{"id":14768,"date":"2013-01-25T11:00:22","date_gmt":"2013-01-25T09:00:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=14768"},"modified":"2015-07-24T15:23:18","modified_gmt":"2015-07-24T13:23:18","slug":"oggi-la-parola-si-e-compiuta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/oggi-la-parola-si-e-compiuta\/","title":{"rendered":"Oggi la Parola si \u00e8 compiuta"},"content":{"rendered":"
La lettura evangelica di questa domenica si apre con il prologo del Vangelo secondo Luca<\/em>, che sar\u00e0 \u201cluce a nostri passi\u201d lungo tutto questo anno liturgico. Abbiamo avuto occasione di ascoltarne i primi capitoli durante il tempo d\u2019Avvento e di Natale. Da oggi ne ascolteremo la lettura quasi continua. Vale la pena spendere qualche riga a commento di quei primi quattro versetti, dai quali abbiamo informazioni preziosissime. Lo scrittore si presenta in prima persona con la dedica ad un amico illustre di nome Teofilo. Probabilmente non sapremo mai se si tratta di una persona realmente esistita o di uno pseudonimo.<\/p>\n Teofilo \u00e8 un nome di origine greca che significa \u201camico di Dio\u201d o \u201camato da Dio\u201d. Pertanto il dedicatario potrebbe essere ogni lettore, che sa di essere amato da Dio, e dunque anche ognuno di noi. Luca non fece parte del gruppo dei discepoli che seguirono Ges\u00f9 durante la vita terrena, ma lo conobbe dopo la Risurrezione, ascoltando la predicazione dei \u201ctestimoni oculari\u201d. Veniva dal paganesimo; era persona di alta cultura; accompagner\u00e0, in alcuni viaggi, san Paolo, che lo chiama \u201cil caro medico\u201d (Col<\/em> 4,14); una leggenda racconta che era pittore. Era formato nell\u2019arte della narrazione storica, di cui d\u00e0 prova gi\u00e0 nel prologo, parlando del metodo usato per la sua composizione letteraria: \u201cfare ricerche accurate\u2026 comporre un resoconto ordinato\u201d, allo scopo di fornire al lettore una solida base circa gli \u201cinsegnamenti ricevuti\u201d. Fonti della narrazione sono \u201ccoloro che furono testimoni oculari fin da principio\u201d. Dunque, sul piano storico, ci possiamo fidare di Luca almeno quanto ci fidiamo di altri storici dell\u2019antichit\u00e0 classica.<\/p>\n La liturgia di oggi<\/strong> salta a pi\u00e8 pari i primi tre capitoli del Vangelo di Luca<\/em>, che abbiamo ascoltato nelle scorse settimane e salta anche l\u2019inizio del quarto capitolo, che ascolteremo all\u2019inizio della Quaresima. Comincia presentando l\u2019inizio della predicazione di Ges\u00f9 nella sua regione, la Galilea. Lo fa sottolineandone alcuni dettagli, che si riveleranno cruciali. Ges\u00f9 torna a Nazareth: era vissuto per qualche tempo con i discepoli di Giovanni Battista nei pressi del fiume Giordano; l\u00ec aveva ricevuto il battesimo; poi aveva fatto esperienza di una lunga lotta con il Maligno nel deserto. La nuova fase della sua vita ha inizio con la preghiera sinagogale in giorno di sabato.<\/p>\n Luca racconta che entr\u00f2 nella sinagoga, di sabato, \u201ccome era solito fare\u201d. Era dunque un buon giudeo osservante. Nei riti del sabato era consuetudine che, dopo le orazioni previste e la lettura di un brano della Torah<\/em>, qualcuno si presentasse a leggere e commentare brevemente un testo da un libro profetico. In quell\u2019occasione si present\u00f2 Ges\u00f9, che ritualmente si alz\u00f2, autorevolmente apr\u00ec il rotolo del libro di Isaia al capitolo 61 e ne lesse alcuni versetti. Il profeta scriveva di avere ricevuto l\u2019unzione della Spirito, che lo mandava ad annunciare una lieta novella ai poveri; la libert\u00e0 ai prigionieri e agli oppressi; un tempo di benevolenza per tutti da parte del Signore. (Ascoltate come poi rallenta il ritmo narrativo). Dopodich\u00e9 richiuse il rotolo, lo riconsegn\u00f2 all\u2019inserviente e sedette.<\/p>\n La gente che era in sinagoga aveva certamente ascoltato altre volte le parole di questa profezia, sempre sospirandone il compimento. Questa volta per\u00f2 dovette accorgersi che qualcosa di serio stavano cambiando; tant\u2019\u00e8 che gli occhi di tutti presero a fissarlo. Il commento di Ges\u00f9 fu breve: \u201cOggi si \u00e8 compiuta questa Scrittura che avete ascoltato\u201d. Bastava. I tempi erano maturi: la Parola trasmessa nello scritto dell\u2019antico profeta si era fatta carne in quel loro paesano. Sapremo poi che la gente reag\u00ec in modo contraddittorio: in un primo momento si entusiasmarono, poi si scandalizzarono. Come era possibile che il figlio del carpentiere del villaggio, senza studi accademici, potesse parlare con tanta autorevolezza? C\u2019era sotto qualcosa di non chiaro.<\/p>\n Di tutta questa ricchezza, la liturgia oggi sottolinea un aspetto: il compimento della Parola. Ges\u00f9 \u00e8 il compimento di quanto era stato scritto nell\u2019Antico Testamento. La prima lettura racconta una \u201cliturgia della Parola\u201d celebrata a Gerusalemme, citt\u00e0 non ancora del tutto ricostruita dopo il ritorno dall\u2019esilio. Il sacerdote Esdra era il presidente del rito e proclamava la Parola da un podio. L\u2019assemblea ascoltava in silenzio \u201cdallo spuntare della luce fino a mezzo giorno\u201d. La Torah<\/em> era proclamata in lingua ebraica, che gran parte della gente aveva dimenticato durante i lunghi anni d\u2019esilio. Per questo i leviti, sparsi in mezzo al popolo, la traducevano oralmente, e la commentavano in lingua aramaica, diventata ormai la lingua popolare. Il popolo piangeva di commozione; si dovette raccomandare loro di non far lutto, perch\u00e9 quello era un giorno di festa; ma piuttosto di andare a casa e mangiare carne e bere vino dolce e farne partecipi quelli che non ne avevano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La lettura evangelica di questa domenica si apre con il prologo del Vangelo secondo Luca, che sar\u00e0 \u201cluce a nostri passi\u201d lungo tutto questo anno liturgico. Abbiamo avuto occasione di ascoltarne i primi capitoli durante il tempo d\u2019Avvento e di Natale. Da oggi ne ascolteremo la lettura quasi continua. 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