Vita lunga ma poche nascite. La salute degli umbri nel rapporto “Osservasalute”

L’Umbria è la regione italiana con la maggiore aspettativa di vita alla nascita: 81,1 anni per gli uomini e 85,6 per le donne, contro un valore nazionale rispettivamente di 79,7 per gli uomini e 84,4 per le donne. Il dato regionale è però in calo a causa dell’impatto del Covid-19, che in Umbria ha fatto perdere un anno netto agli uomini e circa 6 mesi alle donne.

Proprio il coronavirus è la seconda causa di morte in Italia nel 2020, e ha avuto un peso enorme sulla speranza di vita della popolazione italiana: in media -1,4 anni, con punte di -2,6 in Lombardia tra gli uomini e -2,3 in Valle d’Aosta tra le donne. La pandemia ha bruciato dieci anni di guadagni in aspettativa di vita: a livello nazionale la variazione tra il 2019-2020 di questo indicatore è stato pari a -1,4 anni per gli uomini e -1,0 anni per le donne.

Il rapporto Osservasalute

È questo il dato principale che emerge dal rapporto Osservasalute 2020, stilato con cadenza annuale dall’Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane. L’ultimo numero del settimanale umbro La Voce – in distribuzione in questi giorni nelle edizioni cartacea e digitale – dedica un approfondimento (leggilo qui nell’edizione digitale) al rapporto, soprattutto in chiave regionale: dall’analisi demografica, alla spesa sanitaria, passando per i disturbi del comportamento alimentare. È la fotografia di una regione che invecchia sempre di più: basti pensare che negli ultimi 10 anni, il tasso di fecondità in Umbria è calato del 14,3%.

Sono vari i parametri che l’approfondimento de La Voce, a firma di Francesco Mariucci, mette in evidenza in chiave umbra, estratti dal rapporto nazionale. In pobesiarticolare, i dati principali relativi allo stile di vita degli umbri: forma fisica, sedentarietà, uso di tabacco, propensione alla pratica sportiva e altro.

Dati economici

Anche i dati economici legati alla sanità regionale, come il valore dell’indicatore relativo alla spesa sanitaria pubblica pro capite che, nel 2019, è pari a 1.968 euro (con un valore medio nazionale di 1.904 euro). A partire dal 2012, la spesa pro capite in Umbria è stata sempre superiore a quella italiana. Estendendo invece l’arco temporale agli ultimi 10 anni, la spesa sanitaria per ogni cittadino è aumentata del 7,1%, contro un aumento medio italiano del 2,4 per cento.

“Nel nostro Paese, il Servizio sanitario nazionale ha mostrato i suoi limiti, vittima della violenza della pandemia, ma anche delle scelte del passato che hanno sacrificato la sanità in nome dei risparmi di spesa”, afferma il professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni Italiane, e tra gli esperti che hanno collaborato al rapporto. “Ci vogliono più risorse e innovazione, perché la fragilità del sistema è apparsa in tutta la sua drammaticità durante questa pandemia. Si deve tornare a investire nella ricerca, perché l’innovazione tecnologica porta esternalità positive in tutti i settori dell’economia”.

La crisi della natalità

Il rapporto mette in evidenza un dato critico della nostra regione, che non costituisce cero una novità. Scrive, infatti La Voce.

“Dove invece la nostra regione è pericolosamente sotto la media nazionale, e ormai pure da parecchio tempo, è nel settore della natalità. Quella umbra è una popolazione sempre più anziana, e le donne fanno sempre meno figli: italiane e straniere insieme arrivano a 1,20 figli per donna, e il numero è in calo costante da più di dieci anni.

Va poco meglio in Italia, dove questo numero sale a 1,27, ma è comunque ben lontano dai 2,1 figli per donna che garantirebbero un costante ricambio generazionale. Come detto, nell’arco temporale 2007-2019, si osserva che la ripresa dei livelli di fecondità, in atto a livello nazionale fino al 2010, ha registrato un andamento più altalenante. Considerando l’intero periodo in Umbria il tasso di fecondità è diminuito del -14,3% (contro un valore nazionale -9,3%)”.

Stili di vita … da migliorare

La Voce evidenzia dati sugli stili di vita degli umbri: la quota di fumatori tra la popolazione di età superiore ai 14 anni è pari al 21,7% (valore nazionale 18,4%);  i maggiorenni obesi sono l’11,6%, contro il 10,9% di media italiana e gli umbri sovrappeso sono il 34,2% (35,4% valore nazionale).

“Sul lungo periodo però – scrive La Voce – la situazione sembra più confortante: negli ultimi 12 anni infatti, si è registrato un decremento di persone che conducono una vita sedentaria pari al 20,9%, dato più che doppio rispetto a quello nazionale (-9,9%)”.

L’Osservatorio

L’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane nasce su iniziativa dell’Istituto di sanità pubblica – Sezione di igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e svolge la sua attività in collaborazione con gli istituti di igiene delle altre università Italiane e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali.

Questa attività collaborativa è multidisciplinare e coinvolge circa duecentotrenta esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti che, a diverso titolo e con diverse competenze, hanno posto al centro del proprio orizzonte scientifico la salute degli individui e delle collettività per promuoverne il continuo miglioramento.