{"id":13004,"date":"2012-09-27T15:10:33","date_gmt":"2012-09-27T13:10:33","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=13004"},"modified":"2012-09-27T15:10:34","modified_gmt":"2012-09-27T13:10:34","slug":"umbria-una-regione-low-cost-ma","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/umbria-una-regione-low-cost-ma\/","title":{"rendered":"Umbria, una Regione \u201clow cost\u201d, ma…"},"content":{"rendered":"
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conferenza stampa sui costi della politica, da destra: Galanello, Stufara, Brega, Lignani, De Sio (foto ACS)<\/figcaption><\/figure>\n

La bufera per i maxi-rimborsi ai consiglieri del Lazio ha riaperto la discussione sui compiti e l\u2019esistenza stessa delle Regioni dopo le tante inchieste della magistratura che hanno coinvolto esponenti di questi enti ed amministrazioni di tutti gli schieramenti politici, dalla Lombardia alla Puglia, dall\u2019Emilia Romagna alla Campania, senza dimenticare la \u201csanitopoli\u201d umbra.<\/p>\n

Il Sole 24 Ore<\/em>, ha calcolato che gli oltre 1.000 consiglieri regionali costano agli italiani 743.000 euro ciascuno. Il tutto avviene mentre si \u00e8 avviato anche il faticoso cammino per la riforma delle Province. Si sta insomma rimettendo in discussione tutta la geografia e l\u2019assetto degli enti locali.<\/p>\n

In ogni democrazia in salute, il Governo e la rappresentanza dei territori, prima di tutto, devono assicurare servizi efficienti ai cittadini. \u00c8 questa la grande scommessa che si deve giocare anche in Umbria, senza preoccuparsi troppo di conservare poltrone e poltroncine. Una grande opportunit\u00e0 dunque anche per la politica, se vuole riconquistare la fiducia dei cittadini.<\/p>\n

A riaprire il dibattito sul ruolo delle Regioni sono state le ultime notizie dal Lazio sul fiume di soldi dei cittadini finiti senza controlli e regole nelle tasche dei consiglieri regionali di tutti i partiti, e che qualcuno di loro utilizzava per pagarsi vacanze, cene e feste anzich\u00e9 per le iniziative politiche cui sarebbero stati destinati.<\/p>\n

In Umbria per\u00f2 non \u00e8 cos\u00ec, si sono affrettati a chiarire il presidente del Consiglio regionale Eros Brega<\/strong> e la presidente della Giunta Catiuscia Marini<\/strong>. Gli stipendi dei consiglieri sono tra i pi\u00f9 bassi d\u2019Italia, circa 6.600 euro netti, e quello della presidente (circa 7.500) \u00e8 la met\u00e0 di alcuni suoi colleghi governatori. Per l\u2019esattezza, l\u2019indennit\u00e0 netta annuale di un consigliere regionale umbro ammonta a 70.464 euro; lorda, a 145.951 euro. Le cifre sono state fornite mercoled\u00ec in conferenza stampa. Risulta anche il contributo fisso spettante ai partiti \u00e8 di: 144 mila euro annui per il Pd, 86.400 per il Pdl, 30.400 per Idv, Socialisti e Gruppo misto, 28.800 per Prc, Udc, Lega e altre formazioni (\u201cPer l\u2019Umbria\u201d, \u201cMarini per l\u2019Umbria\u201d).<\/p>\n

\u201cGuadagno meno di tanti dirigenti regionali e delle Asl\u201d aveva gi\u00e0 sottolineato in precedenza la Marini. E ha invitato il Governo a varare una norma di legge che stabilisca a livello nazionale un tetto massimo per le indennit\u00e0 nei Consigli regionali. \u201cNon solo si risparmierebbero soldi – ha detto – ma si eviterebbe quella sorta di giungla retributiva per cui ci sono Regioni che pagano tre volte i propri consiglieri rispetto a quanto accade in Umbria\u201d.<\/p>\n

