Ci siamo: ci sono le liste, gli elenchi, i nomi. Nel senso dei candidati al Parlamento. I parti sono stati travagliatissimi; in qualche caso per definire le candidature non sono bastate le capriole o i contorcimenti: sono serviti veri e propri salti mortali.Vedasi i Ds. Hanno fatto un sondaggio interno alla base all’insegna della parola “rinnovamento”. Poi, nel comporre la “squadra” dei papabili, del pronunciamento della base e del rinnovamento si è tenuto conto sì, ma con deroghe. E che deroghe. I parlamentari uscenti non sono stati ricandidati. Alcuni. Perché qualche riconferma l’ha voluta il vertice romano della Quercia. E’ l’eccezione che deve confermare la regola. Ma la regola in questo “gioco” qual è? Risultato: mugugni degli esclusi (i più, chiaramente, perché erano in 30 a concorrere per 5 posti), musi lunghi, malcelati desideri di rivalsa. Questa è la politica, adesso. Adesso che è tutto “post”, e che se qualcuno si azzarda a tirare in ballo parole come “valori”, “ideali”, “interesse comune” lo guardano come il marziano a Roma di Flaiano. Questo a prescindere, purtroppo, dagli schieramenti. Perché anche nel centro destra umbro non è che le cose siano andate, per le candidature, diversamente dalla fazione opposta. E la gente? Il 13 maggio vota, la gente.
VOTO: CI SONO I CANDIDATI. CON DEROGA
AUTORE:
Gad