{"id":1061,"date":"2000-11-03T00:00:00","date_gmt":"2000-11-03T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=1061"},"modified":"2000-11-03T00:00:00","modified_gmt":"2000-11-03T00:00:00","slug":"un-convegno-per-conoscere-meglio-i-fondatori-della-chiesa-spoletina","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/un-convegno-per-conoscere-meglio-i-fondatori-della-chiesa-spoletina\/","title":{"rendered":"Un convegno per conoscere meglio i fondatori della chiesa spoletina"},"content":{"rendered":"
Solo dopo la pubblicazione degli atti, prevedibile per il 2001, sar\u00e0 possibile dare una relazione adeguata del XV Congresso del Cisam (Centro di studi sull’Alto Medioevo) tenutosi a Spoleto dal 23al 28 ottobre, sul tema “Umbria cristiana, dalla diffusione del culto al culto dei santi”. Per ora ci limitiamo a qualche cenno, sottolineando l’importanza di questo congresso voluto dall’Arcivescovo mons. Riccardo Fontana mentre si avvia al termine l’Anno giubilare. Il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli, al compiersi del secondo Millennio dalla Nativit\u00e0, vuol essere anche riscoperta delle nostre origini di Chiesa. DAL SECOLO IV AL SECOLO XE’ questo il periodo della decadenza dell’Impero romano d’Occidente, dagli ultimi imperatori alla discesa delle popolazioni germaniche, tanto orientali, soprattutto Goti e Longobardi, che occidentali, specie i Franchi. Declino e rovina della civilt\u00e0 antica e successiva ricostruzione (che non intacc\u00f2 granch\u00e9 l’Impero d’Oriente) irruppe in Occidente e qui incontr\u00f2 la Cristianit\u00e0. Da una parte i Bizantini, dall’altra i Goti e i Longobardi, popolazioni originariamente ariane e quindi in istintivo contrasto con le popolazioni cattoliche. La Chiesa si mosse sul crinale della progressiva integrazione. L’arianesimo perder\u00e0 la sua battaglia e con esso gli stati sostenitori, finch\u00e9 il regno franco, alleatosi di fatto con la Chiesa, avvier\u00e0 la futura Europa.Quale fu la funzione dell’Umbria in questo crogiolo di secoli? Come ha fatto notare Paolo Siniscalco gi\u00e0 nella prolusione, era significativa la dualit\u00e0, soprattutto nell’Italia centrale, “tra la parte aperta ad ovest verso Etruria e porti mediterranei, e la parte volta a nord-est, pi\u00f9 isolata, che oltre il crinale dell’Appennino scende verso le coste adriatiche”. Cardine centrale, la via Flaminia con le sue varianti, che conduceva il viaggiatore per oltre 220 miglia da Roma fino a Rimini. Facilitati quindi gli scambi e i transiti tra i due versanti, occidentale e nord-orientale, osmosi ricchissima ai vari livelli, umano, commerciale e culturale. Il collegamento con Roma (particolarmente di Spoleto, al centro dell’Umbria e capitale del ducato longobardo) \u00e8 intensissimo. Roma, almeno fino al sec. II, “interviene profondamente nel tessuto della regione, risanando zone paludose, costruendo edifici pubblici e privati, facendo fiorire o rifiorire centri come Gubbio, Spello, Perugia”. Ma poi, con le invasioni germaniche, tutto si oscura, le campagne si spopolano, ridotte in larga parte a paludi, le citt\u00e0 intristiscono con il rarefarsi delle attivit\u00e0 e dei commerci. Ecco lo scenario della “Settimana di studi”, dando largo spazio alle testimonianze ecclesiali, ai vari reperti e monumenti archeologici, alla letteratura martiriale e agiografica – si pensi ai Dialoghi di Gregorio Magno – a figure possenti di vescovi e martiri e monaci, da Decenzio di Gubbio a Achille e Spes di Spoleto, a Valentino di Terni (o Roma?), a Terenziano di Todi, a Giovenale di Narni, a Fortunato di Otricoli, e soprattutto Benedetto di Norcia, tutti impegnati, anche a livello civile e perfino giudiziario, per la salvezza delle popolazioni. L’EPOCA TARDOANTICAI lavori sono iniziati con un primo sguardo all’Umbria tardoantica con le relazioni di Bonamente e Coarelli, ambedue dell’Universit\u00e0 di Perugia ed inoltre Stefano Bocci di Siena. Senza entrare nei dettagli, vorremmo qui citare il famoso Rescritto di Spello, sul santuario federale degli Umbri. Con esso l’Imperatore Costantino concede che presso Spello venga costruito il detto santuario federale: gli Umbri non dovranno recarsi pi\u00f9 a Volsinii, nella Tuscia, per i “ludi scenici e spettacoli di gladiatori”, in onore di divinit\u00e0 pagane. L’Umbria acquista cos\u00ec una particolare individualit\u00e0 e unit\u00e0; Spello