{"id":1477,"date":"2001-04-06T00:00:00","date_gmt":"2001-04-05T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1477"},"modified":"2015-07-27T13:03:17","modified_gmt":"2015-07-27T11:03:17","slug":"mettersi-al-servizio-della-citta-nel-segno-del-vangelo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/mettersi-al-servizio-della-citta-nel-segno-del-vangelo\/","title":{"rendered":"Mettersi al servizio della citt\u00e0 nel segno del Vangelo"},"content":{"rendered":"

Dire che il vescovo mons. Vincenzo Paglia abbia portato a Terni e in diocesi una ventata nuova e forte, appare quasi scontato, dando uno sguardo alla realt\u00e0. E’ un anno che guida la diocesi e decisi segni, non solo a livello ecclesiale, si vedono. Proprio ad un anno di distanza dal suo arrivo a Terni lo abbiamo intervistato per ascoltare, su diversificati aspetti, il suo parere.Lei \u00e8 entrato in diocesi la Domenica delle Palme del 2000. E’ trascorso un anno. Pi\u00f9 che un bilancio le chiediamo alcune considerazioni.”La prima considerazione che vorrei fare \u00e8 quella del salmista: ‘La mia sorte \u00e8 caduta in una terra buona’. Ed \u00e8 una conferma di quanto ho sperimentato fin dall’inizio. Sento ormai questa terra come mia; sono stato accolto con disponibilit\u00e0 ed affetto straordinari da parte di tutti. E fin dall’inizio ho potuto gustare le grandi tradizioni spirituali di questa terra e, nello stesso tempo, spinto da esse, affrontare con vigore sempre pi\u00f9 saldo il futuro della citt\u00e0 e della regione. Del resto, essere nominato vescovo nell’Anno del grande Giubileo e sul momento di passaggio del Millennio, non poteva non richiedere un impegno forte e, in certo senso, straordinario”. Con il suo arrivo a Terni la citt\u00e0 sembra aver acquistato una vitalit\u00e0 inconsueta. Pensiamo, ad esempio, alle presenze per la Giornata mondiale della Giovent\u00f9, al Pellegrinaggio giubilare con diecimila persone a Roma, alla visita di Gorbaciov. Quali sorprese ci riserva per il corrente anno?”In verit\u00e0, la sorpresa l’ho sentita io per la risposta cos\u00ec vivace che tutti hanno dato: istituzioni civili, parrocchie, direi il popolo stesso di Terni Narni Amelia. La ‘vitalit\u00e0 inconsueta’ di cui lei parla io la chiamerei un vero e proprio movimento o, se vuole, una grande domanda di novit\u00e0 e di impegno per costruire un futuro nuovo per tutti. Il problema, intanto, \u00e8 come rispondere a questa domanda di futuro che emerge dagli anziani e dai giovani, da chi studia e da chi lavora, dagli uomini e dalle donne. Ebbene in questo orizzonte mi auguro che continueremo a ‘sorprenderci’ a vicenda”. Lei sembra avere attratto in modo particolare politici ed amministratori locali che paiono quasi “vivere” alla sua ombra. Considera giusta questa ipotesi? E come considera i suoi rapporti con le istituzioni?”Fin dal primo giorno ho detto pubblicamente che la Chiesa vuole porsi a servizio della citt\u00e0; essa non ha propri interessi da difendere, semmai ha un cuore da dare. In un tempo scarico di utopie e di progetti, in un tempo ove l’egoismo e l’individualismo sembrano avere campo libero io vorrei una Chiesa che offra il Vangelo, e solo il Vangelo. In tal modo essa pu\u00f2 diventare come l’anima di una nuova societ\u00e0; e il Vangelo l’albero alla cui ombra tutti, credenti e non credenti, possiamo ‘vivere’ e ripararci”. Ecco, a proposito, lei ha pubblicato e diffuso centomila copie del Vangelo di Luca con suo commento. Un fatto assolutamente inconsueto ed eccezionale crediamo non solo a livello nazionale. Vuol ricordarne le motivazioni?”La Chiesa ha come unico tesoro il Vangelo e come unica missione, comunicarlo a tutti. Come vescovo di questa diocesi ho voluto mettere in atto alla lettera questo impegno. Si, \u00e8 vero, si tratta di una iniziativa unica, ma come potevo non seguire, qui a Terni San Francesco d’Assisi che predicava il Vangelo ‘senza aggiunte’? Moltissimi hanno scritto ringraziandomi del dono del Vangelo. Queste testimonianze sono state tra quelle che pi\u00f9 mi hanno commosso. Ovviamente continuer\u00f2 l’anno prossimo con il Vangelo di Matteo. E’ un fatto inconsueto, ma l’amore spinge a gesti inconsueti …”. Quale impulso, stimolo, operativit\u00e0 dar\u00e0 alla comunit\u00e0 ecclesiale?”Io non voglio dare altro impulso se non quello che nasce dal Vangelo. Io sogno, e per questo opero, una comunit\u00e0 diocesana evangelica, ossia una comunit\u00e0 cristiana che sappia essere casa di misericordia e di accoglienza per tutti, particolarmente per i pi\u00f9 poveri e pi\u00f9 deboli. Vorrei che tutti, ciascuno nel suo ambito, fossero pi\u00f9 audaci in questo impegno. Vorrei una diocesi che osasse di pi\u00f9 nell’amore”.Parliamo del nostro giornale. Lei ha voluto che La Voce avesse una edizione tutta diocesana. Una scelta, un successo. Come vorrebbe, ancora, che fosse il nostro settimanale? Quali eventuali innovazioni, potenziamenti, pi\u00f9 incisiva strutturazione?”Anche La Voce deve essere pi\u00f9 audace, deve dare di pi\u00f9. Per questo ho voluto che ‘parlasse anche ternano’, non per restringerla, semmai per far partire anche da Terni una tensione universale. La Voce deve diventare sempre pi\u00f9 uno strumento di comunicazione tra di noi e con la regione. E’ necessario prevedere un maggiore coinvolgimento della realt\u00e0 diocesana su La Voce e un maggiore coinvolgimento della diocesi nella realizzazione del settimanale. Questo doppio binario, locale e regionale, deve essere immediatamente e certamente irrobustito”. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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