{"id":14157,"date":"2012-12-06T18:41:52","date_gmt":"2012-12-06T16:41:52","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=14157"},"modified":"2015-07-20T14:31:32","modified_gmt":"2015-07-20T12:31:32","slug":"il-diritto-di-tornare-vivi-dal-lavoro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-diritto-di-tornare-vivi-dal-lavoro\/","title":{"rendered":"Il diritto di tornare vivi dal lavoro"},"content":{"rendered":"
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Mezzi dei vigili del fuoco impegnati a domare le fiamme dell\u2019incendio alla Umbra Olii<\/figcaption><\/figure>\n

Tornare a casa dopo una giornata di lavoro dovrebbe essere una cosa normale, ma non sempre avviene. \u00c8 stato cos\u00ec per le 18 persone che l\u2019anno scorso in Umbria sono morte nei cantieri, nelle fabbriche e lavorando i campi.<\/p>\n

In Italia ogni giorno mediamente sono 3, un centinaio quelle che restano invalide, o che comunque riportano lesioni permanenti, e circa 2.000 quelle che si infortunano lavorando. Tra costi diretti ed indiretti, questi infortuni pesano sulla collettivit\u00e0 per 48 miliardi di euro all\u2019anno, pari ad un paio delle pesanti finanziarie per risanare il deficit italiano!<\/p>\n

\u201cTornare a casa dal lavoro\u201d \u00e8 lo slogan delle tante iniziative che un piccolo Comune, Campello sul Clitunno, ha intrapreso in questi anni per \u201cnon dimenticare\u201d i quattro morti del tragico incendio avvenuto alla Umbria Olii il 25 novembre 2006. \u201cUn rogo – ha detto il giovane sindaco di Campello, Paolo Pacifici<\/strong> – che \u00e8 entrato nella carne viva della nostra comunit\u00e0, con quei quattro morti carbonizzati, quei serbatoi alti come palazzi che bruciavano un milione di litri d\u2019olio, il cielo oscurato per due giorni da una nube nera e la gente costretta a barricarsi in casa o a fuggire. Non dimenticare<\/em>, dunque – ha detto il Sindaco -, per non lasciare soli i familiari delle vittime anche nei percorsi perigliosi e difficili dei tribunali per avere un po\u2019 di giustizia. Non dimenticare<\/em> per rispetto nei confronti di chi ha perso la vita lavorando e per costruire forme di sensibilizzazione diffusa tra la popolazione, che consentano anche di ricostruire un sistema normativo di tutele e di diritti\u201d.<\/p>\n

Pacifici, che quel 25 novembre ha visto uno dei 25 silos di 12 metri esplodere e \u201cstaccarsi da terra come un aereo che decollava\u201d, ha raccolto immagini e cronache giornalistiche dell\u2019incidente in un libro, dal titolo Tornare a casa dal lavoro<\/em>, che \u00e8 stato pubblicato l\u2019anno scorso e che \u00e8 diventato anche il nome di un concorso giornalistico sui temi della sicurezza sul lavoro. Il bando della seconda edizione di questo concorso, organizzato dal Comune di Campello, \u00e8 stato presentato nei giorni scorsi a Perugia, in occasione del sesto anniversario del rogo, in sala dei Notari. All\u2019incontro, coordinato dal giornalista Fabrizio Ricci, sono intervenuti anche il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, l\u2019assessore regionale alla Sicurezza nei cantieri Stefano Vinti ed il direttore regionale dell\u2019Inail Tullio Gualtieri, che ha presentato l\u2019ultimo rapporto annuale sugli infortuni sul lavoro in Umbria nel 2011.<\/p>\n

Basta, parlare di \u201cmorti bianche\u201d, ha detto Pacifici: un\u2019espressione che aveva senso per quei bimbi che morivano in culla senza responsabilit\u00e0 alcuna da parte di altre persone. \u201cLe morti bianche – ha concordato l\u2019assessore Vinti – sono omicidi, il sacrificio votato all\u2019interesse di un sistema basato solo sul profitto\u201d. \u201cPossiamo pure rivedere le leggi che regolano il mercato del lavoro – ha detto il sindaco Boccali<\/strong> – ma sulla dignit\u00e0, la salute e la sicurezza delle persone che lavorano non si pu\u00f2 tornare indietro\u201d.<\/p>\n

