{"id":16730,"date":"2013-05-16T17:02:57","date_gmt":"2013-05-16T15:02:57","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=16730"},"modified":"2015-06-15T11:21:03","modified_gmt":"2015-06-15T09:21:03","slug":"vangelo-4","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/vangelo-4\/","title":{"rendered":"Lo Spirito di vita e di libert\u00e0"},"content":{"rendered":"
La Pentecoste celebra il compimento della Pasqua. Lo Spirito santo, che il Padre manda nel mondo, entra nella vita di coloro che si sottomettono alla sua volont\u00e0 e d\u00e0 loro il potere di diventare figli di Dio (Gv<\/em> 1,13). A poco ci sarebbe servita la morte e la risurrezione di Ges\u00f9, se non ci fosse dato di parteciparvi. Le tre letture liturgiche proclamano questo Mistero nei suoi diversi aspetti. Il brano del Vangelo secondo Giovanni<\/em> fa parte dei discorsi di addio di Ges\u00f9, prima della Passione.<\/p>\n Egli dice ai discepoli di non rattristarsi per la sua partenza; essa \u00e8 necessaria, perch\u00e9 il Padre mandi \u201cun altro Difensore che rimanga con voi per sempre\u201d (Gv<\/em> 14,15). La presenza fisica di Ges\u00f9 era temporanea; il suo Spirito sarebbe rimasto dentro di loro per sempre, a garantire la certezza che la Trinit\u00e0 avrebbe stabilmente preso dimora nei credenti. Per i discepoli non era facile capirlo; e Ges\u00f9 non insiste; sapeva che per il momento non ne avevano le capacit\u00e0. Ma verr\u00e0 lo Spirito santo, che il Padre mander\u00e0 nel suo nome: \u201cLui vi insegner\u00e0 ogni cosa e vi ricorder\u00e0 tutte le parole che vi ho detto\u201d. I due verbi insegnare<\/em> e ricordare<\/em> si rafforzano vicendevolmente. Nel linguaggio biblico, ricordare non \u00e8 mai un\u2019operazione esclusivamente intellettuale. Qui \u00e8 come dire che lo Spirito vi permetter\u00e0 capire in profondit\u00e0 tutto quello che avete visto e ascoltato. Vi \u201ccondurr\u00e0 in tutta intera la Verit\u00e0\u201d. La Verit\u00e0 \u00e8 Ges\u00f9. Lo Spirito dunque guider\u00e0 la comunit\u00e0 cristiana alla profonda, progressiva conoscenza del Mistero del Cristo.<\/p>\n La prima lettura<\/strong> \u00e8 una narrazione di quanto avvenne in quella prima Pentecoste. Quel giorno Gerusalemme festeggiava il dono della Legge, nel cinquantesimo giorno dopo Pesach<\/em>, rievocazione dell\u2019uscita dalla schiavit\u00f9 d\u2019Egitto. La citt\u00e0 era stracolma di \u201cgiudei osservanti\u201d provenienti da tutto l\u2019Impero romano, ciascuno con la sua lingua, la sua cultura, i suoi costumi. Il gruppetto dei discepoli di Ges\u00f9, da parte loro, non osava comparire in pubblico, a causa delle recenti vicende del Maestro. Improvvisamente per\u00f2 le case cambiarono. Ci fu vento, fuoco, fragore impetuoso, a somiglianza di quanto era avvenuto al Sinai secoli prima.<\/p>\n Si aprirono porte e finestre; gli uomini, gi\u00e0 paurosi, uscirono fuori a lodare Dio, che sembravano pazzi. Intanto si era radunata una folla incuriosita da quel fracasso. Incredibilmente, ognuno li sentiva parlare la propria lingua. Alcuni li presero per ubriachi. Pietro spieg\u00f2 che nessuno era ubriaco, ma si stavano compiendo le parole dei profeti, che avevano annunciato l\u2019entrata dello Spirito di Dio nella storia, perch\u00e9 Ges\u00f9 era stato glorificato. Era il segnale che andava perdendo forza quel seme d\u2019incomunicabilit\u00e0, che si era radicato tra gli uomini, da quando avevano pensato di organizzarsi prescindendo da Dio, anzi sfidandone il potere, come narrano le Scritture in Genesi<\/em> (11,1-9).<\/p>\n Il brano<\/strong> della Lettera di Paolo ai Romani<\/em> ci \u00e8 donato come seconda lettura. \u00c8 un canto esultante per l\u2019opera dello Spirito nei credenti. Proviamo a riassumerlo in parole accessibili anche alle nostre orecchie occidentali. L\u2019apostolo comincia col chiarire il senso di due termini, che considera opposti: carne\/Spirito. Il pi\u00f9 facile da capire \u00e8 il secondo, la cui lettera maiuscola dice che si tratta dello Spirito santo. Con il termine \u201ccarne\u201d abbiamo la consuetudine di alludere alla sessualit\u00e0. Ma qui \u00e8 qualcosa di molto pi\u00f9 ampio.<\/p>\n \u00c8 l\u2019insieme delle pulsioni, delle decisioni operative, che condizionano l\u2019uomo, al punto da renderlo schiavo. Nella Lettera ai Galati<\/em> ne specifica i frutti: \u201c\u2026 dissolutezze, idolatria, stregonerie, inimicizie, gelosia, fazioni, invidie ubriachezze, orge\u2026\u201d (Gal<\/em> 5,20-21). Detto questo, afferma che \u201cquelli che si lasciano dominare dalle carne non possono piacere a Dio\u201d. Sembra evidente. Subito dopo per\u00f2 annuncia la buona notizia: \u201cVoi [credenti, battezzati] non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi\u201d. Pi\u00f9 avanti rincara la dose: \u201cLo Spirito di Dio, che ha risuscitato Ges\u00f9 Cristo dai morti\u2026 dar\u00e0 la vita anche ai vostri corpi mortali\u201d. Poi, dalla dimensione escatologica, passa all\u2019oggi storico: la presenza dello Spirito consente ai Galati di non vivere pi\u00f9 da schiavi, nelle paura, ma li mette in condizione di vivere nella certezza dei figli, tant\u2019\u00e8 che sono autorizzati a chiamare Dio \u201cAbb\u00e0<\/em>\u201d, cio\u00e8 \u201cPap\u00e0\u201d.<\/p>\n In quella realt\u00e0 sociologica era ben grande la differenza tra un figlio di famiglia e uno schiavo. Il primo aveva la certezza della stabilit\u00e0 familiare e dell\u2019eredit\u00e0; l\u2019altro poteva essere venduto da un giorno all\u2019altro, separato dai genitori, dal coniuge, dagli affetti. La paura era il segno costante sotto cui lo schiavo era costretto a vivere. La Pentecoste proclama la libert\u00e0 dalla paura; ci dichiara figli, ci apre alla certezza del futuro, perch\u00e9 lo Spirito \u00e8 stato riversato nei nostri cuori e Ges\u00f9 abita la nostra storia.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La Pentecoste celebra il compimento della Pasqua. Lo Spirito santo, che il Padre manda nel mondo, entra nella vita di coloro che si sottomettono alla sua volont\u00e0 e d\u00e0 loro il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,13). 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