f9 i mattoni che le vite degli operai. E oggi non \u00e8 diverso, anche se non si parla pi\u00f9 di mattoni, ma di finanza. Di qui ancora l\u2019invito pressante a uscire, ad aprire le porte: \u201cLo Spirito santo ci fa vedere l\u2019orizzonte e ci spinge fino alle periferie esistenziali per annunciare la vita di Ges\u00f9 Cristo. Chiediamoci se abbiamo la tendenza di chiuderci in noi stessi, nel nostro gruppo, o se lasciamo che lo Spirito santo ci apra alla missione\u201d. Semplice, chiaro, coinvolgente. \u00c8 Papa Francesco, che parla con franchezza e mette tutti in cammino. Dando l\u2019esempio. Anche per questo \u00e8 molto difficile obiettargli alcunch\u00e9. E restare fermi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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