{"id":13486,"date":"2012-10-19T16:18:05","date_gmt":"2012-10-19T14:18:05","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=13486"},"modified":"2012-10-19T16:18:09","modified_gmt":"2012-10-19T14:18:09","slug":"la-regolarizzazione-poteva-andare-meglio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-regolarizzazione-poteva-andare-meglio\/","title":{"rendered":"La regolarizzazione poteva andare meglio"},"content":{"rendered":"
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Immigrati protestano per la \u201dSanatoria-truffa\u201d del 2009<\/figcaption><\/figure>\n

Poteva andare meglio: \u00e8 questa la sensazione a pochi giorni dalla scadenza (fissata luned\u00ec 15) della \u201cfinestra\u201d di un mese concessa ai datori di lavoro per mettere in regola i dipendenti stranieri in nero, attraverso l\u2019invio delle domande al sito del Viminale. I numeri sembrano confermarlo, sia a livello nazionale che regionale. Ad oggi, infatti, secondo il ministero dell\u2019Interno, sono state 134.576 le domande pervenute a livello nazionale, rispetto alle 294.744 della sanatoria 2009 che, tra l\u2019altro, riguardava solo colf e badanti. In Umbria<\/strong> sono state 878 le richieste dalla provincia di Perugia (789 lavoratori domestici e 89 subordinati) e 249 da quella di Terni (223 lavoratori domestici e 26 subordinati). \u201cAbbiamo avuto tantissime richieste di informazioni – spiega Marta Ginettelli<\/strong>, responsabile provinciale di Acli Colf Perugia -, soprattutto telefoniche, sia da datori di lavoro che da extracomunitari ad oggi irregolari. La scelta di non presentarsi di persona non \u00e8 casuale: l\u2019apparecchio telefonico garantisce l\u2019anonimato e quindi la possibilit\u00e0 di saperne di pi\u00f9 senza paura. Rispetto alle informazioni date, per\u00f2, le pratiche svolte sono state decisamente poche. Molto al di sotto della sanatoria 2009\u201d.<\/p>\n

Come mai questo calo?<\/strong> I problemi principali della regolarizzazione 2012 sarebbero due: i requisiti e il costo. Partiamo dal primo. Il decreto di emersione riguarda i lavoratori extracomunitari occupati irregolarmente da almeno tre mesi a tempo indeterminato (per colf e badanti \u00e8 ammesso il part-time ma con almeno 20 ore settimanali) e presenti in Italia ininterrottamente almeno dal 31 dicembre 2011. A certificare quest\u2019ultimo dato occorrono documenti rilasciati da organismi pubblici da cui risulti la presenza in Italia almeno dalla data del 31 dicembre 2011 quali, ad esempio, la certificazione medica di una Asl, il certificato di iscrizione scolastica dei figli del lavoratore, la tessera nominativa dei mezzi pubblici, multe, attestazioni di centri di accoglienza o di ricovero autorizzati, ecc. \u201cSono requisiti allucinanti \u2013 spiega Ginettelli \u2013 perch\u00e9 chi \u00e8 clandestino, nella maggioranza dei casi, evita accuratamente di rivolgersi ad organismi pubblici ma mantiene un profilo basso. Ci sono molti extracomunitari irregolari che da anni lavorano in Italia e si comportano bene, non hanno preso multe, non hanno avuto bisogno di cure, ecc. Per loro la possibilit\u00e0 della regolarizzazione \u00e8 reclusa. Paradossalmente, era meglio essersi comportati male\u201d. C\u2019\u00e8 poi la questione economica. La norma, infatti, prevede che la dichiarazione di emersione possa essere presentata previo pagamento di un contributo forfettario di 1.000 euro per ciascun lavoratore. A questo va ad aggiungersi il pagamento delle somme dovute dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari ad almeno sei mesi. \u201cIl contributo non \u00e8 rimborsabile \u2013 continua Ginettelli \u2013 ed \u00e8 un requisito preliminare per inviare la domanda, quindi non comporta automaticamente che venga ammessa. Nel 2009 il contributo era di 500 euro, la met\u00e0. Poi ci sono da considerare i contributi. Cifre di non poco conto, che rendono la regolarizzazione particolarmente esosa. A coloro che si sono rivolti ai nostri Caf abbiamo verificato a monte se c\u2019erano gli estremi per far accettare la domanda, cos\u00ec da non far pagare soldi inutilmente. Di buono c\u2019\u00e8 \u2013 conclude \u2013 che, a differenza del 2009, non vi era un numero massimo di lavoratori regolarizzabili e una priorit\u00e0 di base alla data della domanda, quindi fino all\u2019ultimo momento si \u00e8 potuto approfittare di questa possibilit\u00e0\u201d.<\/p>\n

Le sanzioni penali<\/strong><\/h3>\n

Scaduti i termini per la regolarizzazione, per chi occupa lavoratori stranieri in modo irregolare scatteranno pesanti sanzioni. La legge italiana prevede per il datore di lavoro \u201ccolpevole\u201d da sei mesi a tre anni di carcere e una multa di 5.000 euro per ogni lavoratore straniero irregolare impiegato. In pi\u00f9, la pena aumenta da un terzo alla met\u00e0 qualora i lavoratori siano pi\u00f9 di tre, oppure minori in et\u00e0 non lavorativa, o \u201csottoposti a condizioni lavorative di particolare sfruttamento\u201d. Inoltre, \u00e8 prevista una sanzione amministrativa accessoria pari al \u201ccosto medio di rimpatrio del lavoratore straniero assunto irregolarmente\u201d. Nell\u2019ipotesi di particolare sfruttamento lavorativo, infine, allo straniero che denuncia il proprio datore di lavoro e coopera nel procedimento penale, \u00e8 rilasciato per motivi umanitari un permesso di soggiorno temporaneo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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