{"id":10590,"date":"2024-02-16T09:37:30","date_gmt":"2024-02-16T07:37:30","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?page_id=10590"},"modified":"2024-02-16T15:18:49","modified_gmt":"2024-02-16T13:18:49","slug":"chi-siamo-la-voce-giornale-regionale-umbro","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/chi-siamo-la-voce-giornale-regionale-umbro\/","title":{"rendered":"Chi siamo"},"content":{"rendered":"

Siamo un giornale regionale<\/strong> che ha un forte legame con il territorio umbro e con la comunit\u00e0 ecclesiale locale e universale. La nostra \u00e8 una esperienza unica in Italia perch\u00e9 fin dalla fondazione, nel 1953, \u00e8 frutto di una scelta che vede come editore non una singola diocesi ma le diocesi umbre insieme. Siamo stanti anche tra i primi giornali ad essere presenti sul web con il primo sito nel 1994. Poi abbiamo aggiunto l’edizione digitale e i social. E il cammino continua.<\/p>\n

Vogliamo raccontare la vita<\/strong> concreta delle persone e delle comunit\u00e0 e lo facciamo mettendo al centro del nostro impegno l’approfondimento dei fatti per andare oltre la cronaca, il racconto di storie che raccogliamo dalla voce dei protagonisti, l’offerta di informazioni sulle iniziative di associazioni e altre realt\u00e0 locali.<\/p>\n

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La Voce si presenta<\/h2>\n
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La prima pagina del primo numero del 1984<\/figcaption><\/figure>\n

Nel primo numero del 1984, nella presentazione che fece a nome dei vescovi umbri, il compianto mons. Carlo Urru<\/strong>, tra l\u2019altro scriveva: \u201cOggi La Voce<\/em>, dotata di lunga esperienza, riprende il cammino e, nella continuit\u00e0, si rinnova. Conferma la sua caratteristica di settimanale cattolico, che su tutto informa e valuta, ma che ha particolare, spiccata aderenza alle esigenze e ai problemi dell\u2019Umbria. Vuole offrire una lettura puntuale e attenta di tutti quei fenomeni regionali che (nel civile, nel sociale e nell\u2019ecclesiale) emergono ed esigono l\u2019impegno e la risposta di tutti\u201d.<\/p>\n

E dopo aver annunciato il rinnovamento della redazione, chiama a raccolta i lettori affermando che dovranno essere loro, con la loro fedele partecipazione a ottenere che \u201cLa Voce<\/em> sia uno strumento agile e di non ardua lettura, serio ma senza sussiego, di sicuro livello culturale ma accessibile a tutti, vario nelle rubriche ma non dispersivo o frammentario\u201d.<\/p>\n

A distanza di anni le cose stanno nello stesso modo e questo \u00e8 il segno della fedelt\u00e0 al quale ci siamo sforzati di attenerci, non perch\u00e9 ci \u00e8 stato in qualche modo imposto, ma perch\u00e9 appartiene alle nostre radici, dalle quali La Voce<\/em> ha avuto vita e vigore.<\/p>\n

