{"id":1361,"date":"2001-01-26T00:00:00","date_gmt":"2001-01-26T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1361"},"modified":"2001-01-26T00:00:00","modified_gmt":"2001-01-26T00:00:00","slug":"come-da-una-moria-di-cavalli-nacque-il-piatto-di-santantonio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/come-da-una-moria-di-cavalli-nacque-il-piatto-di-santantonio\/","title":{"rendered":"Come da una mor\u00eca di cavalli nacque il Piatto di Sant’Antonio"},"content":{"rendered":"
L’anacoreta Antonio prega e fa penitenza nel deserto egiziano. Non immagina di essere un giorno proclamato santo, di ricevere una investitura come protettore degli animali, non immagina neppure che in un tempo molto lontano dalla sua morte (356 d.C.) sarebbe diventato un “protagonista” nella terra di san Francesco e di santa Chiara. Gli abitanti di un agglomerato di dimore, sorte prima intorno alla Porziuncola e successivamente intorno alla basilica che protegge la stessa, avrebbero coltivato e alimentato il culto dell’eremita in S. Maria degli Angeli e nel territorio circostante. La Compagnia di S. Antonio abate gi\u00e0 nel ‘600 provvedeva a distribuire un pasto gratuito ai poveri del paese. Agli albori della seconda met\u00e0 dell’800 una mor\u00eca di cavalli – destinati alle diligenze che da Roma si recavano a Firenze – cessata per intercessione di Sant’Antonio, consolid\u00f2 la venerazione nei confronti del suddetto ed increment\u00f2 la distribuzione di pranzi ai poveri. Questa \u00e8 in breve e con approssimazione l’origine della festa del Piatto. Chi desiderasse ulteriori e precise notizie pu\u00f2 consultare la monografia di Giovanni Zavarella “Un piatto all’ombra del Cupolone” ed altri contributi. La festa in questione si \u00e8 via via arricchita e prolungata; \u00e8 stata sottoposta a modifiche, ma ha conservato comunque l’ispirazione originaria. Ancora oggi infatti viene offerto un pasto frugale e sostanzioso a quanti risultano “poveri”, nell’accezione contemporanea che non identifica affatto la povert\u00e0 con la sola miseria materiale: gesto simbolico che vuole indicare la direttrice della solidariet\u00e0 imprimendo un impulso contro l’indifferenza. Tutti gli altri possono consumare il tradizionale “piatto” (in vari punti di ristoro e non pi\u00f9 in un solo ritrovo) ad un prezzo stracciato che in spirito di servizio viene integrato dalla prioranza in carica. La festa si distingue per una connotazione religiosa e devozionale; per una marcata impronta folcloristica e un vivace aspetto ricreativo. Intrattenimenti musicali e teatrali, mostre di pittura e fotografia, esibizioni varie fanno da cornice alla celebrazione religiosa incentrata sulla Messa di mezza mattina, seguita dalla processione, dalla benedizione degli animali e dalla distribuzione del pane. Molti “angelani” per l’occasione tornano anche da luoghi lontani dalla terra d’origine, incontrano parenti e amici, stringono nuove conoscenze. Questo “ritrovarsi” costituisce un elemento essenziale in una fase ovunque contraddistinta dalla tendenza al reciproco disconoscimento o alla chiusura nel gruppo ristretto e inviolabile. La crescita della festa poggia senza dubbio sulla continuit\u00e0 di un fondamento religioso e devozionale, continuit\u00e0 favorita dalla famiglia francescana e dalla parrocchia, ed inoltre supportata dal meccanismo dei priori entranti-serventi-uscenti, nonch\u00e9 dalle inizative promosse dalla “Associazione Priori del Piatto di S. Antonio abate”, organismo che aggrega tutte le prioranze succedutesi negli anni, presieduto da Gabriele Del Piccolo. Il peso dell’organizzazione \u00e8 ricaduto in questa ultima edizione sul priore “maggiore” Paolo Tardioli e sugli altri priori serventi: Lanfranco Aisa, Oliviero Brufani, Paolo Cappucci, Marco Carloni, Giulio Cioccoloni, Antonello Fagotti, Giovanni Filippucci, Massimo Migliosi, Andrea Pulcinelli, Lanfranco Tarpanelli, Leonello Trippetta: tutti impegnati per la riuscita della manifestazione iniziata sabato 13 e conclusasi domenica 21 gennaio. In una giornata serena ed anche mite un grande afflusso di popolo ha coronato intenzioni e sforzi, confermando il coinvolgimento di una comunit\u00e0 non solo di matrice locale ma di carattere territoriale. Per la prima volta la processione \u00e8 stata aperta dalla fanfara dei Carabinieri a cavallo, presente anche una rappresentanza della Polizia di Stato a cavallo. La statua di S. Antonio abate, secondo un’usanza recuperata, \u00e8 stata portata a spalla da quattro portantini scambiatisi in tre turni. Nel pomeriggio la gente, dopo la degustazione del “piatto”, ha assistito con trasporto alla competizione dei cani da slitta svoltasi lungo un percorso predisposto. Una rappresentazione teatrale \u00e8 stata curata dalla scuola elementare “Patrono d’Italia”. A tarda sera, lo spettacolo musicale animato da Francesco Starnini e dalla cantante MariaGi\u00f2 e successivamente l’estrazione della lotteria hanno concluso i festeggiamenti. Ecco quanto ci ha dichiarato il priore “maggiore” Paolo Tardioli, responsabile della prioranza servente del 2001: Abbiamo semplificato la festa ponendo attenzione alla parte organizzativa e al ruolo della beneficenza. Le novit\u00e0 vanno perseguite accanto per\u00f2 ad un ripristino delle tradizioni pi\u00f9 radicate. La gente sembra accettare con soddisfazione lo smistamento nei vari ristoranti, appena da qualche anno iniziato, per non dire che il metodo crea competizione e dunque migliora la qualit\u00e0 dello stesso “piatto”. Stupisce il fatto che da una mor\u00eca di cavalli sia scaturita una festa impregnata sostanzialmente di sana allegria. Si tratta forse di un altro miracolo di Sant’Antonio abate, vissuto tanti secoli prima di san Francesco che amava il creato e tra le creature circondava di affetto anche gli animali.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
L’anacoreta Antonio prega e fa penitenza nel deserto egiziano. Non immagina di essere un giorno proclamato santo, di ricevere una investitura come protettore degli animali, non immagina neppure che in un tempo molto lontano dalla sua morte (356 d.C.) sarebbe diventato un “protagonista” nella terra di san Francesco e di santa Chiara. Gli abitanti di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[22],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1361"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=1361"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1361\/revisions"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=1361"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=1361"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=1361"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}