{"id":12100,"date":"2012-07-12T20:56:46","date_gmt":"2012-07-12T18:56:46","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=12100"},"modified":"2012-07-12T20:56:48","modified_gmt":"2012-07-12T18:56:48","slug":"nicola-condannato-a-25-anni-in-carcere-studia-e-si-laurea","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nicola-condannato-a-25-anni-in-carcere-studia-e-si-laurea\/","title":{"rendered":"Nicola condannato a 25 anni in carcere studia e si laurea"},"content":{"rendered":"

\"\"<\/a>\u201cEro un uomo finito, senza prospettive. Lo studio mi ha ridato energia, voglia di fare ed uno scopo\u201d. Nicola Dettori riassume cos\u00ec, soddisfatto e felice, i suoi ultimi dieci anni di vita. Lui, cinquantenne sardo d\u2019origine, \u00e8 detenuto dal 2001 nel carcere di Spoleto e da luned\u00ec scorso pu\u00f2 fregiarsi a tutti gli effetti del titolo di \u201cdottore in Scienze dei beni storico-artistici\u201d. Si \u00e8 infatti laureato presso la facolt\u00e0 di Lettere e filosofia all\u2019Universit\u00e0 degli studi di Perugia con una tesi su Il cristianesimo a Orgosolo. Dalle origini fino al secolo XX<\/em>. Alla discussione della tesi erano presenti il figlio, la sorella e alcuni volontari del carcere, tra cui Rita Cerioni, magistrato amministrativo in pensione che aiuta i detenuti di Spoleto nello studio ed organizza incontri sulla legalit\u00e0. La storia di Nicola \u00e8 emblematica. Entra in carcere nel 1995 con una condanna a 25 anni, nel 2001 viene trasferito a Spoleto. \u201cPrima di Spoleto \u2013 racconta -, la mia detenzione mi aveva reso un uomo finito. Passavo le giornate senza uno scopo, a giocare a carte. A Spoleto sono rinato: ho cominciato a lavorare nella cucina del carcere e, soprattutto, ho iniziato a studiare, e mi sono innamorato della storia dell\u2019arte, che oggi per me \u00e8 come una droga\u201d. Dall\u2019arrivo nella struttura umbra, infatti, Nicola ha cominciato un percorso scolastico che lo ha portato a prendere la licenza media, poi il diploma nell\u2019istituto d\u2019arte attivo nel carcere e quindi la laurea. \u201cSono gi\u00e0 pronto a cominciare la specialistica\u201d sottolinea Nicola.<\/p>\n

Una storia di passione, quindi, ma anche di tenacia e solidariet\u00e0. \u201cStudiare in carcere non \u00e8 facile \u2013 racconta Rita Cerioni \u2013 perch\u00e9 tutte le spese sono a carico del detenuto, come i libri e le tasse. Per non parlare poi della burocrazia: anche solo per sostenere un esame ci vogliono permessi su permessi, anche perch\u00e9 i docenti vengono direttamente nell\u2019istituto di pena. Infatti io sono sempre all\u2019opera per trovare libri usati o a buon mercato per i detenuti, soprattutto per quelli che non hanno una famiglia o qualcuno che li sostenga anche economicamente. Nel carcere \u2013 continua Rita \u2013 c\u2019\u00e8 una biblioteca, ma \u00e8 difficilissimo accedervi per i detenuti. \u00c8 obbligatorio, infatti, che siano accompagnati dal personale penitenziario che, sempre pi\u00f9 ridotto a causa dei tagli governativi, basta a malapena per garantire i servizi di base\u201d. La drastica riduzione dei fondi di questi ultimi anni ha reso sempre pi\u00f9 difficile la vita nell\u2019istituto di pena.<\/p>\n

\u201cIl carcere di Spoleto \u2013 racconta Nicola \u2013 pu\u00f2 ospitare circa 300, 350 detenuti. Quando sono arrivato, una decina di anni fa, eravamo 200. Oggi siamo 700, a fronte di un personale penitenziario di 300 unit\u00e0. Via via le stanze riservate allo studio sono diventate delle celle e molte attivit\u00e0, come la tipografia o la sartoria, sono state chiuse per mancanza di personale. I tagli negli anni sono stati ingenti: sono state ridotte sensibilmente le ore di lavoro che potevamo svolgere nel carcere, necessarie non tanto per il guadagno, quanto per trascorrere del tempo in maniera attiva, e mancano anche le cose pi\u00f9 elementari, come il cibo. Basta pensare che il ministero spende 3 euro al giorno per colazione, pranzo e cena di un detenuto; nei canili 4,50 euro. Scarseggiano sempre pi\u00f9 anche le medicine. Dobbiamo ringraziare \u2013 conclude Nicola \u2013 la generosit\u00e0 dei volontari, come Rita, che ci regalano il loro tempo e il loro aiuto. E la Chiesa che non ci ha mai abbandonati e non ci fa sentire soli\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

\u201cEro un uomo finito, senza prospettive. Lo studio mi ha ridato energia, voglia di fare ed uno scopo\u201d. Nicola Dettori riassume cos\u00ec, soddisfatto e felice, i suoi ultimi dieci anni di vita. Lui, cinquantenne sardo d\u2019origine, \u00e8 detenuto dal 2001 nel carcere di Spoleto e da luned\u00ec scorso pu\u00f2 fregiarsi a tutti gli effetti del […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[499,10],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/12100"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=12100"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/12100\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":47166,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/12100\/revisions\/47166"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=12100"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=12100"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=12100"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}