{"id":1512,"date":"2001-09-14T00:00:00","date_gmt":"2001-09-13T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1512"},"modified":"2015-07-09T13:15:17","modified_gmt":"2015-07-09T11:15:17","slug":"il-terrorismo-e-il-nazismo-del-xxi-secolo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-terrorismo-e-il-nazismo-del-xxi-secolo\/","title":{"rendered":"Il terrorismo \u00e8 il nazismo del XXI secolo"},"content":{"rendered":"
Pensavamo che gli orrori del secolo appena concluso appartenessero ad un passato non pi\u00f9 ripetibile e che la lezione dell’olocausto avesse per sempre vaccinato contro i mostri che nascono dal “silenzio della ragione”. Non \u00e8 vero: il terrorismo, cos\u00ec come si presenta oggi, \u00e8 il nazismo del Ventunesimo secolo e non sar\u00e0 facile cancellare la sua ombra dalle nostre vite quotidiane. E questo terrorismo \u00e8 la ripresa in forma nuova della logica nazista perch\u00e9: a) Considera il mondo con la mentalit\u00e0 delirante di chi lo vede diviso nettamente tra un Impero del bene e un Impero del male, in questo caso la civilt\u00e0 occidentale, da distruggere con tutti i mezzi. Non contano, in tale ottica, le persone, le loro esistenze, la loro dignit\u00e0; esse sono mezzi per la realizzazione del disegno di lotta contro il Male supremo: sono mezzi le vittime, meri numeri della contabilit\u00e0 del terrore da esibire come testimonianza del successo delle azioni distruttive compiute, sono mezzi quanti vengono scelti come carnefici, che si auto-immolano per la Causa. b) Non ha come fine nessun obiettivo concreto e determinato, per esempio la soluzione dei tanti problemi dei paesi su cui pesa l’incubo del sottosviluppo o dei conflitti che lacerano molte zone del pianeta. Ci\u00f2 a cui mirano non \u00e8 comprensibile con nessuna misura razionale: \u00e8 unicamente la proiezione di una fissazione paranoica, per cui la terra va liberata da chi si ritiene nemico dei valori supremi che si crede di rappresentare. d) Non tollera ci\u00f2 che \u00e8 diverso, ci\u00f2 che \u00e8 incompatibile con i propri principi, ci\u00f2 che non rientra nei canoni della Verit\u00e0 di cui ci si crede i soli portatori. Per questo considera tutto il mondo in un perenne stato di guerra, che non finir\u00e0 finch\u00e9 il Nemico non sar\u00e0 abbattuto del tutto. Non ci dobbiamo meravigliare che il terrorismo attuale non faccia differenza tra civili e militari. Dal suo punto di vista \u00e8 sufficiente far parte del mondo occidentale per essere considerato un nemico oggettivo, anche se non esiste nessuna colpa specifica da attribuire alle vittime, adulti, vecchi, bambini: la vere e sola Colpa \u00e8 essere diversi, riconoscersi nei principi della civilt\u00e0 liberale e democratica, essere “infedeli”. e) Contro questa follia non serve portare argomenti razionali: chi ne \u00e8 affetto ha gi\u00e0 deciso tutto prima che noi possiamo semplicemente cominciare a parlare con lui. Vive in un mondo a parte in cui conta unicamente la sua immaginazione patologica basata sull’idea di una gigantesca trama universale ordita contro l’Islam e in cui nessun fatto concreto conta, nessun invito a riflettere, nessuna mano tesa, nessun dialogo. Cosa deriva da tutto ci\u00f2? Direi quanto segue. Rispetto al terrorismo, ma anche alle sue matrici ideologiche, radicate in questa profonda avversione ai principi della civilt\u00e0 democratica (avversione che ha fatto e fa molti proseliti pure in movimenti nostrani, da cui anche recentemente sono venute “dichiarazioni di guerra” contro questa civilt\u00e0) non si pu\u00f2 stare a met\u00e0 strada: o di qua o di l\u00e0. E chi, anche all’interno dei nostri paesi, usa, pur solo in parte, le loro categorie mentali, deve sottostare alla condizione minima di ogni societ\u00e0 democratica: chi non accetta di tollerare gli altri e di usare la parola anzich\u00e9 la violenza va perseguito come la legge prescrive. Questo significa che ogni tentativo di giustificare il terrorismo da cui \u00e8 nato l’attentato a New York, qualsiasi forma assuma, va respinto, cos\u00ec come va condannato, d’ora in poi senza attenuante alcuna, ogni accenno a simpatizzare, non solo nei fatti ma anche nelle parole, con esso. E’ tempo di prendere sul serio chi dichiara guerra al nostro sforzo di costruire una societ\u00e0 pacifica, tollerante, pluralistica ( e inevitabilmente fallibile) ed \u00e8 tempo di stabilire dei paletti fermi al dialogo, che vale solo con chi ne accetta previamente le regole. Come ammoniva Popper, quando una democrazia \u00e8 debole verso i suoi nemici, interni ed esterni, \u00e8 destinata a soccombere: e oggi tutto il mondo, tutte le istituzioni, ogni singola persona, devono sentirsi impegnati nella lotta contro questa minaccia, che non va a un paese specifico ma alla civilt\u00e0 libera. Giustificare quanto \u00e8 accaduto, per esempio, richiamandosi alle condizioni politiche di certe parti del mondo e alle tensioni che le contraddistinguono, significa non solo non aver capito la natura di tale terrorismo -i cui protagonisti sono i primi a non essere minimamente interessati a queste questioni, che appaiono futili dinanzi al loro disegno, che \u00e8 nientemeno di salvare il mondo dal Male assoluto che la nostra civilt\u00e0 rappresenta ai loro occhi-, ma anche essere, in vari gradi e talvolta inconsapevolmente, conniventi con esso. Non \u00e8 pi\u00f9 tempo di ammiccare ambiguamente, di dire “s\u00ec, \u00e8 orribile, ma…”, di ragionare con riserve mentali pi\u00f9 o meno esplicitate; \u00e8 tempo invece di mobilitare ognuno di noi contro la minaccia che incombe sui valori per i quali, come ricordava il Presidente della repubblica Ciampi, 52 milioni di uomini sono morti combattendo a causa del nazismo. Le nostre societ\u00e0 continueranno ad aprire le porte ai rappresentanti di altre culture, a praticare il dialogo con chi ci crede, a ospitare il diverso; ma da oggi in poi dovranno saper discriminare meglio di quanto non abbiano fatto fino ad ora, nelle politiche dei governi, nelle sedi sovranazionali, cos\u00ec come nei loro comportamenti quotidiani, tra chi intende convivere, rispettato nella sua differenza, in pace con gli altri e chi al contrario, nei modi pi\u00f9 diversi, strumentalizza le garanzie della libert\u00e0 per distruggere quello che in tante generazioni, da questa parte del mondo, si \u00e8 cercato di costruire, a partire dall’accettazione della democrazia, in difesa della dignit\u00e0 della persona. Non sono d’accordo con quanti dicono che dall’ 11 settembre la storia del mondo cambier\u00e0 totalmente; credo invece sia pi\u00f9 giusto affermare che le nostre societ\u00e0 democratiche saranno chiamate a vivere con pi\u00f9 coerenza gli ideali cui si ispirano, tra i quali non c’\u00e8 mai stata l’accettazione o la tolleranza della violenza e tanto meno la debolezza contro chi, terrorista o non terrorista, la usa o la propaganda o la giustifica come mezzo politico.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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