{"id":1541,"date":"2001-05-11T00:00:00","date_gmt":"2001-05-10T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1541"},"modified":"2015-07-08T15:30:59","modified_gmt":"2015-07-08T13:30:59","slug":"accogliere-questo-dono-non-mi-e-stato-gravoso","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/accogliere-questo-dono-non-mi-e-stato-gravoso\/","title":{"rendered":"“Accogliere questo dono non mi \u00e8 stato gravoso”"},"content":{"rendered":"
Il volto giovanile sotto la mitra episcopale in equilibrio instabile, di chi non \u00e8 abituato a copricapi neppure modesti, e poi gli occhi lucidi e la voce rotta dall’emozione. E’ forse con questi tratti poco solenni ed ufficiali che la gente di Foligno e gli amici che sono venuti da tutta l’Umbria e da Roma, ricorderanno “don Peppino” nel giorno della sua ordinazione episcopale. La cattedrale di Foligno si \u00e8 accesa a pi\u00f9 riprese in caldi applausi che volevano raggiungere ed abbracciare don Giuseppe Betori, ora vescovo segretario generale della Conferenza episcopale italiana. E’ stato un lungo saluto, proseguito con la cena al seminario diocesano, lieto, come ha detto il vescovo di Foligno mons. Arduino Bertoldo, “perch\u00e9 siamo certi di aver donato alla Chiesa italiana un uomo dotto ma anche dalle grandi doti umane” e nello stesso tempo triste perch\u00e9 “la diocesi perde un sacerdote preparato, zelante, umile, e vero educatore di giovent\u00f9”. Don Giuseppe alla fine della liturgia con decisione ed emozione ha dato voce ai suoi sentimenti e cos\u00ec, prima di tutto, ha ringraziato Dio. “Tutta la mia vita, fino al dono grande di questo giorno, \u00e8 stata una continua Rivelazione” dell’amore del Padre. “Accogliere questo dono – ha aggiunto – non mi \u00e8 stato gravoso” per l’aiuto ricevuto da Dio, un aiuto che “ha assunto tanti volti: alcuni oggi mi guardano dal cielo, molti sono in questa cattedrale”. Ha dovuto interrompersi pi\u00f9 volte il neo- vescovo e la gente ha “coperto” il silenzio dell’emozione con caldi applausi. Don Betori ha ricordato i genitori, i preti della diocesi, i suoi vescovi, le parrocchie (in particolare Cave e S. Giacomo), i seminari in cui si \u00e8 formato (Foligno, Assisi, Roma), l’Istituto teologico di Assisi, gli “adulti ed i giovani di Azione cattolica e dell’Istituto San Carlo (e qui un altro silenzio ha interrotto la lettura) e la comunit\u00e0 civile di Foligno e dell’Umbria. Di ciascuno ha dato pennellate di vita, quanto basta per dire come tutto sia stato utile, seppure in modi ed in misura diversa, alla sua crescita umana e spirituale.Betori ha ripercorso con la memoria anche i dieci anni di servizio presso la Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana, anche qui ricordando volti e nomi di tante persone: laici sacerdoti e vescovi e in particolare mons Ruini e mons. Antonelli con i quali \u00e8 “cresciuto nella conoscenza e nell’amore per le Chiese che sono in Italia e nella sollecitudine per il bene del nostro Paese; con loro – ha aggiunto – si \u00e8 rafforzata in me la devozione e la fedelt\u00e0 per il Santo Padre” a cui ha espresso la sua gratitudine per la nomina a vescovo Segretario generale della Cei. “A tutti voi chiedo – ha concluso – di aiutarmi a servire la Chiesa sostenendo la comunione dei Vescovi italiani con umilt\u00e0 e carit\u00e0 e, con la sola arma del Vangelo, a servire la verit\u00e0 in questa nostra terra, perch\u00e9 risplenda di santit\u00e0”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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