{"id":15,"date":"2011-12-13T11:41:04","date_gmt":"2011-12-13T09:41:04","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=15"},"modified":"2015-08-07T10:45:29","modified_gmt":"2015-08-07T08:45:29","slug":"lo-sporco-gioco-della-tratta-e-della-droga","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lo-sporco-gioco-della-tratta-e-della-droga\/","title":{"rendered":"Lo sporco gioco della \u201ctratta\u201d e della droga"},"content":{"rendered":"

\"\"<\/a>La piccola Umbria non \u00e8 solo \u201cil cuore verde d\u2019Italia\u201d – secondo il celebre slogan turistico degli anni Settanta – ma \u00e8 anche crocevia del traffico internazionale della droga e della \u201ctratta\u201d di giovani donne, soprattutto dell\u2019 Europa dell\u2019Est, costrette a prostituirsi sui marcipiedi di tutta Italia. Le ultime operazioni di polizia lo confermano. La scorsa settimana, in un solo giorno, i carabinieri con due diverse indagini hanno sgominato due bande, in gran parte costituite da albanesi, che con promesse varie facevano arrivare in Umbria dalla Romania donne di quel Paese per poi, con ricatti ed anche violenze fisiche, sfruttarle come prostitute.<\/p>\n

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I carabinieri di Todi, diretti dal capitano Marcello Egidio, con l\u2019operazione \u201cArtur\u201d hanno arrestato cinque albanesi, imparentati tra loro, che da alcuni anni si erano trasferiti a Todi, Perugia e Gualdo Cattaneo. Con l\u2019aiuto di un romeno, per ora sfuggito alla cattura, reclutavano giovani donne in Romania alle quali offrivano alloggio in appartamenti di Perugia. Sequestravano i loro documenti di identit\u00e0 e le facevano prostituire nelle stradi \u201ca luci rosse\u201d di Perugia, Todi e dell\u2019Orvietano. Si facevano consegnare met\u00e0 degli incassi (le tariffe erano di 50 euro a prestazione) in cambio della protezione. Questo perch\u00e9 i marciapiedi ed i tratti di queste strade a luci rosse sono divisi e controllati dalle varie bande con \u201cregolamenti di conti\u201d in caso di sconfinamenti e contese. Le donne sfruttate, in base a questo \u201ccodice\u201d che regola la vita sulle strade, dovevano pagare 2.000 euro per farsi restituire il passaporto o se volevano passare nella \u201cscuderia\u201d di altri protettori. La banda di albanesi (altri due sono ancora ricercati) gestiva anche un traffico di stupefacenti, e talvolta le giovani donne venivano utilizzate come copertura nei viaggi dei \u201ccorrieri\u201d per i rifornimenti di droga.<\/p>\n

\u00c8 partita invece da Treviso l\u2019altra operazione dei carabinieri, chiamata \u201cCalibro\u201d, con la quale \u00e8 stata sgominata un\u2019altra banda di una decina di persone tra albanesi e romeni che spacciavano ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, e sfruttavano la prostituzione di giovani romene tra il Veneto e l\u2019Umbria. Due delle ordinanze di custodia cautelare sono state notificate a due giovani albanesi residenti a Citerna e San Giustino Umbro, gi\u00e0 in passato arrestati per analoghe vicende. La banda controllava una decina di donne che facevano prostituire sul Terraglio, la principale strada che unisce Treviso con Mestre. I carabinieri hanno accertato che gli albanesi fingevano di fidanzarsi con le giovani donne reclutate in Romania. Quando poi arrivavano in Italia, con la violenza le costringevano a prostituirsi. Erano altrettanto spietati con le bande rivali, ed in alcune occasioni erano anche ricorsi all\u2019 uso delle armi sparando contro auto e case dei \u201cconcorrenti\u201d.
\nSoltanto negli ultimi mesi sono tante le operazioni di questo tipo che hanno impegnato le forze di polizia dell\u2019Umbria nel contrasto ad organizzazioni criminali che spesso gestiscono contemporaneamente il traffico della droga e la prostituzione. Nel luglio scorso, ad esempio, un\u2019indagine dei carabinieri di Perugia aveva portato alla emissione di 31 ordinanze di custodia cautelare per spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione, eseguite in otto diverse province di varie regioni italiane, mentre ad agosto la polizia aveva sequestrato quattro appartamenti a Citt\u00e0 di Castello dove si esercitava la prostituzione. Ad ottobre uno speciale servizio di controllo sulle strade disposto dal questore di Perugia Nicol\u00f2 D\u2019Angelo aveva portato al fermo per l\u2019identificazione di 39 giovani prostitute, quasi tutte romene, alcune delle quali sono state poi espulse perch\u00e9 non in regola con il permesso di soggiorno. Venerd\u00ec scorso infine la squadra mobile ha arrestato a Perugia tre cinesi e chiuso in citt\u00e0 due centri dove avvenenti ragazze orientali praticavano \u201cmassaggi romantici\u201d per 80 euro.
\nSono solo alcuni recenti esempi a dimostrazione della rilevanza del fenomeno dello sfruttamento della prostituzione in Umbria e dell\u2019impegno con cui viene affrontato da polizia e carabinieri. Ma la prostituzione non pu\u00f2 essere solo un problema di polizia: per aiutare le persone che si prostituiscono, i nuovi schiavi, non bastano le manette e le varie ordinanze che multano i loro clienti.<\/p>\n

