{"id":14142,"date":"2012-12-06T17:51:28","date_gmt":"2012-12-06T15:51:28","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=14142"},"modified":"2012-12-06T17:51:29","modified_gmt":"2012-12-06T15:51:29","slug":"attirati-da-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/attirati-da-dio\/","title":{"rendered":"Attirati da Dio"},"content":{"rendered":"
\"\"<\/a>
La Rivelazione a Mos\u00e8 nel roveto ardente<\/figcaption><\/figure>\n

Il progetto di amore di Dio per l\u2019umanit\u00e0 – centro esistenziale della fede – \u00e8 stato al centro dell\u2019udienza generale tenuta mercoled\u00ec da Benedetto XVI<\/strong> in aula Paolo VI (testo integrale sul sito www.vatican.va<\/em>).<\/p>\n

La nostra vocazione, ha ricordato, \u201cnon \u00e8 semplicemente esistere nel mondo, essere inseriti in una storia, e neppure soltanto essere creature di Dio; \u00e8 qualcosa di pi\u00f9 grande: \u00e8 l\u2019essere scelti da Dio, ancora prima della creazione del mondo, nel Figlio, in Ges\u00f9 Cristo. In Lui noi esistiamo, per cos\u00ec dire, gi\u00e0 da sempre. Dio ci contempla in Cristo, come figli adottivi\u201d. E lo scopo ultimo di questo disegno misterioso \u201c\u00e8 quello di ricondurre a Cristo, unico capo, tutte le cose\u201d.<\/p>\n

Qui si innesta un riferimento immediato al Concilio Vaticano II, che \u201cnella Costituzione dogmatica Dei Verbum<\/em> dice: \u2018Piacque a Dio nella sua bont\u00e0 e sapienza rivelare se stesso – non solo qualcosa di s\u00e9 – e far conoscere il mistero della sua volont\u00e0, mediante il quale gli uomini, per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito santo hanno accesso al Padre e sono cos\u00ec resi partecipi della divina natura\u2019 (n. 2). Non solo dice qualcosa: si comunica, ci attira nella divina natura, cosicch\u00e9 noi siamo coinvolti nella natura divina, divinizzati. Dio rivela il suo grande disegno di amore entrando in relazione con l\u2019uomo, avvicinandosi a lui fino al punto di farsi uomo\u201d.<\/p>\n

Benedetto XVI ha quindi sottolineato che \u201cquesta comunione in Cristo per opera dello Spirito santo, offerta da Dio a tutti gli uomini con la luce della Rivelazione, non \u00e8 qualcosa che viene a sovrapporsi alla nostra umanit\u00e0, ma \u00e8 il compimento delle aspirazioni pi\u00f9 profonde, di quel desiderio di infinito e di pienezza che alberga nell\u2019intimo dell\u2019essere umano, e lo apre ad una felicit\u00e0 non momentanea e limitata, ma eterna… Il beato Papa Giovanni Paolo II ricordava che \u2018la Rivelazione immette nella storia un punto di riferimento da cui l\u2019uomo non pu\u00f2 prescindere, se vuole arrivare a comprendere il mistero della sua esistenza; dall\u2019altra parte, per\u00f2, questa conoscenza rinvia costantemente al mistero di Dio, che la mente non pu\u00f2 esaurire, ma solo accogliere nella fede\u2019 (Fides et ratio<\/em>, 14)\u201d.<\/p>\n

In questa prospettiva<\/strong> – ha rilevato ancora il Papa – l\u2019atto di fede \u201c\u00e8 la risposta dell\u2019uomo alla Rivelazione di Dio, che si fa conoscere, che manifesta il suo disegno di benevolenza. \u00c8, per usare un\u2019espressione agostiniana, lasciarsi afferrare dalla Verit\u00e0 che \u00e8 Dio, una Verit\u00e0 che \u00e8 Amore. Per questo san Paolo sottolinea come a Dio, che ha rivelato il suo mistero, si debba l\u2019obbedienza della fede (Rm<\/em> 16,26)\u201d. Atteggiamento con il quale, citando ancora il Concilio, \u201cl\u2019uomo liberamente si abbandona tutto a Lui, prestando la piena adesione dell\u2019intelletto e della volont\u00e0 a Dio che rivela e assentendo volontariamente alla Rivelazione che egli d\u00e0 (Dei Verbum<\/em>, 5)\u201d.<\/p>\n

\u201cObbedienza non \u00e8 un atto di costrizione, \u00e8 un abbandonarsi all\u2019oceano della bont\u00e0 di Dio. Tutto questo porta ad un cambiamento fondamentale del modo di rapportarsi con l\u2019intera realt\u00e0, tutto appare in una nuova luce. Si tratta di una vera conversione<\/em>, un cambiamento di mentalit\u00e0<\/em>, perch\u00e9 il Dio che si \u00e8 rivelato in Cristo e ha fatto conoscere il suo disegno, ci afferra, ci attira a S\u00e9, diventa il senso che sostiene la vita, la roccia su cui essa pu\u00f2 trovare stabilit\u00e0\u201d.<\/p>\n

\u201cNell\u2019Antico Testamento – ha proseguito Benedetto XVI – troviamo una densa espressione sulla fede, che Dio affida al profeta Isaia affinch\u00e9 la comunichi al re di Giuda, Acaz. Dio afferma: \u2018Se non crederete – cio\u00e8 se non vi manterrete fedeli a Dio – non resterete saldi\u2019 (Is<\/em> 7,9). Esiste quindi un legame tra lo stare<\/em> e il comprendere<\/em>, che esprime bene come la fede sia un accogliere nella vita la visione di Dio sulla realt\u00e0, lasciare che sia Dio a guidarci con la sua Parola e i sacramenti nel capire che cosa dobbiamo fare, qual \u00e8 il cammino che dobbiamo percorrere. Nello stesso tempo, per\u00f2, \u00e8 proprio il comprendere secondo Dio, il vedere con i Suoi occhi che rende salda la vita, che ci permette di stare in piedi, di non cadere\u201d.<\/p>\n

Tempo di Avvento<\/h3>\n

“L’Avvento, il tempo liturgico che abbiamo appena iniziato e che ci prepara al santo Natale – ha detto Benedetto XVI<\/strong> all\u2019udienza – ci pone di fronte al luminoso mistero della venuta del Figlio di Dio, al grande \u2018disegno di benevolenza\u2019 con il quale Egli vuole attirarci a S\u00e9 per farci vivere in piena comunione di gioia e di pace con Lui. L\u2019Avvento ci invita ancora una volta, in mezzo a tante difficolt\u00e0, a rinnovare la certezza che Dio \u00e8 presente: Egli \u00e8 entrato nel mondo, facendosi uomo come noi, per portare a pienezza il suo piano di amore. E Dio chiede che anche noi diventiamo segno della Sua azione nel mondo. Attraverso la nostra fede, la nostra speranza, la nostra carit\u00e0 – ha concluso – Egli vuole entrare nel mondo sempre di nuovo, e vuol sempre di nuovo far risplendere la Sua luce nella nostra notte\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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