\u201cIl Consiglio regionale dell\u2019Umbria – ha detto Brega – si \u00e8 da tempo dotato di norme e regole per il corretto utilizzo dei fondi destinati sia al suo funzionamento, sia a quello dei gruppi consiliari. Norme e regole rigorose, che impediscono a monte un utilizzo dei fondi pubblici che non sia direttamente e strettamente collegato alle attivit\u00e0 istituzionali e politiche, sia dell\u2019Assemblea sia dei gruppi politici\u201d.<\/p>\n

Con controlli affidati alla Corte dei conti, ha spiegato la Marini. Organismo che qualche dubbio lo ha avuto, ed ha infatti chiesto alla Guardia di finanza di controllare i conti di uno dei gruppi consiliari di palazzo Cesaroni. Una vicenda questa ancora aperta.<\/p>\n

Brega sottolinea anche che le spese di funzionamento del Consiglio regionale umbro tra il 2010 ed il 2012 \u201csono state ridotte di oltre l\u20198 per cento, passando da una spesa complessiva di 23 milioni di euro all\u2019anno agli attuali 21.252.581,48 euro. I dieci gruppi consiliari, di cui ben cinque costituiti da un solo consigliere, ricevono complessivamente un contributo fisso annuale di circa 500 mila euro per attivit\u00e0 politico-istituzionali, consulenze, pubblicazioni, fotocopie, stamperia, telefonia, poste e comunicazione. Questa somma – sottolinea Brega – pu\u00f2 essere utilizzata esclusivamente per attivit\u00e0 strettamente connesse alle funzioni politiche ed istituzionali dei vari gruppi (sotto la responsabilit\u00e0 diretta del presidente del gruppo) le cui spese devono essere rendicontate con adeguata documentazione\u201d. La spesa per il funzionamento dei gruppi \u201cincide per meno dell\u2019uno per cento sul bilancio complessivo della Regione Umbria (che \u00e8 di oltre due miliardi 300 milioni di euro)\u201d.<\/p>\n

Per evitare quanto successo nel Lazio e ricercare la massima trasparenza entro l\u2019anno, cos\u00ec come prevede un recente provvedimento della Camera, i Consigli regionali dovranno dotarsi di un Collegio di revisori dei conti esterno per controllare il bilancio e tutte le spese, comprese quelle dei 10 gruppi consiliari. Questa proposta – ha detto Brega – arriver\u00e0 nell\u2019aula di palazzo Cesaroni ad ottobre, mentre gi\u00e0 entro questo mese la Conferenza dei capigruppo decider\u00e0 nuove regole e procedure per la spesa dei gruppi.<\/p>\n

Contro l\u2019uso improprio di denaro pubblico, i Consigli regionali dovranno dotarsi di un Collegio di revisori dei conti esterno. Gi\u00e0 entro questo mese – ha detto Eros Brega – la Conferenza dei capigruppo decider\u00e0 nuove regole e procedure per la Regione Umbria. Tutte proposte ed iniziative lodevoli, ma che non sono ancora sufficienti. Per esempio, \u00e8 possibile ridurre il numero dei 10 gruppi consiliari<\/strong> e delle 8 Commissioni consiliari<\/strong>, con presidente e vice presidente, in un\u2019assemblea di 30 persone? Nel sito internet della Regione Umbria sono elencate 15 tra agenzie, societ\u00e0 regionali e consorzi<\/strong>. La semplificazione amministrativa \u00e8 rimasta ancora una parola vuota. Poi sono ancora in gran parte in alto mare le riforme dei cosiddetti \u201centi endoregionali\u201d. Le Comunit\u00e0 montane sono state formalmente soppresse ma nelle settimane scorse sono stati stanziati dalla Regione altri milioni di euro per il loro funzionamento. La riduzione delle Asl e delle Aziende ospedaliere \u00e8 ancora solo un progetto, con ancora tante questioni da definire. Poi c\u2019\u00e8 tutta la giungla di enti intermedi, spesso persino sconosciuti ai cittadini ma con presidenti, Consigli di amministrazione e dirigenti vari. E per ultimo il discorso delle Province. Saranno ancora due? Partiti ed enti locali si sono mobilitati contro la Provincia unica, che in effetti finirebbe per essere un doppione della Regione. Ai cittadini, indipendentemente dal loro numero, basta un\u2019Umbria con meno burocrazia, meno sprechi e servizi sempre pi\u00f9 efficienti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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