di Maria Rita Valli
“Fa male constatare come in questa terra, che sta sotto la protezione della Madre di Dio, tante donne sono così svalutate, disprezzate ed esposte a violenze senza fine. Non si può ‘normalizzare’ la violenza verso le donne, prenderla come una cosa naturale, sostenendo una cultura maschilista che non accetta il ruolo di protagonista della donna nelle nostre comunità. Non ci è lecito guardare dall’altra parte, e lasciare che tante donne, specialmente adolescenti, siano ‘calpestate’ nella loro dignità”.
Parole chiare di condanna della violenza sulle donne, che aveva pronunciato Papa Francesco il 19 gennaio scorso parlando a Puerto Maldonado, una delle tappe del viaggio in Cile e Perù. Non sono una novità, perché questo Papa non perde occasione per parare della donna e del suo valore, invitando anzitutto la Chiesa, tutti i fedeli, a fare passi in avanti in questa direzione – che, per Papa Francesco, non è un cedere alla “moda” femminista, ma è semplicemente fare un passo in avanti nel vivere il Vangelo.
I dati della violenza
Quelle parole di Papa Francesco sono vere anche per il nostro Continente, per il nostro Paese. Secondo i dati del Viminale, tra il 2017 e il 2018 oltre 130 donne sono state uccise da un familiare.
I dati Istat contenuti nel rapporto “La dimensione del fenomeno della violenza di genere” e relativi al 2016, mostrano come, su 109 omicidi in cui sono vittime le donne, quasi tre su quattro sono commessi in ambito familiare.
Cinquantanove donne sono state uccise dal partner; 17 donne da un ex partner; 33 da un parente. Un altro indice di una cultura in cui l’offesa alla donna è molto diffusa, è il fatto che 2 milioni 800 mila donne fra i 16 e i 70 anni dichiarano di aver subito violenza da partner attuali o ex.
Partner o ex partner sono gli autori di quasi il 63 per cento degli stupri (62,7%) e, più in generale, di oltre il 90 per cento (90,6%) di rapporti sessuali indesiderati, vissuti dalla donna come violenza.
Il video
Dati tragici, che ormai circolano sempre più spesso, eppure persiste una mentalità che – in modo più o meno implicito tende a considerare la donna ‘almeno parzialmente’ colpevole. Anche la satira prova a smascherare questo atteggiamento, mostrando quanto sarebbe assurdo se lo si applicasse agli uomini (e allora, perché alle donne sì?).
Su web c’è un video sul tema “Pensateci due volte, la prossima volta che giustificate uno stupro” . La clip mostra un uomo che denuncia una rapina, ma ogni dettaglio che espone viene ritorto contro di lui, perché alla fine “se l’è andata a cercare”…. E quante volte, anche nelle nostre assemblee, tra battute e sorrisi ironici si preferisce girare la testa da un’altra parte?
Domenica si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne. Se ne è parlato all’Ue in una riflessione più ampia sulla parità di genere