Via Crucis. L’emozione degli scout di Foligno scelti da Papa Francesco

“Questo lavoro sulla Via Crucis mi servirebbe entro domenica, è per il mio capo”. Una frase come tante, che più o meno tutti abbiamo detto o ci siamo sentiti rivolgere. Ecco, quando il “capo” in questione è Papa Francesco, la prospettiva cambia un po’.

Ed è proprio quello che è successo agli scout del gruppo Agesci Foligno I, le cui riflessioni sono state scelte da Bergoglio per la Via Crucis di quest’anno.

Una notizia che inorgoglisce e rende merito ad un movimento, quello dello scoutismo cattolico, che viene da più di un anno di attività a corrente alternata. A maggior ragione in Umbria, dove per via delle zone rosse prima, e delle ordinanze regionali poi, è praticamente impossibile organizzare riunioni in presenza, uscite e campi.

(Scarica il libretto con i testi della Via Crucis)

Come è andata che il Papa ci ha scelti

Ma torniamo alla frase iniziale: “È nato tutto una ventina di giorni fa, quando un sacerdote, nostro ex assistente, ci ha chiesto se potevamo scrivere una Via Crucis utilizzando le nostre esperienze con bambini e ragazzi” raccontano senza nascondere l’emozione Alessandro e Benedetta, due dei capi del gruppo folignate (una realtà che quest’anno conta 21 educatori e 145 ragazzi dagli 8 ai 19 anni).

“Ci siamo messi all’opera e abbiamo scritto le prime tre stazioni facendo il sunto delle tante esperienze e del tanto materiale che abbiamo utilizzato in questi periodi nelle nostre attività, con tante riflessioni scritte dai ragazzi nel corso del tempo. Il lavoro è piaciuto e ci è stato chiesto di completare il percorso. Ma noi ancora ignoravamo il destinatario”.

Qualcosa in più si comincia a capire quando arriva la risposta del sacerdote: “A me piacciono, vedremo se andranno bene anche più in alto”.

E alla fine sono andate bene eccome, anche se tutti sono stati tenuti all’oscuro della vicenda fino alla diramazione del bollettino da parte della sala stampa della Santa Sede: “È stata una scoperta incredibile. Una cosa inaspettata. Abbiamo spesso scritto catechesi per le nostre attività, ma capire a cosa fosse destinata questa è stata una vera sorpresa”.

Meditazioni “semplici”, pensate per tutti

C’è una parola che torna spesso nella nostra conversazione: semplice. Nel senso migliore del termine, come tanto caro proprio al Papa. “Sono riflessioni semplici e concrete. L’obiettivo è principalmente quello di essere comprensibili a tutti, dai bambini agli adulti. Poi ognuno farà le sue riflessioni.

Per noi è soprattutto una occasione di servizio alla quale abbiamo risposto di sì. È stato tutto molto naturale: le meditazioni sono uscite dalle tante esperienze che i nostri ragazzi hanno vissuto e che ci hanno raccontato nel tempo”.

Con lo sguardo dei bambini

Proviamo a scendere un po’ più nel dettaglio: “Crediamo che sia una scelta in linea con quella dell’anno scorso, quando per la Via Crucis furono scelti i carcerati. Il Papa cerca chi vive la vita in maniera meno complessa, senza sofisticazioni. Allo stesso modo i bambini: inutile andare a cercare tante dissertazioni teologiche, quando abbiamo la facilità delle piccole cose”.

Insomma, anche le difficoltà che vive un bambino si possono paragonare alla Via Crucis: “Il perdono, la caduta, la diffidenza. Sono tutte realtà che i bambini sperimentano quotidianamente. Poi ovviamente se un adulto ascolta una certa storia, è probabile che questa storia gli consenta di guardarsi dentro”.

Tra i temi? L’integrazione

Ma quali temi portano gli scout a Papa Francesco? “Una delle meditazioni a cui teniamo particolarmente è quella sull’integrazione, un aspetto che i nostri ragazzi vivono continuamente.

Il filo rosso del percorso è quello della fratellanza e della speranza, in contrapposizione a questo periodo di grande difficoltà per tutti noi”. Ma alla fine un po’ di orgoglio per il lavoro fatto c’è o no? “È stato molto bello anche per noi metterci a fare un’attività del genere. Ci ha ridato delle sensazioni positive che non provavamo da mesi ormai”.

Un patrimonio da non disperdere, anzi, da valorizzare. Ecco perché certe attività non solo non andrebbero incatenate, ma piuttosto andrebbero sostenute proprio nei momenti di maggiore difficoltà. Papa Francesco ci insegna anche questo.

Ascolta lo speciale XL News andato in onda su Umbria Radio.

1 COMMENT

  1. La Croce c’e’ ma e’ del Risorto…. Cosi pure per noi… La croce nella vita c’e’ ma Gesu ci assicura che si risorge. La fede la vita con fede in Gesu’ e con carita’ costa e c’ e’croce ma ne viene la salvezza. Dal Crocifisso Risorto nasce la speranza..Coraggio..la morte e il dolore non sono ultimi. Ave Maria e avanti ascolta radioMaria
    http://www.radiomaria.it

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