<\/a>C’era l\u2019intera diocesi, nella cattedrale di San Rufino, a dare l\u2019ultimo caldo arrivederci a mons. Sergio Goretti, vescovo e padre della \u201cstraordinaria e unica Chiesa particolare\u201d che \u00e8 in Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Presenti il presbiterio quasi al completo, i Vescovi della Ceu (impossibilitati ad essere presenti Boccardo e Marra) e i vescovi Buoncristiani (Siena), Reali (Porto – Santa Rufina), Bartolucci (segretario della Congregazione delle cause dei santi).<\/p>\nOltre al sindaco di Assisi, erano presenti quelli di Bettona, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Citt\u00e0 di Castello, l\u2019assessore Fortebracci rappresentante il sindaco di Bastia Umbra. Assisi e Nocera hanno portato anche il gonfalone. La Regione e la Provincia hanno espresso la loro presenza mediante un proprio rappresentante.<\/p>\n
Durante la celebrazione, presieduta dal Vescovo diocesano, si \u00e8 percepita la serenit\u00e0 di una Chiesa che sa di avere una speranza nei cieli. Mons. Sorrentino, nell\u2019omelia, partendo dal testo della Lettera ai Romani \u201cChi ci separer\u00e0 dall\u2019amore di Cristo?\u201d, ha espresso la certezza che niente pu\u00f2 separare coloro che costituiscono unit\u00e0 in Cristo Ges\u00f9. E, pensando all\u2019amore del predecessore per la Chiesa che il Signore gli aveva affidato, ha sottolineato: \u201cSei anni fa mi consegn\u00f2 il pastorale, ma soprattutto mi consegn\u00f2 l\u2019eredit\u00e0 di una lunga passione\u201d. Una passione che continua ad essere espressa da quanti lo hanno conosciuto e amato; da quanti sono stati beneficati dalla sua feconda azione evangelizzatrice e caritativa. Ha quindi concluso: \u201cTi abbiamo voluto bene e continuiamo a volerti bene, nella comunione dei santi. Abbondi il Signore per te nella sua misericordia e ti accolgano i nostri santi in quella dimora in cui per sempre non c\u2019\u00e8 che pace e amore\u201d.<\/p>\n
Prima del rito di commiato, il vicario generale, mons. Saba, ha tracciato una biografia del defunto: non per raccontare fatti, quanto per mostrare la ricchezza di bene che Cristo ha donato alla nostra Chiesa, mediante il vescovo Sergio. In questa linea si \u00e8 espresso anche il primo cittadino di Assisi, Claudio Ricci.<\/p>\n
Portato a spalla da sei sacerdoti, il defunto Vescovo ha lasciato, fra applausi calorosi, la cattedrale. Dopo una sosta in piazza del Comune, salutato dalle \u201cchiarine\u201d, \u00e8 stato portato e inumato nel cimitero di Assisi. Vi star\u00e0 per poco: quanto prima, infatti, torner\u00e0 in cattedrale, per riposare nella tomba dei Vescovi. Vicino all\u2019altare che tante volte lo ha visto, per la sua Chiesa, vittima e sacerdote.<\/p>\n
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ALCUNI PASSAGGI\u00a0 DELL’OMELIA DI MONS. DOMENICO SORRENTINO pronunciata alle esequie di mons. Goretti<\/strong><\/p>\n\u00abChi ci separer\u00e0 dall\u2019amore di Cristo? – ha detto mons. Domenico Sorrentino all\u2019omelia per le esequie. – Rimeditare queste parole davanti alla salma di mons. Goretti ci consente di farlo appoggiandoci anche alla sua testimonianza.<\/p>\n
Amavamo stringerci intorno a lui nell\u2019eucaristia, in occasione della festa dell\u2019Epifania, per i suoi anniversari e giubilei episcopali. Anche quest\u2019anno egli ci ha detto le parole di stupore e gratitudine con cui aveva vissuto l\u2019ordinazione episcopale, conferitagli dal beato Giovanni Paolo II. Amava diffondersi a raccontare particolari quasi avventurosi del suo arrivo in diocesi. Da quel momento, tra mons. Goretti e la nostra comunit\u00e0 si stabil\u00ec un rapporto di intimit\u00e0, che non \u00e8 pi\u00f9 venuto meno, e gli ha fatto desiderare di concludere la sua vicenda terrena, anche nella condizione di emerito, qui, ad Assisi, vivendo a pochi passi dalla cattedrale, celebrandovi quasi quotidianamente, e desiderando infine di esservi sepolto.<\/p>\n
Come suo successore, non ho potuto che ammirare ed accogliere questo suo amore alla nostra Chiesa che \u00e8 diventato, anche nei suoi rapporti con me, giorno dopo giorno, affetto orante e sostegno fraterno. Devo essergli grato per la collaborazione che mi ha dato in questi miei sei anni di episcopato assisano, rendendosi disponibile, come ha potuto, fino alle ultime settimane.<\/p>\n
Sei anni fa, egli mi consegn\u00f2 il pastorale, ma soprattutto mi consegn\u00f2 l\u2019eredit\u00e0 di una lunga passione. Di tante sue benemerenze pastorali ho potuto essere indirettamente testimone. Fu sua la tempestiva intuizione delle Unit\u00e0 pastorali che ancora cerchiamo faticosamente di realizzare. Lodevole \u00e8 stato il suo impegno di rinnovamento catechetico, liturgico, caritativo, improntato alle ispirazioni della grande stagione del Concilio Vaticano II. Fu poi nei suoi anni che Assisi ebbe godette anche di quegli straordinari eventi legati all\u2019iniziativa del Beato Giovanni Paolo II per la pace attraverso il dialogo inter-religioso. E come dimenticare che a questo mons. Goretti era particolarmente sensibile, dandone prova anche con il suo impegno ecumenico nella Conferenza episcopale italiana?<\/p>\n
\u00c8 da aggiungere un cenno a quel perdono che egli, nel Testamento, chiede a quanti fossero stati da lui involontariamente offesi.<\/p>\n
Caro mons. Sergio, noi non abbiamo nulla da perdonarti. Ti abbiamo voluto bene e continuiamo a volerti bene, nella comunione dei santi. Abbondi il Signore per te nella sua misericordia e ti accolgano i nostri santi in quella dimora in cui per sempre non c\u2019\u00e8 che pace e amore\u201d.\u00bb.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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