La prima proposta operativa del Rapporto \u00e8 di \u201cliberare il lavoro\u201d: in che modo la contrattazione aziendale e territoriale possono concorrere a realizzare questo obiettivo?<\/strong><\/p>\n\u201cLa nostra \u00e8 una stagione economica che tutti riconosciamo come non facile, eppure, quando ragioniamo in termini giuridici, rischiamo di non cogliere quel dinamismo che comunque c\u2019\u00e8 e le opportunit\u00e0 di lavoro che pure esistono. Questo in virt\u00f9 di regole centralistiche, dirigistiche, calate dall\u2019alto, che non rispettano le diversit\u00e0 tra settore e settore. Occorre liberare il dinamismo del lavoro tenendo conto della pluralit\u00e0 del mercato. La contrattazione aziendale e territoriale, ma anche individuale, consentono alla domanda e all\u2019offerta di lavoro di incontrarsi, regolando caso per caso il rapporto lavorativo e tenendo conto della diversit\u00e0 di ogni lavoratore. I contratti collettivi nazionali restano lo \u2018zoccolo duro\u2019 che va salvaguardato, ma nel contempo occorre tenere conto della realt\u00e0 concreta di ogni azienda, che pu\u00f2 essere in fase di espansione o di contrazione, di grandi o piccole dimensioni, localizzata o multinazionale… Serve, in sintesi, un\u2019azione cooperativa che rispetti il lavoro \u2018plurale\u2019 e lo riconosca come una ricchezza, senza ingabbiarlo in lacci e lacciuoli\u201d.<\/p>\n
Uno degli aspetti pi\u00f9 originali del Rapporto \u00e8 la proposta di rivalutare il lavoro intellettuale. Come e perch\u00e9?<\/strong><\/p>\n\u201cSe vogliamo essere pi\u00f9 \u2018produttivi\u2019, occorre innovare, cambiare: il ruolo della ricerca, sia pubblica (nelle universit\u00e0) sia privata, \u00e8 un lavoro spesso non valorizzato. In genere, quando pensiamo al lavoro, pensiamo solo al lavoro manuale o al lavoro operaio: il lavoro intellettuale, invece, esprime talenti e vocazioni a cui \u00e8 essenziale attingere per produrre innovazione. \u00c8 un valore che genera valore, una creativit\u00e0 che diventa trainante\u201d.<\/p>\n
Altra parola di punta, \u201cmeritocrazia\u201d, che per\u00f2 in Italia rischia di restare quasi invisibile…<\/strong><\/p>\n\u201cL\u2019impostazione del Rapporto \u00e8 molto pragmatica, e parte dal \u2018principio di realt\u00e0\u2019, dalla consapevolezza che la parola \u2018meritocrazia\u2019 \u00e8 usata a volte cos\u00ec spesso da aver perso il suo valore. Meritocrazia significa libert\u00e0 di svolgere un\u2019occupazione coerente con le proprie aspettative e attitudini, partecipare responsabilmente al processo produttivo, dare un apporto consapevole e ottenere una quota di redistribuzione rispetto a quanto si \u00e8 creato. Un approccio \u2018egualitario\u2019 al mercato del lavoro ha finito per penalizzare molte attivit\u00e0 lavorative sulla base del principio del \u2018trattamento uguale a casi uguali\u2019. Bisogna invece premiare di pi\u00f9, sulla base della responsabilit\u00e0\u201d.<\/p>\n
L\u2019ultima proposta operativa \u00e8 la lotta alla precariet\u00e0, che per\u00f2 oggi – si legge nel Rapporto – \u00e8 un aspetto \u201cintrinseco\u201d, strutturale del lavoro stesso…<\/strong><\/p>\n\u201cNel Rapporto, sulla scia dei Rapporti precedenti, si fa presente che l\u2019Europa non \u00e8 pi\u00f9 il centro del mondo, anche se continua a occupare una posizione centrale, perch\u00e9 lo scenario geo-politico \u00e8 cambiato, e questo incide sulla visione e sui rapporti di lavoro. Il \u2018principio di realt\u00e0\u2019, quindi, ci impone di contrastare il precariato, ma stando dentro alla precariet\u00e0: ci\u00f2 significa, per i giovani, non rifiutare lavori che attualmente sono appannaggio degli immigrati, ma che in passato hanno fatto la fortuna del made in Italy, con l\u2019intento di scoprire – dall\u2019interno, per poi magari trasformare, migliorare e progredire \u2013 il lavoro come partecipazione e progetto\u201d.<\/p>\n
I dati in Umbria<\/h3>\n
Il 31 maggio<\/strong> scade la cassa integrazione in deroga per 14.000 lavoratori umbri. Negli ultimi tre anni la nostra regione ha gi\u00e0 perso 28.000 posti di lavoro e oggi tocca un livello di disoccupazione pari al 14% (inclusi i cassintegrati) ma nei prossimi mesi la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi. \u201cFare sistema e concertazione – ha dichiarato Alvaro Burzigotti<\/strong>, imprenditore di Umbertide e nuovo presidente della Confesercenti regionale – in questo momento di crisi generale \u00e8 l\u2019unica strada per risalire la china. La situazione \u00e8 decisamente difficile: solo nel 2013 chiuderanno 2.500 imprese, con il forte rischio, se non si cambia rotta, che il bilancio possa diventare ancora pi\u00f9 pesante\u201d. In base ai dati raccolti dall\u2019Osservatorio della Confesercenti regionale, sono gi\u00e0 oltre 200 (204 per la precisione) gli esercizi commerciali ad aver chiuso i battenti in Umbria nei soli primi due mesi del 2013. In media quasi 3 al giorno, con un vistoso crollo delle aperture di nuove attivit\u00e0 (50, per un saldo negativo di 154 unit\u00e0). Se si confrontano questi dati con quelli dell\u2019Istat, aggiornati al 2012, si nota ancora di pi\u00f9 la china negativa: per l\u2019Istat, infatti, la disoccupazione in Umbria ammontava \u2018solo\u2019 all\u201911%, e gi\u00e0 cos\u00ec la regione risultava la peggiore del Centro-Nord, in una situazione di crisi che la assimilava alle aree depresse del Meridione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Otto proposte per \u201cuna grande svolta culturale\u201d sul lavoro, in crisi per la \u201cdebolezza delle nostre istituzioni politiche\u201d e a causa di un mercato \u201cspesso bloccato da troppe rigidit\u00e0 legislative e corporative\u201d. Si conclude cos\u00ec il Rapporto-proposta della Cei Per il lavoro, presentato a Roma il 13 maggio. Abbiamo intervistato Michele Tiraboschi, docente di Diritto […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[4],"tags":[1110],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/16815"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=16815"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/16815\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":16822,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/16815\/revisions\/16822"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=16815"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=16815"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=16815"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}