{"id":1232,"date":"2001-10-12T00:00:00","date_gmt":"2001-10-12T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1232"},"modified":"2021-11-11T15:48:52","modified_gmt":"2021-11-11T13:48:52","slug":"piu-attenzione-ai-giovani-e-alle-famiglie-a-rischio-di-poverta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/piu-attenzione-ai-giovani-e-alle-famiglie-a-rischio-di-poverta\/","title":{"rendered":"Pi\u00f9 attenzione ai giovani e alle famiglie a rischio di povert\u00e0"},"content":{"rendered":"
A distanza di quattro anni dalla prima ricerca che ha analizzato le condizioni di marginalit\u00e0 economica in Umbria, \u00e8 stato presentato il secondo rapporto sulle povert\u00e0 nella regione. Un lavoro, quello promosso dall’Osservatorio regionale sulle povert\u00e0<\/strong>, che intende rendere visibili le molteplici forme di disagio e di esclusione sociale dovute a una condizione di indigenza materiale, ma anche di povert\u00e0 immateriale.<\/p>\n Di questi temi si \u00e8 parlato in occasione del convegno “Ripensare le povert\u00e0”, che si \u00e8 svolto nei giorni scorsi presso l’Istituto teologico di Assisi.<\/p>\n Il secondo rapporto sulle povert\u00e0 in Umbria, realizzato dall’Istituto regionale di ricerche economiche e sociali, \u00e8 stato commentato da rappresentanti della Caritas e della Regione dell’Umbria, oltre che da esperti del settore dei servizi sociali e dell’accoglienza degli ultimi. I dati e le analisi fornite dallo studio saranno utilizzati sia dalla Chiesa umbra, sia dall’amministrazione regionale per adeguare gli strumenti di intervento sociale, di solidariet\u00e0 e di aiuto.<\/p>\n Sono tutti concordi nell’affermare che la collaborazione fra Chiesa locale e istituzione regionale sul difficile e complesso terreno delle povert\u00e0 \u00e8 stata utile e proficua. Per questo \u00e8 necessario continuare il lavoro dell’Osservatorio regionale sulle povert\u00e0<\/em> nato dall’incontro fra Conferenza episcopale umbra e Regione dell’Umbria e organizzato dalla Caritas, dall’Irres e dalla stessa amministrazione regionale.<\/p>\n “Su questo terreno – ha detto monsignor Sergio Goretti<\/strong>, presidente della Conferenza episcopale umbra – \u00e8 necessario far crescere la collaborazione fra la Chiesa e gli enti pubblici”. Nel concludere i lavori della tavola rotonda che si \u00e8 svolta durante la giornata assisana, Goretti ha manifestato la sua forte impressione per l’aumento e la complessit\u00e0 delle tante povert\u00e0 immateriali, che si affiancano a quelle economiche. “Parlando dei giovani – ha affermato il Vescovo di Assisi, prendendo spunto dalle parole di don Luigi Ciotti – oggi mi fa molto pi\u00f9 paura quell’universo giovanile che bighellona nelle piazze e nei bar, che scambia la notte con il giorno, che non decide mai di sposarsi per superficialit\u00e0 e mancanza di responsabilit\u00e0, piuttosto che i tanti ragazzi che si battono anche in maniera violenta, come accaduto a Genova, in nome di ideali giusti o sbagliati che siano”.<\/p>\n Anche don Luigi Filippucci<\/strong>, delegato Caritas per l’Osservatorio delle povert\u00e0, ha lanciato alcune emergenze. In particolare quella della famiglia, la “cellula sociale” che pi\u00f9 di ogni altra si trova in prima linea nelle trincee quotidiane della povert\u00e0 e del bisogno. “I nostri governanti e i politici locali devono ripensare – spiega il sacerdote folignate – a politiche sociali adatte alle famiglie e ai tempi di oggi”. Secondo Filuppucci lo stesso approccio verso i poveri deve essere riconsiderato, in modo che chi si trova in condizioni di necessit\u00e0 economica ma anche immateriale non debba “subire” gli interventi di assistenza e caritatevoli. “Bisogna piuttosto corresponsabilizzare i poveri – aggiunge don Luigi – e farli partecipi di un cammino pi\u00f9 ampio e non episodico”. Da ultimo, un appello alle istituzioni perch\u00e8 siano pi\u00f9 utilizzati i gruppi e le associazioni di volontariato, che possono dare “un’anima” alle forme di intervento nel sociale.<\/p>\n Secondo l’assessore regionale alle Politiche sociali, Gaia Grossi<\/strong>, lo sviluppo dell’Umbria oggi non pu\u00f2 prescindere dal modello di sviluppo internazionale che andrebbe completamente rivisto, perch\u00e8 basato su meccanismi economici che non considerano le identit\u00e0 e le peculiarit\u00e0 di popoli, nazioni, comunit\u00e0 locali.<\/p>\n Entrando nello specifico, Gaia Grossi ha ricordato che la Regione sta recependo finanziamenti dal fondo nazionale per le politiche sociali che ha messo a disposizione 548 milioni di lire per progetti riguardanti le povert\u00e0 estreme e 604 milioni da distribuire ai Comuni, sempre per interventi sociali in questo settore. Nel primo caso \u00e8 gi\u00e0 stato pubblicato un bando, nel luglio scorso, per finanziare interventi progettati da enti locali, organizzazioni di volontariato e Onlus. Per quanto riguarda i fondi destinati ai Comuni vanno ancora stabiliti i criteri di ripartizione. “E’ comunque importante sottolineare – ha aggiunto l’assessore regionale – che il Piano sociale regionale ha calibrato gli interventi proprio sulla base del quadro fornito dal primo rapporto sulle povert\u00e0 pubblicato nel 1997”.<\/p>\n Tra le urgenze segnalate dall’assessore regionale ci sono quelle sui settori della formazione e del lavoro.<\/p>\n “Bisogna passare – ha detto – da un welfare di emergenza a un modello sociale che oltre alle povert\u00e0 estreme possa lavorare anche sulle famiglie ‘normali’ che rischiano di cadere nel disagio e nell’indigenza”. Concludendo il suo intervento anche Gaia Grossi ha sollecitato un vertice fra Chiesa e Regione per concordare la prosecuzione di una esperienza positiva come quella dell’Osservatorio delle povert\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" A distanza di quattro anni dalla prima ricerca che ha analizzato le condizioni di marginalit\u00e0 economica in Umbria, \u00e8 stato presentato il secondo rapporto sulle povert\u00e0 nella regione. 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