{"id":12051,"date":"2012-07-12T15:59:27","date_gmt":"2012-07-12T13:59:27","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=12051"},"modified":"2015-08-04T13:17:19","modified_gmt":"2015-08-04T11:17:19","slug":"cambia-la-geografia-religiosa-dellitalia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/cambia-la-geografia-religiosa-dellitalia\/","title":{"rendered":"Cambia la geografia religiosa dell\u2019Italia"},"content":{"rendered":"
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Pakistani in preghiera in Piazza Duomo a Milano<\/figcaption><\/figure>\n

L’argomento religione \u00e8 stato piuttosto trascurato o minimizzato nelle ricerche e nella letteratura sull\u2019immigrazione\u201d. E invece, \u201cl\u2019aspetto religioso acquista oggi dimensioni ed interesse crescenti\u201d perch\u00e9 \u201cattraverso nuove immigrazioni, la costituzione di nuovi nuclei familiari, le conversioni (collegate soprattutto alla celebrazione di matrimoni interreligiosi) aumenta il numero dei centri religiosi non cattolici (moschee, chiese, pagode\u2026) e cambiano riti e sensibilit\u00e0 fra i cattolici\u201d. Lo ha detto il 4 luglio mons. Giancarlo Perego<\/strong>, direttore generale Migrantes, durante la presentazione, a Roma, del volume Asia-Italia. Scenari migratori<\/em>, promosso e finanziato dalla Caritas italiana e dalla Fondazione Migrantes.<\/p>\n

Nuovi scenari.<\/strong> \u201cGuardare alle appartenenze religiose dei migranti \u2013 ha precisato mons. Perego – significa porre l\u2019attenzione alla complessit\u00e0 delle storie personali e collettive, arricchire le facce del prisma che ci restituisce l\u2019immagine del migrante non solo come lavoratore o lavoratrice, non solo come clandestino o irregolare, non solo come alunno o studente, non solo come utente dei servizi, ma come persona\u201d. In realt\u00e0, \u201cil fenomeno della mobilit\u00e0 crescente, mentre favorisce nuove possibilit\u00e0 di scambio tra i popoli, crea identit\u00e0 meticcie, alimenta anche pesanti conflittualit\u00e0\u201d. Di fronte a questa situazione, in cui \u201c\u00e8 forte la tentazione della chiusura, sono fondamentali atteggiamenti ispirati all\u2019ascolto, all\u2019accoglienza e alla ospitalit\u00e0 nei confronti dello \u2018straniero\u2019, superando tanto il modello dell\u2019assimilazione<\/em> che nega la differenza, quanto quello della tolleranza<\/em> che mantiene la distanza, e promuovendo una forma di integrazione<\/em>, che si sforzi di trasformare la multiculturalit\u00e0 e la multireligiosit\u00e0 in interculturalit\u00e0 e in interreligiosit\u00e0\u201d.<\/p>\n

Alcuni dati.<\/strong> In questi nuovi scenari l\u2019Italia, ha sottolineato il direttore generale di Migrantes, \u201csta diventando differente anche sul piano della cattolicit\u00e0\u201d e al tempo stesso \u201csta diventando diversamente religiosa\u201d. Facendo riferimento in particolare al Continente asiatico, mons. Perego ha snocciolato alcuni numeri: \u201cDei 766.000 immigrati, 205.000 sono musulmani, 158.000 cristiani, 114.000 induisti, 88.000 buddisti, 60.000 appartenenti ad altre religioni orientali. I cattolici sono originari soprattutto dalle Filippine (109.000); sempre dalle Filippine sono 7.000 cristiani riformati. I musulmani sono soprattutto originari del Pakistan (73.000), Bangladesh (71.000). Gli induisti e gli appartenenti alle religioni orientali provengono soprattutto dall\u2019India e dalla Cina\u201d. Secondo il direttore di Migrantes, \u201c\u00e8 un mondo cristiano e religioso straordinario, un laboratorio di esperienze religiose che chiede un dialogo ecumenico e religioso rinnovato nella quotidianit\u00e0, costruito su esperienze di studio, di ricerca, di incontro e di dialogo con i nostri \u2018fratelli\u2019, come ha invitato a fare il Concilio Vaticano II\u201d.<\/p>\n

Guardare al futuro.<\/strong> In questa nuova realt\u00e0 \u201cla Chiesa italiana \u00e8 invitata dalle migrazioni\u201d a \u201cripensare i luoghi educativi (gli oratori e le scuole e le universit\u00e0 cattoliche in particolare), la liturgia, che \u00e8 stata arricchita da tradizioni diverse (bizantina, siro-malabarese\u2026), gli itinerari di fede e di iniziazione cristiana, il presbiterio diocesano (ricco di 2.300 sacerdoti immigrati), il mondo delle religiose (oltre 3.000 provenienti da altri Paesi del mondo), lo stile e gli strumenti di accoglienza, i mezzi di comunicazione sociale\u201d. L\u2019esperienza di una Chiesa cattolica italiana differente invita, pertanto, \u201ca un percorso educativo, non unilaterale, che dalle relazioni personali e sociali passa alle relazioni ecclesiali\u201d. Non solo: \u201cLa presenza in Italia di quasi 2 milioni e 500 mila immigrati provenienti da tradizioni e comunit\u00e0 religiose cristiane, in particolare dal mondo ortodosso, chiede un ritorno a un dialogo ecumenico che da una parte \u00e8 costruita sulla conoscenza, ma dall\u2019altra costruita sulle relazioni, di cui la preghiera costituisce l\u2019elemento centrale\u201d. Nelle diocesi italiane \u201csi moltiplicano le iniziative nel segno del dialogo ecumenico: celebrazioni comuni, libri per la preghiera comune, la concessione di edifici sacri a comunit\u00e0 ortodosse, centri di ascolto e servizi di carit\u00e0 in comune con il mondo protestante\u2026\u201d. Per mons. Perego, \u201csono segni che s\u2019inseriscono dentro un cammino ecumenico e, in particolare, di dialogo con la Chiesa orientale ortodossa\u201d. Quanto al futuro, \u201cla stabilit\u00e0 di questo quadro delle appartenenze religiose dipende dall\u2019incidenza dei flussi. Se nel futuro, come \u00e8 probabile, prevarranno i flussi dall\u2019Africa, in particolare da quella subsahariana, e dall\u2019Asia (Cina e India da sole raggiungeranno a breve i 3 miliardi di abitanti), si determiner\u00e0 una maggiore presenza islamica e atea, anche se da questi Paesi arrivano (come la ricerca evidenzia) pure numerosi cattolici, oltre che induisti e buddisti. Il domani \u2013 ha concluso il direttore generale di Migrantes – si prepara nel dialogo che oggi si costruisce\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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