di Angelo M. Fanucci
Non avrei mai osato sperarlo, ma è successo: ho visto mons. Piastrelli. No, non ho avuto visioni, sono allergico a quel prodotto commerciale. L’ho visto e l’ho sentito parlare sul canale 54 di Rai 1, dedicato alla storia. Un canale che vale tutti gli altri messi insieme.
Segnatevelo: Rai 1, canale 54. Tornano spesso grazie a questo canale gli splendidi servizi di Brando Giordani, di Hombert Bianchi, Indro Montanelli, Giorgio Bocca, Andrea Barbato.
È stata un’emozione che non esito a dire sconvolgente. Era il pomeriggio di lunedì 30 aprile. Sullo schermo è apparsa all’improvviso l’immagine paciosa di mons. Piastrelli, in poltrona, che diceva cose d’ordinaria amministrazione, ma io ho preso a fuoco per il puro e semplice fatto di sentirlo parlare.
Perché in me è ancora vivissimo quello che ho letto nel volumetto Gli umbri e la crisi modernista, che condensa i contenuti del convegno che si tenne su quel tema nel novembre 2011 a Perugia, presso l’istituto “Conestabile della Staffa e Luigi Piastrelli”, per iniziativa del dipartimento di Filosofia, linguistica e letterature dell’Università degli studi di Perugia. Gli intellettuali impegnati in quel convegno, sotto la guida del prof. Di Pilla, dichiararono di averlo voluto per far trionfare la giustizia dove fu calpestata. Il “la” l’ha dato Gianfranco Maddoli.
Già, anche in Umbria la crisi modernista ha rappresentato il punto più alto del lungo travaglio che ha portato alla nascita della Chiesa del Concilio.
Ho qui davanti una foto di mons. Umberto Benigni, il fondatore del Sodalitium Pianum: un prete tozzo, un fisico da sollevamento pesi, nodoso, chiaramente pronto a picchiare. E a Perugia ha picchiato duro. Piastrelli, Fracassini, Brizio Casciola e soprattutto il grandissimo don Francesco Mari, che era di Nocera, una di quelle piccole diocesi che allora venivano considerate un po’ come lo sgabuzzino dell’archidiocesi di Perugia: è stato merito di don Dante Cesarini averne recuperata la grandezza di prete e di appassionato studioso della Bibbia.
Che bello! Chiedo a Gianfranco Maddoli, amico sincero e maestro prezioso, di impegnare il suo Istituto in altre imprese del genere di quella che ci ha fatto conoscere questi autentici Padri della nostra Chiesa umbra moderna.