La struttura di governance del Cesvol (Centro servizi volontariato) Umbria ha ultimato la trasformazione da provinciale a regionale lo scorso 29 novembre, e non ha perso tempo nell’iniziare il nuovo anno con due iniziative di formazione e la programmazione 2020.
“Il Consiglio direttivo, dopo l’assemblea regionale del 29 novembre, si è già riunito due volte e continuerà a riunirsi all’incirca una volta al mese per programmare iniziative e strutturare il cambiamento” spiega il presidente del Cesvol Umbria Giancarlo Billi, sottolineando come la trasformazione sia frutto di una riforma del terzo settore che ha interessato, appunto, anche il Centro servizi.
I temi su cui lavorare
“La nuova struttura – aggiunge – prevede che in Consiglio vi sia un rappresentante delle associazioni aderenti per ognuna delle 12 Zone sociali dell’Umbria. In questo modo la programmazione annuale è anche frutto del contributo dei territori e viene fatta tenendo conto dei problemi rilevati da questi. Abbiamo già avuto modo di vedere come i temi più importanti sui quali c’è urgenza di lavorare quest’anno siano l’ambiente, l’assistenza per le persone non autosufficienti, la salute e il coinvolgimento della cittadinanza in una innovazione del sociale”.
Sconfiggere la solitudine delle persone
Il nuovo Cesvol intende dunque spingere, su sollecitazione delle associazioni aderenti, affinché le istituzioni si interessino di più alla tematica della non autosufficienza, che significa – dice Billi – “sconfiggere la solitudine delle persone”.
“Nell’ultimo Piano sociale regionale (2017- 2019) è già prevista la figura dell’operatore sociale di quartiere, e riteniamo sia una strada da percorrere, anche solo in via sperimentale. L’operatore sociale di quartiere non sarebbe una figura istituzionale, ma un assistente sociale dei distretti sociosanitari, che si occupa di creare progettipersonalizzati, cuciti a misura sulla persona non autosufficiente.
A nostro parere, il progetto personalizzato non deve significare solo fornire servizi pubblici alle persone non autosufficienti, ma deve anche tenere conto della rete familiare e amicale della persona e della presenza delle associazioni di volontariato sul territorio che, attraverso le proprie specificità, possono dare una mano anche nella formazione.
La proposta – conclude Billi – è quindi quella di mettere in piedi un Tavolo di coordinamento che verifichi le potenzialità che hanno le associazioni del territorio, alla luce delle esigenze individuate dall’operatore sociale di quartiere”.
Le altre iniziative per il 2020
In questo mese di gennaio sono già state organizzate dal Cesvol Umbria due iniziative, una di formazione sulla progettazione europea e un’altra sulla riforma del terzo settore in Umbria, che ha visto la partecipazione di oltre 100 associazioni umbre.
“Come Cesvol – dice ancora Billi – rispondiamo ai bisogni espressi dalle associazioni a noi aderenti. Abbiamo ad esempio raccolto l’esigenza di formazione sulla riforma del terzo settore, visto che molte associazioni, soprattutto quelle più piccole, erano spaventate dal cambiamento che comporterà, pare entro il 30 giugno, dell’iscrizione dai Registri regionali al Registro nazionale del terzo settore, e di conseguenza una modifica dei loro Statuti”.
Tra gli altri progetti con il Cesvol capofila c’è quello per contrastare la povertà educativa dei minori, finanziato dall’impresa sociale “Con i bambini”, che coinvolgerà nei prossimi mesi decine di associazioni con attività nelle scuole, culturali e sportive.
Valentina Russo