Sicurezza: un investimento<\/h4>\n

\u201cBisogna scuotere le coscienze di tutti e fare capire – ha detto il direttore regionale dell\u2019Inail, Tullio Gualtieri<\/strong> – che sicurezza e legalit\u00e0 non sono un costo ma un investimento\u201d. I 48 miliardi che ogni anno si spendono in Italia per infortuni e malattie sul lavoro lo dimostrano. \u201cBisogna collaborare, come gi\u00e0 stiamo facendo – ha proseguito – con le istituzioni, con il mondo della scuola, con le associazioni del volontariato e con i sindacati per una coscienza nuova\u201d. Gualtieri suggerisce di \u201cpremiare\u201d in qualche modo le aziende pi\u00f9 attente a questo problema, incrementare la formazione di datori di lavoro e dipendenti, puntare su ricerca ed innovazione.<\/p>\n

La Regione Umbria – ha detto l\u2019assessore Vinti – su questi temi \u00e8 sicuramente all\u2019avanguardia. Prima in Italia, ha messo a punto un sistema online<\/em>, che entrer\u00e0 in funzione nel giugno prossimo, attraverso il quale saranno monitorati tutti i cantieri aperti in Umbria per attivare servizi di prevenzione e controllo. Ha inoltre adottato e sta adottando misure per prevenire \u201ccadute dall\u2019alto che provocano il 30 per cento dei morti sul lavoro\u201d ed una serie di misure che nelle gare di appalto non penalizzino i costi per la sicurezza.<\/p>\n

Intanto sono le famiglie a pagare<\/h3>\n
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Quello che resta dello stabilimento dopo le fiamme<\/figcaption><\/figure>\n

Cinque anni e 42 udienze per una sentenza del tribunale. E poi ci sar\u00e0 l\u2019appello e forse anche il ricorso in Cassazione. Intanto di anni ne sono passati sei da quando Maurizio Manili<\/strong>, 45 anni, titolare di una piccola ditta di carpenteria di Narni, ed i suoi operai, Tullio Mottini<\/strong> e Giuseppe Coletti<\/strong>, entrambi di 48, e l\u2019albanese Wladimir Thode<\/strong>, di 44, tutti residenti in provincia di Terni, sono morti mentre stavano installando una passerella alla sommit\u00e0 di due grandi cisterne della Umbria Olii. Con loro c\u2019era anche un gruista, che riusc\u00ec a salvarsi. I loro parenti aspettano ancora una sentenza definitiva, che significa anche la certezza del risarcimento dei danni. Durante il processo c\u2019\u00e8 stata anche una \u201cbeffa\u201d (cos\u00ec l\u2019hanno definita i sindacati e le parti civile): \u00e8 stato il proprietario della Umbria Olii a chiedere a loro, i parenti delle vittime, un risarcimento di 35 milioni di euro. Richiesta respinta dal tribunale, che lo ha invece condannato a sette anni e mezzo di reclusione.<\/p>\n

Morena<\/strong> \u00e8 la vedova di Maurizio Manili, il titolare della piccola ditta di carpenteria di Narni. \u00c8 la prima volta, nella sala dei Notari, che parla in pubblico dal giorno della disgrazia. \u201cSono venuta per ricordare mio marito ed i suoi operai\u201d. \u00c8 emozionata, si interrompe. \u201cPer le nostre famiglie sono stati sei anni di tanto dolore, tanta disperazione e tante sofferenze. Le mogli dei nostri operai si sono rimboccate le maniche, i figli cercano i padri. Ma lui [il titolare dell\u2019azienda, ndr] non paga neanche le provvisionali. Io invece in questi anni ho pagato, pagato e pagato. Avvocati, periti. Non ce la faccio pi\u00f9. L\u2019assicurazione della mia ditta per fortuna ha in parte risarcito i nostri operai morti. Io invece devo solo pagare. Ma \u00e8 questa la giustizia italiana?\u201d. Nella sala dei Notari \u00e8 silenzio. \u201cSto sprecando tutti i nostri risparmi di una vita. Mio marito \u00e8 morto a 45 anni. Ho chiuso l\u2019attivit\u00e0, sistemato i 22 operai. Cos\u00ec anche io ho perso il lavoro, Ho perso tutto. L\u2019unica cosa che mi resta \u00e8 mio figlio. Se \u00e8 giusto che sia cos\u00ec, va bene…\u201d. Scoppia in lacrime. Interviene il giovane sindaco di Campello: \u201cAnche il figlio, con un contratto di formazione in scadenza, rischia di perdere il lavoro. Dobbiamo stare vicino a queste famiglie\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Tornare a casa dopo una giornata di lavoro dovrebbe essere una cosa normale, ma non sempre avviene. \u00c8 stato cos\u00ec per le 18 persone che l\u2019anno scorso in Umbria sono morte nei cantieri, nelle fabbriche e lavorando i campi. In Italia ogni giorno mediamente sono 3, un centinaio quelle che restano invalide, o che comunque […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[4,27,6],"tags":[1111,1956,2510],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/14157"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=14157"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/14157\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":39423,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/14157\/revisions\/39423"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=14157"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=14157"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=14157"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}