{"id":14597,"date":"2013-01-17T16:51:29","date_gmt":"2013-01-17T14:51:29","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=14597"},"modified":"2015-06-09T12:45:23","modified_gmt":"2015-06-09T10:45:23","slug":"dai-social-network-al-sociale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dai-social-network-al-sociale\/","title":{"rendered":"Dai social network al sociale"},"content":{"rendered":"
\"L\u2019intervento<\/a>
L\u2019intervento di Pier Cesare Rivoltella<\/figcaption><\/figure>\n

Luned\u00ec scorso presso il Centro studi \u201cBeato Carlo Liviero\u201d si \u00e8 tenuto il primo incontro del corso \u201cDa immigrati a nativi digitali a scuola\u201d organizzato dall\u2019ufficio Scuola della diocesi. L\u2019iniziativa \u00e8 rivolta a tutti coloro che operano nel settore dell\u2019educazione e della scuola, quotidianamente a contatto con i giovani e con una pluralit\u00e0 di strumenti mediali con cui \u00e8 difficile prendere una corretta confidenza.<\/p>\n

Il prof. Pier Cesare Rivoltella<\/strong>, ordinario di Tecnologie dell\u2019istruzione e dell\u2019apprendimento presso l\u2019Universit\u00e0 Cattolica di Milano, relatore di questo primo incontro, ha spiegato che la concezione moderna della media education<\/em> si sviluppa intorno agli anni \u201970 dalla necessit\u00e0 di educare i giovani a capire i fatti che il cinema trasmetteva loro. Solo dopo gli anni Novanta, con l\u2019ampia diffusione dei telefoni cellulari ed in tempi recenti dei social network<\/em>, il problema, amplificato per dimensione ed effetti, si sposta verso la questione della cittadinanza. Si parla oggi infatti della valenza civica della new media education<\/em>, che non si ferma all\u2019utilizzo degli strumenti mediali ma approfondisce il tema della corretta interpretazione dei messaggi.<\/p>\n

Il prof. Rivoltella ha analizzato i motivi dello spostamento della questione verso il territorio della cittadinanza, individuandone tre principali.<\/p>\n

Il primo<\/strong> \u00e8 rappresentato dalla mediatizzazione crescente della scena politica, che ha reso i personaggi pubblici pi\u00f9 reali e vicini alla gente, li ha smitizzati portandone spesso in evidenza gli umani difetti, e generando un progressivo ed attualissimo disinteresse verso la politica.<\/p>\n

Il secondo motivo<\/strong> \u00e8 individuato nella concentrazione del \u201cmondiale\u201d nel \u201clocale\u201d, perch\u00e9 grazie al Web \u00e8 possibile accedere a luoghi e persone lontanissime, sviluppando una visibilit\u00e0 globalizzata sensibile a problemi che non ci appartengono, con un coinvolgimento emotivo forte ma limitato allo spazio web, a scapito del concreto attivismo pratico.<\/p>\n

Terzo motivo<\/strong> dello spostamento verso l\u2019aspetto della cittadinanza \u00e8 la \u201cprotesizzazione\u201d dei media<\/em>, oggi sempre pi\u00f9 presenti nella vita dei giovani, fino a diventare un vero e proprio prolungamento dei sensi – una sorta di protesi di competenza sociale.<\/p>\n

\u201cLa progressiva migrazione dei media<\/em> dentro la vita degli adulti – spiega Rivoltella – erode il senso civico che ne consentirebbe un uso corretto. Nel caso dei giovani non parliamo di migrazione, perch\u00e9 questi sono nati gi\u00e0 dentro un sistema dominato dai media<\/em> e con una notevole facilit\u00e0 di utilizzo del canale multimediale. Questo evidenzia l\u2019urgenza di un\u2019educazione che insista su alcuni tasti fondamentali per ridare lustro alla dimensione civica delle coscienze dei futuri aduli\u201d<\/p>\n

L\u2019invito che il relatore rivolge agli insegnanti \u00e8 quello a non temere di sporcarsi le mani nell\u2019educare gli allievi come cittadini. \u201cL\u2019alfabetizzazione tecnica – ha detto – non \u00e8 di per s\u00e9 sufficiente allo sviluppo personale di un giovane, se non si affianca un lavoro educativo trasversale incentrato su valori di ospitalit\u00e0, giustizia e sincerit\u00e0. \u00c8 necessario aiutare i giovani a ridefinire il confine tra lo spazio pubblico e quel privato ampliamente eroso dai social network<\/em>, sviluppare un senso critico nei confronti dei numerosi messaggi che la Rete offre, ed un coerente senso di responsabilit\u00e0 riguardo a quanto detto e scritto, gestendo in maniera consapevole quel caos di informazioni e quel pluralismo di pensieri che da vessillo di libert\u00e0 sta degenerando in anarchia\u201d.<\/p>\n

Prossimi incontri<\/h3>\n

Il secondo appuntamento del ciclo di incontri organizzati nell\u2019ambito dell\u2019iniziativa \u201cDa immigrati a nativi digitali a scuola\u201d \u00e8 previsto per l\u201911 febbraio<\/strong> alle ore 21 presso il Centro studi Beato Carlo Liviero, ed affronter\u00e0 il tema \u201cI ragazzi del Web\u201d. Il terzo ed ultimo appuntamento della serie \u00e8 invece previsto, sempre presso la stessa sede, per il giorno 11 marzo<\/strong> alle ore 17, su \u201cNuovi media e Web 2.0 a scuola e nei gruppi\u201d. Tema su cui interverr\u00e0 il prof. Luca Paolini, insegnante di Religione ed esperto di tecnologia mediale applicata all\u2019insegnamento.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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