{"id":1127,"date":"2001-09-14T00:00:00","date_gmt":"2001-09-14T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1127"},"modified":"2001-09-14T00:00:00","modified_gmt":"2001-09-14T00:00:00","slug":"salvaguardare-la-famiglia-per-rendere-piu-matura-la-societa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/salvaguardare-la-famiglia-per-rendere-piu-matura-la-societa\/","title":{"rendered":"Salvaguardare la famiglia per rendere pi\u00f9 matura la societ\u00e0"},"content":{"rendered":"

Cosa sta succedendo presso il convento della Chiesa Nuova? E’ sabato 8 settembre, met\u00e0 pomeriggio: l’ingresso appare stracolmo di fiori ed ogni passaggio risulta ostruito; alcune donne con abilit\u00e0 confezionano mazzi ed addobbi. Veniamo da Sanremo, afferma una di loro; non avverte il profumo? Guardi che variet\u00e0: gladioli, garofani, gigli, lilium, rose, gerbere, orchidee… Fuori, nella piazzetta antistante al santuario il guardiano dell’attiguo convento padre Gianmaria Polidoro appare travolto dall’ultima fase dell’organizzazione della Festa della Famiglia: “Il Comune di Sanremo e l’Associazione Amici abruzzesi in Liguria hanno partecipato con splendida generosit\u00e0 offrendo 29.000 fiori per guarnire la chiesa e per preparare gli ornamenti che coppie di fidanzati e di coniugi potranno scambiarsi. La comunit\u00e0 francescana della Chiesa Nuova intende rendere significante la Festa della Famiglia partendo dal presupposto che \u00e8 in gioco una istituzione nevralgica, esposta oggi a pericoli ed eventuali decadimenti in nome di una semplice e fragile convivenza. Salvaguardare la famiglia significa rendere pi\u00f9 matura e solidale la societ\u00e0”. Il programma, ravvivato dalla cerimonia floreale, si \u00e8 dipanato durante l’arco dell’intera domenica, a partire dalla Messa celebrata durante la mattina. Nel primo pomeriggio, presso la piazzetta dove venivano distribuiti mazzi di fiori, \u00e8 risuonato l’inno di Assisi. Davanti al gonfalone municipale il sindaco Bartolini ha analizzato le ragioni della trasformazione della famiglia che reclama la difesa delle istituzioni, mentre il vescovo Goretti si \u00e8 soffermato sulla crisi della famiglia in Italia meno grave rispetto ad altre nazioni ma senza dubbio preoccupante: “Un nuovo costume vorrebbe introdurre correttivi e sostituzioni: occorre rispettare forme diverse di convivenza ma non \u00e8 possibile incentivarle”. Omaggi e ringraziamenti sono stati contraccambiati dal rappresentante del comune di Sanremo e presidente dell’Associazione floricoltori, che ha parlato a nome della delegazione di categoria giunta in Assisi. Dopo l’accensione della Lampada votiva nel fondaco paterno di san Francesco, i presenti si sono raccolti nella Sala della Biblioteca francescana dove \u00e8 stato possibile ascoltare le parole di padre Felice Rossetti ideatore della manifestazione e del provinciale dei frati minori Massimo Reschiglian. Hanno ritirato la medaglia d’argento, al posto di Antonio e Maria Commissari (ormai defunti), gi\u00e0 “patriarchi” della famiglia premiata in questa ottava edizione della festa, i figli Celso ed Elisa. Un apposito inno composto dal maestro Giomarelli ed il concerto dei Cantori di Assisi hanno concluso la manifestazione. Ma giova a questo punto delineare la famiglia degna del riconoscimento, ovvero Antonio Commissari e Maria Ferrari, residenti una volta in Imola, genitori di 8 figli: Filippo, Giorgio, Vittoria, Aurora, Celso, Rosanna, Leo, Elisa. Antonio Commissari, contadino e successivamente operaio, animatore dell’associazionismo cattolico, profess\u00f2 le proprie convinzioni con la parola e con l’esempio. Scriveva il suddetto Antonio al figlio Filippo: “Quando penso che tu sei missionario e che Leo si accinge a percorrere la stessa strada ecclesiastica, mi sento smarrito e, guardando la mia pochezza, mi risulta chiara la misericordia immensa del Padre Celeste…”. Si raccoglie in queste poche righe la fierezza di un padre per due figli missionari: Filippo tuttora attivo come responsabile del PIME HOUSE a Hong Kong; Leo partito nel 1969 alla volta di una delle zone pi\u00f9 povere del Brasile, vissuto da baraccato tra le favelas, in un contesto di miseria ed emarginazione esposto anche a forme di violenza, rimasto ucciso nella notte tra il 20 e il 21 giugno 1998, sognando il sorgere di un mondo nuovo. Cos\u00ec don Leo aveva scritto: “Ringrazio continuamente il Signore per il babbo che ci ha donato, un santo che ci ha generato e nutrito, anzi che non ha mai cessato di nutrire… Per non parlare della mamma che per l’amore che ci porta non guarda al peso degli anni e lavora veramente giorno e notte perch\u00e9 nulla ci manchi”. Anche Maria Commissari, appartenente a famiglia contadina, viene ricordata per generosit\u00e0 e saggezza, adempiente al suo ruolo con sacrificio quotidiano: una donna indispensabile per i figli e per il marito Antonio. Cos\u00ec ha scritto Elisa, offrendo l’immagine di una famiglia trasformata in “chiesa domestica”: “Si pregava regolarmente ogni giorno davanti ad un altarino, segno della compagnia del Signore nella casa. La mattina, prima del lavoro, si dava spazio alla Messa. Quindi, i pi\u00f9 grandi, si recavano chi in fabbrica e chi presso degli artigiani, i pi\u00f9 piccoli a scuola”. Questa in sintesi la storia di una famiglia esemplare anche per la sopportazione del dolore.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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