Nel 2003 ci siamo presentati ai lettori con un settimanale rinnovato, nella veste grafica e nell\u2019impostazione delle pagine. In questa operazione abbiamo investito molte risorse umane ed economiche. In un mondo che cambia e in situazioni che appaiono ogni giorno diverse, abbiamo avvertito il rischio del soffocamento. Vi \u00e8 una comunicazione strillata, un uso disinvolto e senza scrupolo di mezzi, linguaggi, spettacoli tendenti a riempire la piazza e a stordire le persone. C\u2019\u00e8 un avanzamento progressivo di posizioni dei vecchi e nuovi media. Il fragile, povero e vecchio settimanale cattolico rischia di venire soffocato se non schiacciato. Passa con superficialit\u00e0 sulla bocca di molti, anche di ecclesiastici, rassegnati, il detto \u201cla gente non legge\u201d. Per questi motivi, come abbiamo scritto in un precedente articolo, abbiamo voluto forzare il \u201cblocco navale\u201d (n.43) e seguire l\u2019invito di inizio millennio di Giovanni Paolo II, di gettare le reti spingendoci in alto mare. Anche le indicazioni del vescovi italiani ci hanno ammonito, quando hanno scritto il documento di azione pastorale per il prossimo decennio: \u201cComunicare il Vangelo in un mondo che cambia<\/em>\u201d. Un sintomo di tale cambiamento e quasi una svolta epocale la troviamo gi\u00e0 sulle pagine de La Voce<\/em> di questo ultimo periodo con la sempre pi\u00f9 acuta preoccupazione circa la diffusione dell\u2019Islam, percepita come una minaccia e temuta come una sciagura. Il mondo cambia, cambia la mentalit\u00e0 delle persone e la percezione della realt\u00e0, cambiano le mode e i costumi. \u00c8 in questo mondo che dobbiamo comunicare, avendo ben presente la volont\u00e0 di rimanere pazientemente in dialogo, senza perdere la nostra identit\u00e0 e dando riconoscimento e apprezzamento al vero e al bene da chiunque sia affermato con le parole e con le opere.<\/p>\n

Elio Bromuri<\/strong><\/p>\n

direttore dal 1984 al 2015
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Un po\u2019 di storia<\/h2>\n

Il giornale regionale voluto dai cattolici<\/strong><\/h3>\n

Il 1953 \u00e8 l\u2019anno in cui i cattolici dell\u2019Umbria decidono di unire le forze in un unico settimanale. Sono gli anni del dopoguerra, della ricostruzione e della divisione del mondo in due blocchi.
\nIn questo clima nasce La Voce<\/em>, frutto di una scelta pastorale per un comune strumento di comunicazione che le diocesi umbre di allora (14) fecero all\u2019interno di una strategia di impegno pi\u00f9 vasta sollecitata da papa Pio XII che nel 1948 not\u00f2 su La Voce Cattolica<\/em> di Citt\u00e0 di Castello un articolo di don Pietro Fiordelli<\/strong> sulla affermazione del comunismo in Umbria. Il Papa si preoccup\u00f2 subito di chiedere ai vescovi umbri misure efficaci per contrastare la situazione in cui vedeva concreto il rischio della perdita di fede nelle masse contadine e operaie del tempo. Si riorganizz\u00f2 l\u2019Azione cattolica e si arriv\u00f2, nel 1952, alla formazione di una Commissione episcopale regionale, decisa in una assemblea straordinaria dei vescovi umbri, che doveva studiare e fare proposte concrete per una soluzione della questione sociale delle genti umbre e fare opera di preparazione e coordinamento delle forze religiose.<\/p>\n

Un solo giornale cattolico per l’Umbria \u201crossa\u201d<\/h2>\n

In un grande convegno ecclesiale regionale fu approvata la proposta di un settimanale unico per le diocesi della regione e nella sua preparazione furono coinvolti i direttori dei settimanali esistenti e l\u2019Azione cattolica, che port\u00f2 un contributo decisivo, anche economico. Si scelse quale modello il batagliero La Voce cattolica<\/em> e se ne adott\u00f2 il nome rinunciando all\u2019aggettivo \u2018cattolica\u2019. L\u2019unica diocesi che non ader\u00ec al progetto fu Foligno, la cui Gazzetta<\/em> usciva regolarmente dal 1886.<\/p>\n

Ogni diocesi aveva la sua pagina e la sua redazione. Le pagine comuni erano curate da una redazione composta da don Enzo Banetta e lo stesso Fiordelli, Ruggero Orfei,<\/strong> Giorgio Battistacci, Piero Mirti, Mario Santi, Giancarlo Scoccia, Italo Moretti, Vinicio Baldelli, Giuseppe Salari, Dante Alimenti.<\/strong> Per citarne alcuni.<\/p>\n

