{"id":15580,"date":"2013-03-15T10:35:00","date_gmt":"2013-03-15T09:35:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=15580"},"modified":"2013-03-15T10:35:02","modified_gmt":"2013-03-15T09:35:02","slug":"palazzo-mancinelli-quella-non-e-una-crosta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/palazzo-mancinelli-quella-non-e-una-crosta\/","title":{"rendered":"Palazzo Mancinelli: quella non \u00e8 una \u201ccrosta\u201d!"},"content":{"rendered":"

\"affresco\"<\/a>Sembrava una \u201ccrosta\u201d, anche se la tradizione popolare e qualche documento potevano far ipotizzare che fosse un affresco del XVII secolo. Ora, per\u00f2, quasi al termine del delicato lavoro di restauro, il viso della Vergine con Bambino si \u00e8 rivelato molto pi\u00f9 antico. E molto pi\u00f9 bello.
\nStiamo parlando dell\u2019affresco staccato, conservato fino a pochi mesi fa in una polverosa teca all\u2019interno della chiesa di Santa Maria del Fiume, a Palazzo Mancinelli a Gualdo Tadino.
\nSecondo la tradizione, infatti, il lacerto di affresco, noto come Maest\u00e0 di Laentro, arriverebbe dalla chiesa situata circa 300 metri a nord dell\u2019attuale chiesa parrocchiale, chiesa distrutta nel XVII secolo da un\u2019esondazione del torrente Rio Secco e poi riedificata, nel corso del XVII secolo nell\u2019attuale posizione, dopo un lungo braccio di ferro della popolazione con l\u2019allora parroco, contrario alla sua edificazione, ma con il consenso del Vescovo.
\nL\u2019affresco staccato fa riferimento ad un culto antichissimo, evidenziato dall\u2019epiteto greco della Vergine (l_ en t_ r_, \u201capparsa sul fiume\u201d) tradotto nell\u2019attuale \u201cMadonna del fiume\u201d, cui \u00e8 intitolata la chiesa parrocchiale.
\nFinora tutti, esperti di storia dell\u2019arte e studiosi di storia locale, avevano ritenuto quell\u2019affresco secentesco: le forme e la tipologia del colore sembravano inconfondibili. Tuttavia, al termine della scorsa estate, un esame accurato da parte di due restauratrici aveva evidenziato che il grossolano lavoro di restauro compiuto con della semplice tempera \u2013 probabilmente da una sfollata romana ai tempi della Seconda guerra mondiale \u2013 aveva completamente coperto la sottostante immagine, che poteva essere, quindi, molto differente.
\nIl parroco di San Facondino, don Michele Zullato, decise allora di far ripulire e restaurare l\u2019affresco. Ecco allora la sorpresa: sotto la tempera stesa dalla diligente sfollata e sotto altri due o tre approssimativi lavori di ritocco, sono apparsi colori e persino forme molto differenti, tanto che l\u2019immagine risulta oggi praticamente irriconoscibile ma, ad un occhio esperto, sicuramente molto pi\u00f9 antica: di almeno un secolo e mezzo.
\n\u201cScuola di Matteo da Gualdo\u201d hanno sentenziato gli esperti, vale a dire fra la fine del XV e l\u2019inizio del XVI secolo. Insomma: non una \u201ccrosta\u201d ma un affresco di valore non solo storico-documentario, ma anche artistico. Non solo: questo prova che la distrutta chiesa era molto pi\u00f9 antica. Un altro passo per dimostrare l\u2019origine altomedievale del culto della Maest\u00e0 di Laentro.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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