{"id":16529,"date":"2013-05-02T15:37:53","date_gmt":"2013-05-02T13:37:53","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=16529"},"modified":"2013-05-06T17:25:04","modified_gmt":"2013-05-06T15:25:04","slug":"italia-sul-nastro-di-ri-partenza-con-il-nuovo-governo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/italia-sul-nastro-di-ri-partenza-con-il-nuovo-governo\/","title":{"rendered":"Italia sul nastro di ri-partenza con il nuovo Governo"},"content":{"rendered":"
Finalmente l\u2019Italia ha un Governo. Un esecutivo dotato, sulla carta, di una larga maggioranza che dovrebbe garantirgli l\u2019abbrivio necessario. Al governo di Enrico Letta<\/strong> si chiede di costruire una base di consenso popolare tale da rasserenare gli animi, di predisporre alla collaborazione, di aguzzare le intelligenze, di invogliare a costruire ponti, di ricercare le difficili ragioni dell\u2019unit\u00e0 a scapito delle facili divisioni, di individuare un percorso riformista, di seminare speranza. E per non esagerare, capace almeno di governare senza strappi per domare la crisi economica. Interpretando i sentimenti positivi degli italiani che hanno vissuto con sconcerto, e talvolta con disperazione, l\u2019evolversi di una recessione epocale. Queste sono ore di vigile attesa e di realistica speranza. E non veniteci a dire che chi vive di speranza muore disperato. I cinici, sempre al lavoro in questo Paese che non si vuole mai abbastanza bene e che non ama il lieto fine, ci lascino in pace per un po\u2019. E soprattutto guardino le cose con un occhio meno furbo e disincantato. Lo sappiamo che non aspettano altro che poterci dire: \u201cVi avevamo avvertiti, non c\u2019\u00e8 mai fine al peggio\u201d. Il peggio l\u2019abbiamo gi\u00e0 visto, vogliamo sperare nel meglio, perch\u00e9 forse dipende anche da noi e dalla nostra capacit\u00e0 di contribuire con le nostre forze, le nostre volont\u00e0 e intelligenze, alla ricostruzione morale e materiale del Paese. Un Governo c\u2019\u00e8. Frutto di una crisi politica lunghissima e senza precedenti. Che ha trovato uno sbocco solo attraverso grandi sacrifici personali. Primo fra tutti, quello di un Presidente della Repubblica ultra-ottantenne che ha accettato, a malincuore, il secondo mandato. Per non parlare di quanti hanno visto bruciare il proprio nome e le proprie legittime aspirazioni, prima nella ricerca di un Governo e poi nella corsa al Quirinale.<\/p>\n La politica chiede e pretende grandi sacrifici umani. Ma chi, per ragioni diverse, viene sacrificato, merita rispetto e non la pubblica gogna, come spesso avviene in questo Paese. Cos\u00ec come merita rispetto chi si \u00e8 assunto l\u2019onere di governare un Paese difficilissimo come l\u2019Italia, con il suo spaventoso debito pubblico e la sua disoccupazione da record che mortifica tutti, giovani e anziani. Un Paese che ha rinviato riforme ineludibili come quelle istituzionali e non ha saputo dotarsi di una legge elettorale in grado di garantire una maggioranza certa.<\/p>\n Questo non \u00e8 neppure il momento dei sottili distinguo<\/em> – e ne avremmo – fra questo e quel ministro, fra questa e quella ricetta riformista, fra questa e quella forza politica. Non ce lo possiamo permettere, e dobbiamo far ricorso a tutta la nostra sincera generosit\u00e0 e al nostro inguaribile ottimismo della volont\u00e0, per augurare a questo Governo il successo che noi italiani meritiamo.<\/p>\n Noi speriamo e vogliamo credere che il \u201cgiovane\u201d Governo guidato dal \u201cgiovane\u201d Enrico Letta (in altri tempi, alla sua et\u00e0 si era pi\u00f9 che maturi) sappia sposare le ragioni della prudenza con il coraggio dell\u2019azione. Il Paese aspetta un\u2019iniezione di giustizia sociale, attraverso un\u2019equa distribuzione dei sacrifici, cos\u00ec come un\u2019attenzione speciale per quanti – davvero troppi – sono scivolati nell\u2019area della povert\u00e0. Saggezza vuole che tutte le giovani energie ministeriali e di un Parlamento fortemente rinnovato in ogni settore contribuiscano al processo di modernizzazione del Paese. Non si tratta in questo momento di creare, come in un asettico laboratorio sociale, nuovi diritti. Si tratta, piuttosto, di adoperarsi per garantire effettivamente i diritti costituzionali. Primo fra tutti, e senza un filo di retorica, quello al lavoro. E poi quelli allo studio, alla formazione, alla salute e alla costruzione di una famiglia. I poveri hanno gi\u00e0 pagato un prezzo altissimo. E i governanti avveduti, italiani o europei non fa differenza, sanno bene che una spirale recessiva necessita di un fermo di sicurezza per non avvitarsi in una caduta senza fine. L\u2019Europa, poi, faccia la sua parte. Con questo giovane Governo fortemente voluto da un anziano e saggio Presidente della Repubblica, l\u2019Italia ha voluto dimostrare di voler fare la sua di parte. Incontrarsi per trovare insieme le vie di uscita dalla crisi interminabile nella quale siamo precipitati \u00e8 questione che riguarda tutti. Non c\u2019\u00e8 solo un bene comune nazionale, c\u2019\u00e8 anche un bene comune dell\u2019Europa. E passa, necessariamente, dalle parti del Belpaese.<\/p>\n <\/p>\n “In questi giorni ho pensato al personaggio biblico di Davide. Come lui, con lui, siamo nella valle di Elah, in attesa di affrontare Golia. Nella valle delle nostre paure di fronte a sfide che appaiono gigantesche. Anche la sfida di metterci insieme per affrontarle. Come Davide in quella valle, dobbiamo spogliarci della spada e dell\u2019armatura che in questi anni abbiamo indossato e che ora ci appesantirebbero. Davide \u201cprese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese in mano la fionda e si avvicin\u00f2 a Golia\u201d. Noi, dal \u201ctorrente\u201d delle idee sulle quali ci siamo confrontati abbiamo scelto i nostri \u201cciottoli\u201d, le nostre proposte di programma. La \u201cfionda\u201d l\u2019abbiamo in mano insieme, governo e Parlamento. Ma di Davide ci servono il coraggio e la fiducia. Il coraggio di mettere da parte quella \u201cprudenza politica\u201d che spinge a evitare il confronto con le nostre paure, a rimanere nella valle e, se proprio decidiamo di muoverci, a farlo con indosso l\u2019armatura. Il coraggio di affrontare la sfida liberandoci dell\u2019armatura, forse lo abbiamo trovato. La fiducia \u00e8 quella che chiediamo al Parlamento e agli italiani\u201d.<\/em><\/p>\nLetta: siamo \u201ccome Davide di fronte a Golia\u201d<\/h3>\n