Se non vedo \u2026 non c\u2019\u00e8!<\/p>\n

Droga e prostituzione, due problemi rilevanti anche in Umbria, che per\u00f2 vengono percepiti ed affrontati in modo diverso. Sul problema della droga, opinione pubblica e politica si sono mobilitati sul fronte della sicurezza e su quello della educazione e prevenzione. Venti morti nei primi undici mesi dell\u2019anno (l\u2019ultima vittima nei giorni scorsi \u00e8 una tossicodipendente perugina quarantenne) costringono la societ\u00e0 ad interrogarsi e ad agire. Sulla prostituzione si avverte invece una sorta di reticenza e forse anche di ipocrisia. O meglio, il problema esiste in quanto la visibilit\u00e0 in strada delle persone che si prostituiscono reca disturbo ai cittadini \u201cbenpensanti\u201d. Il problema, da questo punto di vista, si pu\u00f2 risolvere \u201coccultandolo\u201d. In fondo, a questo servono recenti norme ed ordinanze che multano i clienti di strada. Non quelli pubblici delle cosiddette escort, che un tempo venivano definite con parole pi\u00f9 infamanti. Escort che affollano i talk show televisivi, rilasciano interviste ben pagate, fanno carriera in societ\u00e0, nello spettacolo e finiscono anche nelle liste elettorali. Modelli da imitare secondo certe mamme, stando almeno alle intercettazioni telefoniche di recenti indagini. Dibattiti in televisione, con pseudopinionisti, sul sacrosanto diritto di \u201cutilizzare\u201d il corpo con gli \u201cutilizzatori finali\u201d per farsi largo in una societ\u00e0 che non lascia spazio ai giovani. Sono questi, prevalentemente, i temi di oggi dell\u2019argomento prostituzione. Di loro, le schiave, le vittime della strada, si parla solo come fatti di cronaca nera quando vengono uccise o quando si ribellano in modo clamoroso. Storie da raccontare, da fiction, e che come tutte le fiction vengono presto cancellate da altre storie ed altre fiction. Il dramma quotidiano dell\u2019illusione del facile guadagno, della necessit\u00e0, dell\u2019 inganno, delle violenze morali e fisiche sulla strada o in squallidi appartamenti, il pi\u00f9 delle volte resta sommerso anche in Umbria.<\/p>\n

Anche la mafia fa affari sfruttando la prostituzione<\/p>\n

\u00c8 difficile trovare numeri attendibili sul fenomeno prostituzione in Umbria. Un\u2019indagine del 2008 del Gruppo Abele stimava che le donne ed i minori che esercitavano in quel periodo la prostituzione in Umbria fossero da un minimo di 1.345 ad un massimo di 1.850. Gran parte di loro (da 800 a 1.100) \u201cbattendo\u201d in strada.<\/p>\n

Il 21 novembre scorso il sostituto procuratore antimafia per l\u2019Umbria, Antonella Duchini, nell\u2019 audizione a palazzo Cesaroni presso la Commissione d\u2019inchiesta sulle infiltrazioni mafiose, aveva sottolineato che tra le attivit\u00e0 della mafia nella nostra regione (edilizia, riciclaggio del denaro sporco, gioco d\u2019azzardo e droga) c\u2019\u00e8 anche la prostituzione nei locali notturni spacciati per club privati. Lo stesso magistrato nel marzo scorso, in occasione della Giornata della memoria e dell\u2019impegno in ricordo delle vittime delle mafie, aveva detto che \u201cl\u2019Umbria – considerata dalle stesse organizzazioni mafiose un territorio appetibile perch\u00e9 non a rischio al pari della bassa Toscana – \u00e8 diventata meta finale della tratta degli esseri umani. Qui – aveva aggiunto – vengono concentrati elementi pericolosi veri e propri criminali per organizzare ad esempio la prostituzione sulle strade. Tratta di esseri umani significa ad esempio costringere giovani donne a prostituirsi. Guai pensare che scendere ogni sera sui marciapiedi sia una libera scelta\u201d.
\nNei mesi scorsi, in un\u2019altra audizione della stessa Commissione regionale sulle infiltrazioni mafiose il generale dei carabinieri Claudio Curcio, comandante della legione Umbria, aveva parlato anche del problema della prostituzione, citando in particolare quella gestita da organizzazioni di nigeriani \u201cesercitata – aveva detto – in modo molto duro, con forme di intimidazione violenta, fino alla riduzione delle donne in schiavit\u00f9\u201d.<\/p>\n

Numero verde antitratta<\/p>\n

Il Comune di Perugia ha istituito un numero verde \u201cantitratta\u201d ed ha deciso di costituirsi parte civile nei processi in cui ci sono imputati di sfruttamento della prostituzione. Il sindaco Wladimiro Boccali definisce questi provvedimenti \u201cprima di tutto un segno di civilt\u00e0, oltre che un dovere da parte di una Amministrazione che intende colpire non le persone sfruttate, ma gli sfruttatori\u201d. Il Comune – si legge in un suo comunicato non recente – \u201ccon una serie di progetti ha messo in campo molteplici servizi cui le donne sfruttate, ridotte in schiavit\u00f9, costrette alla prostituzione, possono rivolgersi. Con il progetto Free Women si \u00e8 voluto dare un sostegno concreto a queste persone, una possibilit\u00e0 di recupero e reinserimento nella nostra societ\u00e0. E contemporaneamente, restituire dignit\u00e0 a chi, suo malgrado, non ne aveva pi\u00f9. \u00c8 stato anche istituito il numero verde antitratta 800 290 290, chiamando il quale \u00e8 possibile segnalare situazioni a rischio o comunque meritevoli di approfondimento da parte delle forze dell\u2019 ordine e dei servizi sociali\u201d.<\/p>\n


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