{"id":1366,"date":"2001-02-02T00:00:00","date_gmt":"2001-02-01T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1366"},"modified":"2015-07-10T10:10:53","modified_gmt":"2015-07-10T08:10:53","slug":"si-combatte-sullaborto-anche-una-battaglia-di-parole","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/si-combatte-sullaborto-anche-una-battaglia-di-parole\/","title":{"rendered":"Si combatte sull’aborto anche una battaglia di parole"},"content":{"rendered":"

Col passare degli anni l’aggressione alla vita umana nella sua fase di sviluppo pi\u00f9 giovane e pi\u00f9 debole quale quella embrionale, diventa sempre pi\u00f9 violenta, avvalendosi di nuove strategie mortali. Non solo l’applicazione ultraventennale della legge 194\/78 continua a distruggere in Italia centinaia di migliaia di bambini non ancora nati (139.386 nel ’99, quasi 4 milioni dal ’78 ad oggi!), ma anche nuove biotecnologie applicate alla riproduzione umana e i gi\u00e0 noti sistemi di “intercezione” (cio\u00e8 di aborto precocissimo) dell’embrione prima del suo impianto uterino (di cui la “pillola del giorno dopo” \u00e8 la forma farmacologica pi\u00f9 classica, oggi addirittura prescrivibile come tale e disponibile nelle farmacie italiane) sempre pi\u00f9 incombono e trovano oltretutto favore e consenso applicativo, se non ancora legislativo, da parte degli organi di governo della Sanit\u00e0 degli stati civilmente pi\u00f9 evoluti, compreso il nostro. Tutto deriva dalla stessa matrice ideologica che nega al bambino concepito, e quindi all’embrione fin dai suoi primissimi giorni di vita, la dignit\u00e0 umana che si esprime esistenzialmente con la parola “figlio”. Gi\u00e0 nel testo della legge 194 non compare mai questa parola e neppure la parola “madre” che a quella realt\u00e0 richiama. Ma, ancor pi\u00f9 grave \u00e8 il fatto che il “concepito” viene oggi chiamato “ovulo fecondato”. Si tenta cos\u00ec, cambiando i termini identificativi della realt\u00e0 biologica umana individuale (vedi quanto espresso dal Comitato nazionale di Bioetica sullo Statuto dell’embrione umano) se non “personale”, di sopprimere prima mentalmente e poi fisicamente, nel tempo pi\u00f9 precoce possibile, il figlio appena generato. In questi 23 anni, all’ideologia radicale femminista della “libera scelta” della donna sulla vita di suo figlio (non riconosciuto) di cui la legge 194 \u00e8 espressione, si \u00e8 sovrapposta negativamente una oscura visione pragmatistica ed utilitaristica della scienza medica della riproduzione che ancor di pi\u00f9 tende a legittimare ogni abuso mortale contro l’essere umano “pi\u00f9 piccolo e pi\u00f9 povero”, il bambino concepito. Forse mai come in questi ultimi tempi la congiura contro la vita nascente \u00e8 stata cos\u00ec arrogante ed esplicita, coinvolgendo drammaticamente nell’errore giuridico e amministrativo anche le pi\u00f9 alte cariche degli Stati. Giustamente ed appropriatamente i vescovi italiani quest’anno propongono la loro riflessione per la Giornata per la Vita trattando il tema: “Ogni figlio \u00e8 parola”. E’ infatti la parola, oggi pi\u00f9 di ieri, il primo livello di “attacco” alla vita del bambino non ancora nato, il figlio. Aumenta infatti, l’elenco delle parole false o falsificanti contro il figlio fin dal suo concepimento: Ivg invece di aborto volontario (uccisione di un bambino nel suo stadio embrionale o fetale); “ovulo fecondato” invece di bambino concepito attraverso la fecondazione; gravidanza che inizia solo con l’annidamento in utero della blastocisti (embrione nella 1^ settimana di vita) invece che dalla fecondazione; “corpi embrioidi” invece di embrioni ottenuti con la clonazione per ricavarne cellule staminali totipotenti per trapianto in soggetti adulti. Il vocabolario dell'”antilingua” si fa dunque sempre pi\u00f9 ricco e complesso, meno accessibile alla gente comune che pertanto, pu\u00f2 essere pi\u00f9 facilmente ingannata e manipolata nelle sue scelte da coloro che detengono il “potere”, la moderna biotecnocrazia. Nel dibattito attuale su queste nuove frontiere della bioetica si \u00e8 levata alta la voce del Magistero ecclesiale, attraverso la voce del Pontefice e dell’organo pi\u00f9 autorevole e competente in materia, la Pontificia Accademia per la Vita. Questo intervento, ancora una volta, \u00e8 stato giudicato dalla cultura laicista di natura puramente “confessionale”, quasi un’interpretazione aprioristica della realt\u00e0 scientifica in argomento. Erroneamente si continua a relegare il pensiero cattolico (cos\u00ec sempre pi\u00f9 etichettato) su queste tematiche, come sull’aborto, in una posizione “adialettica”, che esclude i cattolici da un dialogo razionalmente fondato. Siamo sempre pi\u00f9 convinti che il riconoscimento e la difesa del bambino concepito, del figlio fin dal concepimento (o fecondazione), a cui la Chiesa richiama e sollecita costantemente non solo i cattolici, non \u00e8 una scelta “di parte”, ma il riconoscimento del diritto alla vita di tutti e di ciascun essere umano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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