Don Emilio Boccalini<\/strong>, di Amelia, firm\u00f2 solo il primo numero, quello del 13 dicembre 1953, che si rivel\u00f2 parto difficile tanto che a Natale il giornale non era ancora arrivato ai suoi lettori. Con il secondo numero la direzione pass\u00f2 a Fiordelli che chiese a don Benso Benni<\/strong>, di Citt\u00e0 di Castello, di aiutarlo per tutta la parte economica e amministrativa.<\/p>\n

Inizia l\u2019avventura de La Voce<\/em> di Fiordelli che ben presto raggiunge le 22mila copie nelle quattordici diocesi umbre. La Voce<\/em> fa parte di un pi\u00f9 ampio progetto ecclesiale e la conferma arriva con il pellegrinaggio a Lourdes promosso dal giornale nel luglio del 1954, cui aderirono pi\u00f9 di mille pellegrini.<\/p>\n

Gli anni della diffusione in tutta Italia<\/h2>\n

Mons Fiordelli, nominato vescovo di Prato, deve lasciare la direzione che passa a mons. Antonio Berardi<\/strong>, parroco di Fossato di Vico, collaboratore fin dalla fondazione. Don Benso Benni prosegue nel suo incarico amministrativo e diventa l\u2019infaticabile braccio destro di Berardi che diriger\u00e0 La Voce<\/em> fino al giorno della sua morte, avvenuta improvvisa l\u20198 novembre 1972. Gli anni di Berardi sono segnati da discusioni sulla linea fortemente anticomunista impressa dal direttore al giornale, dal taglio delle pagine regionali, dalla diffusione del settimanale in altre diocesi e parrocchie (tra queste Bastia Umbra nel 1979) e dall\u2019attivit\u00e0 di sostegno alle missioni. Mons. Berardi muore mentre sta celebrando la messa nella sua parrocchia di Fossato di Vico.<\/p>\n

Giornale regionale: ritorno alla scelta iniziale<\/h2>\n

Il 1972 \u00e8 anche l\u2019anno in cui arriva nella Chiesa umbra mons. Cesare Pagani<\/strong> artefice della seconda \u2018rifondazione\u2019 del giornale nel 1983. La pagina regionale torna regolarmente dal luglio del 1973 con la nomina a direttore (dal numero 35 del 1973) di mons. Giovanni Benedetti<\/strong>, oggi vescovo emerito di Foligno. Non solo nell\u2019informazione regionale ma anche su temi generali si notano firme di collaboratori umbri tra cui Dario Antiseri, Giuseppe Betori, Rodrigo Martellini<\/strong> e tanti altri. Benedetti dovr\u00e0 lasciare la direzione quando viene eletto vescovo il 12 dicembre 1974.<\/p>\n

Negli anni sucessivi la direzione passa di fatto nelle mani di mons. Benso Benni fin quando, nel 1983 i vescovi umbri decidono di tornare alla formula originaria dell\u2019unico settimanale per le diocesi umbre. I vescovi chiedono a mons. Elio Bromuri<\/strong>, sacerdote della diocesi perugina, di dirigere La Voce<\/em>. Viene affiancato da una redazione regionale composta da don Antonio Santantoni<\/strong> e dai giovani Luca Diotallevi<\/strong> di Terni, Marco Tarquinio<\/strong> di Assisi, e Maurizio Maio<\/strong> di Citt\u00e0 di Castello ai quali si aggiunge Daris Giancarlini<\/strong>. Per i primi anni firma il giornale come direttore responsabile mons. Remo Bistoni<\/strong>.<\/p>\n

Molte sono le firme nuove che arricchiscono il giornale e grandi i cambiamenti tecnologici che hanno portato La Voce<\/em> ad essere, nel 1994, tra i primi giornali in Italia ad essere presenti in Internet con un proprio sito web aggiornato settimanalmente.<\/p>\n

Maria Rita Valli<\/strong>
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