{"id":12780,"date":"2012-09-14T15:28:38","date_gmt":"2012-09-14T13:28:38","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=12780"},"modified":"2021-03-26T16:52:00","modified_gmt":"2021-03-26T14:52:00","slug":"piu-export-per-rilanciare-lumbria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/piu-export-per-rilanciare-lumbria\/","title":{"rendered":"L\u2019Umbria che varca i confini. L’export fa crescere il fatturato"},"content":{"rendered":"
<\/a>TUTTI GLI ARTICOLI DI QUESTA SETTIMANA<\/a><\/p>\n Aziende che chiudono, disoccupazione che cresce e consumi che calano: la crisi non risparmia l\u2019Umbria. Ma ci sono anche aziende che in tempi difficili aumentano il fatturato, e creano nuovi posti di lavoro. Sono quelle che hanno puntato sull\u2019innovazione e sulla qualit\u00e0, e si sono affermate sui mercati internazionali. L\u2019internazionalizzazione delle imprese e l\u2019export sono una strada obbligata per rilanciare l\u2019economia e creare nuovi posti di lavoro: di questo si \u00e8 discusso nei giorni scorsi nel forum promosso dalla rivista Obiettivo impresa<\/em> della Camera di commercio di Perugia.<\/p>\n L\u2019export umbro anche nei primi mesi di quest\u2019anno \u00e8 cresciuto pi\u00f9 della media nazionale, ma accanto a questo dato positivo ve ne \u00e8 un altro negativo: le aziende umbre che esportano sono ancora troppo poche, e la percentuale delle esportazioni in rapporto al Pil regionale \u00e8 ancora inferiore alla media italiana.<\/p>\n \u201cIl trend positivo dell\u2019export – ha detto il presidente della Camera di commercio di Perugia Giorgio Mencaroni<\/strong> – incoraggia, ma l\u2019apertura verso i mercati esteri del nostro sistema produttivo \u00e8 ancora basso. Non bastano le tante missioni all\u2019estero per promuovere l\u2019Umbria e per cercare di vendere i nostri prodotti. Il sistema locale – ha aggiunto – \u00e8 costituito per il 95% da imprese di piccole dimensioni che da sole hanno grandi difficolt\u00e0 a misurarsi con la competizione internazionale. A queste deve rivolgersi la nostra azione di sostegno e supporto, fatta di risorse finanziarie, ma anche di servizi promozionali e assistenza sull\u2019intero processo di export. \u00c8 necessario ragionare per filiere, per reti di impresa, cos\u00ec da presentarsi sui mercati esteri con la forza necessaria a sostenere una competizione acuita dalla crisi economica\u201d.<\/p>\n \u201cLa Camera di commercio di Perugia si muove in questa direzione \u2013 ha ricordato Mencaroni \u2013, coordinando le proprie iniziative con quelle delle altre istituzioni locali, a cominciare dalla Regione insieme alla quale e con la Camera di commercio di Terni abbiamo dato vita al nuovo Centro estero dell\u2019Umbria. Il primo pericolo da sconfiggere \u00e8 infatti la parcellizzazione degli interventi, quasi sempre scoordinati tra loro, che finiscono per produrre un effetto contrario a quello sperato, sia in termini operativi che di immagine\u201d.<\/p>\n \u201cOgnuno ha cercato di vendere il proprio territorio, con azioni strategiche frammentate \u2013 ha detto Alessandro Pettinato<\/strong>, vice segretario generale di Unioncamere nazionale \u2013 con il risultato di produrre, invece di un vantaggio competitivo, un danno all\u2019immagine del Paese e all\u2019export\u201d.<\/p>\n \u201cPer lanciare una nuova stagione di sviluppo \u2013 secondo Gaetano Fausto Esposito<\/strong>, direttore di Assocamerestero – l\u2019economia umbra deve sempre pi\u00f9 aprirsi a livello internazionale, valorizzando le caratteristiche che la rendono una terra di soft e green economy<\/em>, ma capace di esprimere punte di eccellenza anche in comparti come quello siderurgico, energetico e della moda. Senza dimenticare il turismo, importante volano per l\u2019economia umbra\u201d.<\/p>\n Anche per Luigi Rossetti<\/strong>, dirigente della Regione, per esportare, le piccole aziende umbre devono stabilire \u201crelazioni stabili con operatori esteri\u201d. La Regione intende aiutarle \u201cad investire su mercati esteri selezionati che presentano prospettive di crescita importanti\u201d ed ha scelto di puntare sui mercati di due delle nuove potenze mondiali, Brasile e Cina. \u201cOccorre – ha detto Luca<\/strong> Ferrucci<\/strong>, docente dell\u2019Universit\u00e0 di Perugia – internazionalizzare merci e servizi, ma anche persone e capacit\u00e0. Oggi invece esportiamo cervelli e importiamo manodopera generica. \u00c8 necessario per\u00f2 internazionalizzare anche le istituzioni, a cominciare dalle Universit\u00e0, cos\u00ec che abbiano le caratteristiche e la mentalit\u00e0 per asssistere realmente le imprese che guardano oltre il mercato interno\u201d.<\/p>\n Tanti problemi e tante proposte dunque per fare crescere l\u2019export e rilanciare l\u2019economia umbra creando nuovi posti di lavoro. Tenendo per\u00f2 anche conto delle riflessioni fatte dal prof. Gianfranco Gavazzoni<\/strong>, docente di Economia all\u2019Universit\u00e0 di Perugia: nel mondo – ha detto – ci sono sette miliardi di persone. Di queste un miliardo sono i \u201cricchi, un altro miliardo i poveri e gli altri cinque miliardi sono gli affamati. Il futuro di tutti noi e della nostra economia – ha sottolineato Gavazzoni – dipende dalla capacit\u00e0 di risolvere i problemi di quei cinque miliardi di persone. La vera internazionalizzazione delle imprese infatti pu\u00f2 funzionare soltanto con nuove formule imprenditoriali, che tengano conto della realt\u00e0 e di dove passa la storia. Con un nuovo sistema socio-economico che non si preoccupi soltanto del miliardo di privilegiati\u201d.<\/p>\nChe cosa, dove<\/h3>\n