Simona & Simona: sembra una ditta di cosmetici. Invece è una sigla. Qualcuno di noi l’ha inventata, vibrante di affetto e di ammirazione, nella desolazione sgomenta per il rapimento di Simona Pari e Simona Torretta, volontarie a Baghdad per l’ong “Un ponte per”. Mentre scrivo la loro vicenda è ancora in alto mare. Tutti ci auguriamo che, ma il cuore trema. E, nell’attesa della buona notizia (ma il cuore trema), due domande si fanno largo. Prima domanda: possibile che questa gente venga alla ribalta solo in occasioni del genere? Qualche mese fa un’altra Torretta ha tenuto banco sul piccolo schermo. Non si chiamava Simona, ma (mi pare) Susanna, o qualcosa del genere. Faceva parte del gruppo di zuzzurelloni che, per far divertire noi popolino della Suburra televisiva, masticanti (come quelli della Suburra d’antan) (panem et cricenses), s’erano sottoposti all’inutile strazio dell’Isola dei Famosi, guidati dalla roca protervia innocua di Pappalardo; la ragazzuola Torretta faceva intravedere un poco il seno sinistro, poi un poco il seno destro, infine sia l’uno che l’altro. Generosa a suo modo. Quanto basta perché milioni di persone rimanessero con il televisore acceso. Per Simona & Simona è stato necessario che. Seconda domanda: Simona & Simona, “Volontarie”. Ma… non percepiscono uno stipendio? Certo, decoroso e nulla più. Ma -ahimé- la gente è rimasta ferma al volontariato dell’assoluta gratuità. Ragioniamo un po’: chi si dedica seriamente, con professionalità e a tempo pieno, agli emarginati, siano essi i bambini di Baghdad o i disperati di Lampedusa o i disabili della Comunità di Capodarco dell’Umbria, e al tempo stesso conserva la buona abitudine di mangiare, vestirsi, viaggiare e magari giocare a tennis, come fa a praticare la gratuità assoluta? In realtà oggi, accanto al volontario del tempo libero, sono nati altri tipi di volontariato. Il volontario del tempo libero (parola della FIVol) è un cittadino che (dopo aver assolto i doveri del proprio stato) dedica gratuitamente una significativa parte del proprio tempo, con continuità e competenza, ad iniziative di rilevanza sociale, umana, culturale. Quello di Simona & Simona è il volontariato di cittadinanza. Wwf, di Amnesty International, di “Beati i costruttori di pace”: gli addetti ai lavori sono gente che, nell’impegnare la propria professionalità, equamente retribuita, dimostra di aver spostato in avanti l’asse complessivo dei diritti e dei doveri: i diritti, di cui si sente titolare, e i doveri, ai quali si sente obbligato, non sono quelli che la coscienza media del suo tempo recepisce come tali: gli uni e gli altri si dispongono su un linea nettamente più avanzata, nella coscienza e nella prassi. “Volontariato della cittadinanza”. Però, anche per questo, perché si potesse parlare di un’idea di volontariato un po’ meno rozza di quella in circolazione, ci voleva il rapimento di due donne?