{"id":1394,"date":"2001-02-09T00:00:00","date_gmt":"2001-02-09T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1394"},"modified":"2001-02-09T00:00:00","modified_gmt":"2001-02-09T00:00:00","slug":"conosciamo-lo-straniero-con-la-sua-cultura-e-la-sua-religione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/conosciamo-lo-straniero-con-la-sua-cultura-e-la-sua-religione\/","title":{"rendered":"Conosciamo lo straniero con la sua cultura e la sua religione"},"content":{"rendered":"

Presso la sala parrocchiale di Sant’Agostino, si \u00e8 svolto il previsto incontro sul tema “Accogliere l’altro nella societ\u00e0 multietnica”, organizzato dalla Caritas parrocchiale in collaborazione con l’Azione cattolica, la cooperativa “Il Gabbiano”, il gruppo operatori culturali. Ad una breve introduzione del prof. Pio Benedetti, coordinatore della Caritas parrocchiale, \u00e8 seguito il primo intervento, quello del prof. Roberto Gatti, dell’Universit\u00e0 di Perugia cui \u00e8 toccato affrontare un aspetto di notevole interesse, quello riguardante i problemi che sul piano sociale e politico pongano la presenza, sempre pi\u00f9 in crescita nella nostra societ\u00e0, di immigrati di origini, culture, religioni diverse. Si tratta di una emergenza nuova, che mette in discussione le basi stesse della nostra convivenza di cittadini delle societ\u00e0 occidentali. L’accoglienza agli immigrati, infatti, non \u00e8 solo un problema di cortesia, di calore umano, di concessione di diritti sul piano civile. Esige ed esiger\u00e0 sempre pi\u00f9 nel futuro un qualcosa di molto pi\u00f9 impegnativo, vale a dire un riconoscimento di diritti anche nella sfera pubblica. Secondo il prof. Gatti, la sfida che ci attende \u00e8 quella di riuscire a declinare in modi nuovi il rapporto tra uguaglianza e differenze, di tentare di individuare nuove strade, senza sacrificare n\u00e9 i fondamenti dello Stato di diritto n\u00e9 i diritti universali di ogni persona. E’ poi seguito l’intervento di mons. Elio Bromuri, presidente del Centro di accoglienza di Perugia e direttore del settimanale La Voce, che, come ci si poteva attendere, ha posto l’accento su alcuni problemi concreti che emergono nell’incontro fra culture diverse; ha messo in risalto la naturalezza, per cos\u00ec dire, con cui il cristiano deve accogliere lo straniero secondo l’esempio di Cristo stesso. Ha per\u00f2 insistito sull’esigenza di conoscere bene, e non in modo approssimativo, le differenze fra noi e chi ci vive accanto, con una cultura e una religione diverse. Ai credenti si chiede in sostanza di dialogare con gli altri a livelli profondi, di vivere la nostra identit\u00e0, di comunicare la forza attrattiva di Cristo. L’incontro \u00e8 stato vivace e partecipato. Hanno contribuito ad arricchire il dibattito gli interventi del vescovo mons. Pietro Bottaccioli e quello, in sede conclusiva, del vice-sindaco Filippo Stirati, confermando come l’accoglienza agli altri, agli stranieri immigrati, \u00e8 una emergenza importante che va affrontata insieme alla Chiesa e all’autorit\u00e0 civile e politica. Quel che \u00e8 emerso \u00e8 che una convivenza pacifica, arricchita anche dalla presenza di componenti culturali diverse, esige un atteggiamento di dialogo a tutti i livelli, fra noi e con gli altri, che sar\u00e0 possibile solo nella misura in cui saremo consapevoli della ricchezza, pur nella differenza, di ciascuna identit\u00e0 ed appartenenza etica, religiosa e culturale. Ci\u00f2 nella consapevolezza che ogni intolleranza, anche la nostra, \u00e8 spesso segno di fragilit\u00e0 e di debolezza e in ogni caso non serve a risolvere i problemi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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