{"id":13424,"date":"2012-10-19T14:36:15","date_gmt":"2012-10-19T12:36:15","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=13424"},"modified":"2012-12-28T17:15:10","modified_gmt":"2012-12-28T15:15:10","slug":"ha-lasciato-il-segno","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ha-lasciato-il-segno\/","title":{"rendered":"\u201cHa lasciato il segno\u201d"},"content":{"rendered":"
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Numerose le persone che hanno partecipato alla celebrazione del funerale di Ovidio<\/figcaption><\/figure>\n

Una folla commossa ha dato l\u2019estremo saluto al giovane Ovidio Stamulis<\/strong>, ucciso dal patrigno lo scorso 5 ottobre. Una moltitudine di persone, amici, parenti, compagni di scuola e tanti altri, hanno affollato il sagrato della chiesa parrocchiale di Pietrafitta.<\/p>\n

Ovidio era un ragazzo speciale, e non \u00e8 la solita frase usata in circostanze come questa. Amava la vita, nonostante i tanti problemi che aveva in casa: sereno nonostante tutto. Lui e il suo fratellino di 8 anni a breve si sarebbero trasferiti un\u2019altra famiglia, a seguito di un\u2019ordinanza del Tribunale dei minori. Una nuova vita stava per iniziare…<\/p>\n

Lo stesso arcivescovo di Perugia, mons. Gualtiero Bassetti<\/strong>, dopo aver ascoltato le testimonianze di alcuni amici, del parroco don Fabrizio e degli insegnanti di scuola, non ha trattenuto le lacrime. Ovidio, pur non avendo ancora compiuto 17 anni, era maturo e responsabile. La sua maturit\u00e0 umana era maggiore rispetto a quella dei coetanei.<\/p>\n

Queste le riflessioni di mons. Bassetti nella sua omelia. \u201cNella scuola (l\u2019istituto tecnico economico statale \u201cAldo Capitini – Vittorio Emanuele II\u201d di Perugia) chi non lo conosceva? In un istituto di pi\u00f9 di ottocento alunni – dice l\u2019Arcivescovo – pu\u00f2 essere facile passare i giorni in un relativo anonimato, ma Ovidio lasciava, a suo modo, il segno: con la sua sorridente solarit\u00e0, col suo entusiasmo per la vita scolastica, con la sua ricerca di relazioni positive con tutti: dalla preside ai professori, ai compagni. Un sorriso che si \u00e8 spento. Si poteva prevedere quanto accaduto? Questo \u00e8 l\u2019interrogativo che da giorni tormenta l\u2019intera comunit\u00e0 di Pietrafitta e non solo\u201d.<\/p>\n

\u201cLa morte di Ovidio – prosegue mons. Bassetti – ci coinvolge tutti, nessuno escluso: c\u2019\u00e8 a monte la nostra societ\u00e0 ammalata; il nostro modello di convivenza debole; le nostre relazioni umane povere; la famiglia con tutte le sue ferite e fragilit\u00e0; i nostri ordinamenti, spesso soffocati dalla burocrazia; la mancanza di amore nei nostri rapporti quotidiani; e, infine, la tentazione, dalla quale tutti noi possiamo essere assaliti, di ritirarci nel privato\u201d.<\/p>\n

\u201cTutto questo – conclude il Vescovo – dovrebbe spingerci ad un approfondito esame di coscienza. Ovidio nutriva una profonda fiducia verso il prossimo. A testimonianza di questo c\u2019\u00e8 il regalo fatto ai suoi professori: la poesia Prima di tutto l\u2019uomo<\/em> di Nazim Hikmet. In quella parole ci sono tutte le sue convinzioni, per certi aspetti, il suo testamento spirituale. Nella freschezza di un ragazzo ancora adolescente, c\u2019era la saggezza e l\u2019amore di chi ha visto e vissuto la sofferenza e di chi ne \u00e8 riuscito a farne tesoro reagendo con un sorriso\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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