{"id":1491,"date":"2001-04-12T00:00:00","date_gmt":"2001-04-11T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1491"},"modified":"2015-07-29T15:37:22","modified_gmt":"2015-07-29T13:37:22","slug":"i-giovani-vanno-seguiti-e-ascoltati-al-primo-posto-la-famiglia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/i-giovani-vanno-seguiti-e-ascoltati-al-primo-posto-la-famiglia\/","title":{"rendered":"I giovani vanno seguiti e ascoltati. Al primo posto la famiglia"},"content":{"rendered":"

Come gi\u00e0 annunciato nell’ultimo numero nei giorni 6 e 7 aprile, in preparazione alla Giornata mondiale dei giovani (8 aprile), su iniziativa della diocesi, \u00e8 stato tenuto, parte in vescovado, parte nella Sala Lucidi di S. Rocco, il Convegno “Educare insieme”, allo scopo di identificare ogni possibile convergenza fra le varie agenzie educative di citt\u00e0 e diocesi. Ci dispiace che un contrattempo ci abbia privato, nella Tavola rotonda, dell’intervento gi\u00e0 programmato, di un sindaco, in rappresentanza degli enti locali. Tutto dunque secondo il programma stabilito, se si eccettua, specialmente il primo giorno, la mancanza di tempo in ordine ai lavori previsti. Come ha detto il prof. Mollo, moderatore della Tavola rotonda del mattino, \u00e8 necessario ritrovarsi ancora, anzi addirittura vedersi periodicamente, poich\u00e9 l’identificazione delle possibili convergenze e vie concrete di attuazione, necessita di un continuo aggiornamento, come pure di regolari verifiche. Frutto positivo del Convegno \u00e8 stata soprattutto l’esperienza della necessit\u00e0, per giunta molto gratificante, di ritrovarsi e confrontarsi per un’integrazione che fatta salva l’identit\u00e0 delle singole istituzioni, appare assolutamente improrogabile. Ugualmente, va promosso in ogni modo il dialogo con ragazzi e giovani, cui non abbia a mancare, finalmente, la testimonianza degli adulti. Ci dispiace, per ragioni di spazio, di dover rimandare a numeri successivi i ragguagli sulla giornata del 7 aprile (interventi dei professori dell’Universit\u00e0 Salesiana, applauditissimi), come pure sulla relazione Milella del 6 aprile. Non \u00e8 male, d’altra parte, non fare indigestioni, tanto \u00e8 il materiale da esaminare. Un ringraziamento particolare a mons. Arcivescovo che, sulla base dell’esperienza di questa Quaresima, nei 28 incontri con altrettanti gruppi di giovani nelle Unit\u00e0 pastorali, sera dopo sera, \u00e8 andato sensibilizzando la diocesi intera sul tema oggi assolutamente prioritario: quello appunto dei giovani, cui un’educazione frammentaria e senza alcuna coordinazione, servirebbe a ben poco, anzi contribuirebbe ad aumentare proprio lo sballo. Ci limitiamo, questa volta a dire della Tavola rotonda delle istituzioni (7 aprile), moderata magistralmente dal prof. Mollo. Come gi\u00e0 in programma, la tavola rotonda con la quale si \u00e8 aperto il Convegno venerd\u00ec mattina 6 aprile, ha dato modo alle varie istituzioni cittadine di esprimersi in merito ai problemi dell’educazione valoriale dei giovani, ai fini della necessaria integrazione, nella fedelt\u00e0 alle comuni radici culturali, contro invece quella cultura dello sballo che sta oggi imperversando. Ha diretto i lavori il prof. Gaetano Mollo, dell’Universit\u00e0 di Perugia, di cui \u00e8 ben nota la grande passione e competenza su di un tema pi\u00f9 volte da lui affrontato in opere varie. Hanno cos\u00ec parlato per i dirigenti scolastici, la prof.ssa Rossella Curradi, preside del Liceo classico di Spoleto; per l’Asl n. 3, la dott.ssa Paola Coccia; per i convitti e collegi, il dott. Paolo Simoneschi, direttore del Convitto Inpdap di Spoleto; per le associazioni giovanili, il geom. Gianni Burli, allenatore Societ\u00e0 sportiva boxe, Spoleto; per gli insegnanti, la prof.ssa Giulia Fiorani del Liceo