viene scelta in quanto “confinante e adiacente alla via Flaminia”. Volsinii si muover\u00e0 ormai separatamente dall’Umbria e Spello avr\u00e0 la denominazione di “Flavia”. Singolare, questa attenzione di Roma per le citt\u00e0 umbre, le quali appaiono a diretto contatto con la capitale, senza intermediari, come ha dimostrato largamente il Bonamente. Facilitazione indubbia per l’irradiazione cristiana. LA CRISTIANIZZAZIONELa seconda giornata \u00e8 entrata nel vivo della cristianizzazione, favorita oltremodo dalla viabilit\u00e0 (Giovanni Uggeri, della Sapienza di Roma). Ecco allora il formarsi delle diocesi (Carlo Carletti dell’Universit\u00e0 di Bari), ecco i primi profili di vescovi (Alba Maria Orselli dell’Universit\u00e0 di Bologna) e soprattutto Gregorio Magno, gi\u00e0 prefetto di Roma e poi Sommo Pontefice (Ovidio Capitani, dell’Universit\u00e0 di Bologna). Ma \u00e8 gi\u00e0 l’epoca dei Germanici, l’Umbria si muove “tra Romania e Longobardia” (Antonio Carile dell’Universit\u00e0 di Bologna), fino ai Carolingi (Claudio Azzara, dell’Universit\u00e0 di Venezia). Nella terza giornata gli ultimi studi di archeologia cristiana in Umbria e le nuove prospettive (Roberto Giordani dell’Universit\u00e0 di Perugia), gli spazi cimiteriali (Anna Maria Giuntella dell’Universit\u00e0 di Chieti) e le varie tipologie dei santuari martiriali paleocristiani (Vincenzo Fiocchi Nicolai, Tor Vergata Roma) sono stai degna cornice ai “Medaglioni” della “prosopografia in Umbria”. Marcello Rotili (Universit\u00e0 di Napoli) affronta il tema “Forme di cristianizzazione dei Longobardi”: la struttura militare, la sovrapposizione dei culti guerrieri alla religiosit\u00e0 di ambiente rurale, l’acquisizione di nuovi costumi, l’acculturazione in senso romano-cristiano (inumazione in luogo dell’incinerazione), nonch\u00e9 la progressiva sostituzione di manufatti e ornamenti di tradizione preitaliana in luogo dei modelli germanici. Per l’archeologia funeraria, a documentazione della nuova acculturazione, notevole \u00e8 il riferimento a Spoleto e alle sue tombe. Ampio poi il discorso sulle croci, soprattutto in lamina. TESTIMONIANZE AGIOGRAFICHE E FUNERARIELa quarta giornata \u00e8 stata dedicata ancora a testimonianze di tipo funerario e dagli edifici di culto. Fabrizio Bisconti, della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, ha riferito sui sarcofagi tardoantichi e altomedievali in Umbria, Letizia Pani Ermini (“Sapienza” di Roma) sugli edifici di culto e Donatella Scortecci (Universit\u00e0 di Perugia) sulla trasformazione in senso cristiano di edifici del culto pagano. In serata si \u00e8 aperto il capitolo dell’agiografia con i riferimenti storiografici agli inizi del sec. XX da Albert Dufour a Francesco Lanzoni. Parallelo \u00e8 lo studio di Giuseppe Crimascoli, dell’Universit\u00e0 di Bologna, sui “Viri Dei” nei Dialoghi di Gregorio Magno. La quinta giornata \u00e8 stata il grande momento dell’agiografia, da Emore Paoli (Tor Vergata Roma), che ne ha dato una visione d’insieme, a Mauro Donnini (Universit\u00e0 di Perugia) che ne ha illustrato i modelli e le risorse letterarie, con interessanti rilievi a sfondo strutturalista. Il convegno \u00e8 quindi giunto a presentare il grande fenomeno del monachesimo, con gli interventi affidati a Giorgio Picasso (Universit\u00e0 Cattolica di Milano) ed Eugenio Susi di Roma, lo studioso cos\u00ec attento alla nostra abbazia di San Felice in Val di Narco. I SANTI UMBRI NEL CALENDARIO GERONIMIANONell’ultima giornata il Congresso si \u00e8 trasferito a Norcia per ascoltare mons. Victor Saxer, della Pontificia Accademia Romana, il quale ha parlato dei santi umbri nel Calendario Geronimiano, affrontando anche la problematica dei vari Codici, non del tutto concordi: ed ecco allora, ad esempio, per Terni, le figure di san Valentino e di sant’Agape rispettivamente al 14 e 15 febbraio, i santi Proculo, Apollonio ed Efebo al 14 aprile; per Todi, santa Felicissima (26 maggio) e san Terenziano (1 settembre); per Spoleto san Vitale, cui il vescovo di Spoleto Spes dedica il famoso carme (22 gennaio e altre date). Concludiamo con le congratulazioni pi\u00f9 vive a tutti gli intervenuti, particolarmente agli organizzatori e ai maestri, ed all’Arcivescovo che ha voluto questo convegno. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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