{"id":16301,"date":"2013-04-21T15:38:38","date_gmt":"2013-04-21T13:38:38","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=16301"},"modified":"2015-07-13T16:48:57","modified_gmt":"2015-07-13T14:48:57","slug":"i-giovani-e-la-crisi-qualcosa-puo-cambiare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/i-giovani-e-la-crisi-qualcosa-puo-cambiare\/","title":{"rendered":"I giovani e la crisi. Qualcosa pu\u00f2 cambiare"},"content":{"rendered":"
\u201cQuanti di voi hanno deciso di proseguire gli studi universitari? Quanti, invece, hanno scelto d\u2019intraprendere una vita lavorativa? Alzate la mano…\u201d. Uno, due, tre, e pochi altri, poi pi\u00f9 nulla. La platea dei giovani studenti sembra disorientata dalle domande di padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, arrivato il 18 aprile a Foligno da Roma per parlare di \u201cbene comune\u201d nell\u2019ambito della VII edizione della Settimana \u201cGiovani idee per il territorio\u201d (15-20 aprile) promossa dalla diocesi umbra.<\/p>\n
Non abbassiamo lo sguardo.<\/strong> Sprofondati nelle poltrone rosse del salone dello storico palazzo Trinci, in pieno centro a Foligno, i giovani, tutti studenti degli ultimi anni delle Secondarie, per un momento smettono di parlottare tra loro, si guardano e fanno silenzio. Le domande del missionario sono semplici e dirette e mettono a nudo tutta la difficolt\u00e0 del pensare al loro futuro in termini di progetto di vita, studiare, lavorare e chiss\u00e0 che altro ancora. Ma non demordono, non perdono la speranza: \u201cNon abbassiamo lo sguardo davanti alle difficolt\u00e0, davanti abbiamo un futuro non facile – afferma Giovanna, studentessa dell\u2019istituto magistrale – la crisi la viviamo anche dentro le nostre case, ma abbiamo la speranza che qualcosa pu\u00f2 cambiare\u201d. Le fa eco Francesco, studente del Classico, per il quale \u201cil nostro futuro dipende anche dai nostri modi di pensare, dalla partecipazione alla vita della nostra citt\u00e0\u201d. La ricetta per uscire dalla crisi attuale? \u201cCreativit\u00e0, studio, fantasia, progettualit\u00e0\u201d rispondono i due giovani che, incalzati sul come mettere in campo queste capacit\u00e0, sembrano fermarsi in una sorta di pausa di riflessione. Tornano alla memoria, allora, le parole di qualche minuto prima di padre Albanese: \u201cSo che siete delusi nelle prospettive future anche a causa della crisi. Voi, giovani, siete le vittime di un sistema aberrante, ma tornate a sognare, date un colpo d\u2019ala. I nostri nonni hanno ricostruito l\u2019Italia dalle macerie, hanno avuto l\u2019azzardo dell\u2019utopia, e ce l\u2019hanno fatta\u201d. Che in altre parole significa: \u201cNon restate alla finestra, non mettete la testa sotto la sabbia come gli struzzi, ma agite. Ci sono ingiustizie che gridano vendetta al cospetto di Dio. La crisi che sovrasta i vostri sogni \u00e8 anche dovuta alla forbice tra vertici di progresso e abissi di regresso e di disperazione, con la ricchezza concentrata nelle mani di pochi. Si tratta di cambiare le regole del gioco\u201d. Qualcuno tra gli studenti chiede: \u201cS\u00ec, ma come?\u201d.<\/p>\n <\/p>\n Andare oltre.<\/strong> La risposta del missionario non si fa attendere, ed \u00e8 secca come la domanda iniziale: \u201cCercate di studiare, conoscere, leggere. Leggiamo troppo poco. Informatevi, approfondite gli argomenti. \u00c8 solo un caso che il giornale quotidiano pi\u00f9 letto in Italia sia l\u2019edizione del luned\u00ec della \u2018Gazzetta dello Sport\u2019 e che il settimanale pi\u00f9 diffuso sia \u2018Sorrisi e Canzoni\u2019? Nulla vieta di leggerli – chiarisce Albanese – ma non fermiamoci qui, andiamo anche oltre. Non possiamo vivere nell\u2019ignoranza, dobbiamo essere soggetti attivi, cittadini responsabili. Se l\u2019Italia \u00e8 in ginocchio \u00e8 perch\u00e9 abbiamo delegato le nostre responsabilit\u00e0 a favore di logiche clientelari, la raccomandazione, a discapito della meritocrazia, la furbizia ha vinto contro il merito e questo frustra le nuove generazioni. Informarsi \u00e8 un dovere, essere informati \u00e8 un diritto, la mancanza di entrambi \u00e8 dittatura. Non svendete la vostra dignit\u00e0 per un piatto di lenticchie\u201d. Colpi ben assestati che, per\u00f2, non mettono all\u2019angolo la platea dei giovani che, anzi, pur non replicando, mostrano sempre pi\u00f9 attenzione e partecipazione.<\/p>\n <\/p>\n Nuovi stili di vita?<\/strong> Qualche studente comincia a farsi domande sul proprio stile di vita, le parole del missionario sui cellulari che grondano sangue, perch\u00e9 costruiti con materie prime dall\u2019Africa su cui speculano tanti Paesi, colpiscono e cos\u00ec vale \u201cper il diritto all\u2019acqua, al cibo, all\u2019energia pulita, che sono patrimoni dell\u2019umanit\u00e0 intera e non appannaggio di pochi\u201d. Nella discussione entrano in ballo temi come \u201csolidariet\u00e0 e sussidiariet\u00e0\u201d. \u201cNon serve una solidariet\u00e0 intrisa di paternalismo o di elemosina – dice il comboniano – ma di coraggio nel condividere. I problemi della comunit\u00e0 sono anche i miei e i miei sono della comunit\u00e0. Non pu\u00f2 esistere una solidariet\u00e0 a compartimenti stagni. La sussidiariet\u00e0 non \u00e8 altro che la corresponsabilit\u00e0 dei cittadini attivi che si adoperano per il bene comune. Le ingiustizie sono una minaccia per tutti, sia per i ricchi sia per i poveri\u201d. Nel salone risuonano, ora, le parole tratte dal libro del Sinodo diocesano dei giovani del 2004, di cui questa Settimana \u201cGiovani idee per il territorio\u201d \u00e8 un frutto concreto: \u201cNella cittadinanza si esprime la dimensione dell\u2019appartenenza civile e sociale dei giovani\u201d. \u00c8 questo il modo per \u201crendere la citt\u00e0 e il territorio luoghi di speranza. Il futuro delle nostre citt\u00e0 dipende dal modo di pensare e di vivere dei suoi cittadini. La sfida – chiosa padre Albanese, rivolgendosi questa volta agli adulti, educatori e docenti, presenti in sala – \u00e8 culturale non solo politica ed economica\u201d. Il futuro, oggi pi\u00f9 che mai, si costruisce insieme.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" \u201cQuanti di voi hanno deciso di proseguire gli studi universitari? Quanti, invece, hanno scelto d\u2019intraprendere una vita lavorativa? Alzate la mano…\u201d. Uno, due, tre, e pochi altri, poi pi\u00f9 nulla. 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