scientifico di Spoleto; per il presbiterio diocesano, don Vito Stramaccia, parroco di S. Nicol\u00f2 di Spoleto; per le famiglie, l’ing. Vincenzo Rossi. Abbiamo avuto infine anche il gradito intervento della dott.ssa Carmela Lo Giudice Sergi, direttore regionale della scuola dell’Umbria. Riportiamo in estrema sintesi il nucleo centrale di ogni intervento, cos\u00ec come abbiamo potuto raccoglierlo dalle labbra dei singoli relatori. LA SCUOLA E I VALORIFino a qualche anno fa – ha detto la preside Curradi – il problema non si poneva. Non era necessario che la scuola facesse riferimento ad alcun sistema valoriale. Tutto si risolveva con criteri piuttosto riduttivi. Oggi invece non basta accennare a un minimo di rispetto per i valori altrui. La sfida si eleva: il problema assume una incisivit\u00e0 pi\u00f9 profonda e magari dolorosa. E’ necessario un maggior impegno, anche in senso contenutistico. Si avvia tutto un nuovo percorso. Fortunatamente, e un caloroso grazie va all’Arcivescovo, ci sono occasioni come quella di oggi, che assumono un grande significato, purch\u00e9, naturalmente, si continui.ISTITUZIONI E INTEGRAZIONEParlando anche a nome dell’Amministrazione comunale, la dott.ssa Coccia accenna alla gravit\u00e0 della situazione tra i giovani. Muovendosi con ottica sanitaria, fa esplicito riferimento al fatto che la sanit\u00e0 non \u00e8 solo del corpo, ma anche dell’animo il quale ha anch’esso le sue patologie. Guai per\u00f2 se il problema venisse delegato interamente all’istituzione sanitaria. E’ necessario invece che tutti i soggetti e le agenzie di educazione trovino la giusta intesa per un comune piano di azione: al primo posto sia sempre la famiglia. A volte i ragazzi appaiono sofferenti e rabbiosi, ma non \u00e8 un motivo per interventi drastici. I ragazzi vanno seguiti e ascoltati. E’ quella che poi il prof. Mollo chiama “autonomia responsabile”. COLLEGI E CONVITTIIl dott. Simoneschi, parlando del Convitto da lui diretto, accenna alla difficolt\u00e0 attuale, dal momento che il Convitto, dapprima Enpas, oggi \u00e8 Inpdap: prima soltanto per orfani, oggi figli comunque di dipendenti statali. Ci\u00f2 comporta la possibilit\u00e0 di eziologie negative anche diverse; prima tutto poteva ricondursi alla condizione di orfani, oggi entrano in gioco altre componenti. Educare ai valori esige infatti di conoscere a fondo il soggetto, risalire agli anni perfino dell’infanzia, leggere il soggetto a livello tanto psicologico che ambientale e sociale. Altra difficolt\u00e0 \u00e8 quella della rapidit\u00e0 dei tempi, sia nella societ\u00e0, che nelle fasi di crescita. Si aggiungano le difficolt\u00e0 scolastiche. In una parola, si avverte necessit\u00e0 di una empatia che non sempre \u00e8 la pi\u00f9 facile. E ci\u00f2 in ordine anche al rapporto scuola-lavoro, che oggi non \u00e8 pi\u00f9 possibile ignorare, tanto pi\u00f9 che il lavoro \u00e8 esso stesso valore. ASSOCIAZIONISOPRATTUTTO SPORTIVEL’allenatore Burli, esprime anzitutto il suo grazie vivissimo all’arcivescovo mons. Fontana (cosa che \u00e8 stata di tutti) per aver fornito alla citt\u00e0 questa magnifica occasione di confronto. Lo sport – egli dice – esige che il ragazzo vada continuamente alla ricerca di se stesso, delle proprie doti atletiche, di equilibrio psicologico, sulla via di uno sviluppo che non deve mai arrestarsi. Burli accenna anche alla sua esperienza di capo scout, e alla necessit\u00e0 di un familiarizzare amico sulla linea del sostegno e della fiducia. Si abbia sempre tanta attenzione al valore del “dare”, poich\u00e9 \u00e8 questo uno dei primi valori e lo sport lo esige assolutamente. Di qui, ogni altro valore: realizzazione di s\u00e9, costruzione della societ\u00e0, spirito agonistico (non antagonistico), sostegno vicendevole in un’et\u00e0 cos\u00ec fragile. Controllo emozionale, alto senso dei vari ruoli e del loro intreccio, attenzione all’altro. E ricondurre sempre tutto alla famiglia. Superare cos\u00ec ogni egocentrismo. INSEGNAMENTOLa prof.ssa Fiorani insiste particolarmente sulla cultura come radice di formazione valoriale, come orizzonte di entusiasmo e di bellezza, che deve confrontarsi non solo con il male da eliminare ma con il bene da potenziare. Ma noi adulti – si \u00e8 domandata – che cosa diamo di fatto ai giovani, in scuola e fuori scuola? Come comunicare una passione che uno non possiede? Lo sballo dei giovani? Ma esso \u00e8 anzitutto degli adulti. Necessario quindi un calore maggiore, ed anche una fede maggiore. Cos\u00ec non si andr\u00e0 disperdendo ed esaurendo quel mare di attese che ferve inizialmente nell’anima dei giovani, d’altra parte sottoposti alla pressione consumistica, per la quale, purtroppo, misura del tutto resta soltanto il guadagno. LA CHIESADon Vito, ricordando la sua esperienza non solo sacerdotale (16 anni) ma culturale nell’Ateneo Salesiano di Roma, insiste particolarmente sul valore della reciprocit\u00e0 come aiuto e sostegno, preoccupandoci sempre di dare l’essenziale (ricorda una giovane che morendo dice alla mamma:”Mi hai dato tante cose, ma non mi hai dato l’indispensabile”) ed inoltre educando allo spirito comunitario, superando quindi tanto l’arroganza che la diffidenza (storiella del ragno e dello scorpione). Scoprire invece nell’altro non solo le capacit\u00e0 ma la via giusta per la loro promozione e valorizzazione. E quindi un’altra piccola storia, di un pap\u00e0 e del suo bambino nella ricostruzione di una mappa. Porsi sempre al servizio degli ultimi, ascoltare tutti. N\u00e9 gigantismo n\u00e9 abnorme nanismo. LA FAMIGLIAL’ing. Rossi, constatato che, distrutta ogni cosa e violentata la societ\u00e0, non ne resta che l’anima, e cio\u00e8 la famiglia, raccomanda che proprio dalla famiglia riparta l’educazione, e con la famiglia il dialogo, il rispetto (anche di se stessi, cominciando da quel “conosci te stesso” che fu gi\u00e0 degli antichi), in una sintonia che \u00e8 anche comunanza di antiche radici. Guardare in alto, non solo assecondando il talento, ma inseguendo il sogno, cio\u00e8 lo scopo che ogni vita deve avere. Ognuno di noi vive per un fine che \u00e8 irrinunciabile e occorre quindi scoprirlo. Ci\u00f2 che si fa in vita riecheggia nell’entit\u00e0. Tutto quindi un discorso di motivazioni e risorse, sostenute da un’adeguata capacit\u00e0 di scelta in piena e autentica libert\u00e0. Il prof. Mollo commenta: “Libert\u00e0 da… libert\u00e0 di… libert\u00e0 per…”.E ogni giovane comprenda che non conta solo il “fare” ma il “come si fa”. SENSO DI RESPONSABILIT\u00c8La dott.ssa Carmela Lo Giudice, richiamando il grande Merton, insiste, anche per la scuola, sulla necessit\u00e0 di educare al senso dell’altro, quindi niente fuga dall’impegno (suicidarsi, dimenticare, non pensare, oppure dire, “sono fatti degli altri”). No, la societ\u00e0 siamo noi. Dunque, senso di responsabilit\u00e0 e socializzazione in una scuola dove “si cresce insieme”. Per questo, sono per\u00f2 necessarie delle regole, ed anche ad esse occorre educare, poich\u00e9 senza le regole \u00e8 il caos. Fin qui gli interventi. Mancanza di spazio ci impedisce di riportare i particolari del dibattito: nel complesso il giudizio dell’uditorio \u00e8 stato largamente positivo. Peccato che l’ora tarda abbia impedito un secondo giro tra i vari relatori. Vuol dire, come ha concluso il prof. Mollo che torneremo ancora a riunirci, poich\u00e9 abbiamo tutti visto quanto sia indispensabile. “Insieme, per i giovani…” \u00e8 la parola d’ordine di mons. Arcivescovo. Sia anche la nostra.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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