«La vitalità della Chiesa si basa su quel principio che possiamo riprendere dal Vangelo di questa domenica, quando Gesù dice a Pietro: “Mi ami più di costoro?”. Il potere nella Chiesa e di noi vescovi è un servizio e soprattutto è la custodia del gregge di Dio che Lui stesso ci affida». Con queste parole il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha introdotto la solenne celebrazione eucaristica di saluto all’arcivescovo eletto di Lucca mons. Paolo Giulietti, che farà ingresso nella diocesi toscana domenica prossima 12 maggio, e di accoglienza-benvenuto al nuovo vescovo ausiliare e vicario generale mons. Marco Salvi.
Tutti i vescovi presenti
Una celebrazione, tenutasi nel tardo pomeriggio di domenica 5 maggio nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, avvolta da un’atmosfera di festa e di gioia, ma anche da tanta commozione, che ha visto concelebranti l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, i vescovi umbri Domenico Cancian di Città di Castello, Gualtiero Sigismondi di Foligno, Benedetto Tuzia di Orvieto-Todi, Mario Ceccobelli, emerito di Gubbio, l’abate benedettino emerito dom Giustino Farnedi e l’arcivescovo toscano Riccardo Fontana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Diocesi dove mons. Salvi è nato 65 anni fa ed è stato parroco di Anghiari fino alla sua ordinazione episcopale avvenuta lo scorso 31 marzo.
I saluti di due diocesi
In cattedrale era rappresentata l’intera Archidiocesi non solo per i sacerdoti giunti un po’ da tutte le parrocchie, ma anche per la presenza di una rappresentanza dei cori delle sette Zone pastorali che hanno animato la liturgia dando il loro caloroso benvenuto a mons.
Salvi, simbolicamente accompagnato nella Chiesa di Perugia-Città della Pieve da alcune centinaia di suoi amici e parrocchiani arrivati da Anghiari, Sansepolcro e dintorni. Questi gli hanno dedicato un numero speciale del loro periodico, L’Oratorio d’Anghiari, distribuendo in San Lorenzo 800 copie. E’ un “biglietto da visita” del neo vescovo Salvi di un certo spessore, non per le sue 40 pagine, ma perché raccoglie testimonianze di sacerdoti e laici che tracciano la personalità non comune di un uomo e di un pastore che ha sempre “preso il largo”, come recita il suo motto episcopale – “Duc in Altum” -, insegnando a giovani e adulti a non fermarsi dinanzi alle sconfitte della vita.
Attraverso queste testimonianze i perugino-pievesi e non solo, potranno conoscere più approfonditamente questo pastore chiamato da papa Francesco ad affiancare, nel ministero episcopale, il cardinale Bassetti.
Le parole di Bassetti
Il presidente della Cei, rivolgendosi nell’omelia a mons. Giulietti e a mons. Salvi, ha detto: «È, per me, un giorno di grande emozione e, direi, di commozione. A Don Paolo sono legato da vincoli di profondo affetto, maturati in questi anni di guida della Chiesa perusino-pievese, e da sentimenti di riconoscenza per il tanto lavoro svolto, in momenti anche non facili. A Don Marco mi legano altresì vincoli di affetto e collaborazione per gli anni trascorsi ad Arezzo. Entrambi abbraccio e saluto con cuore di padre».
«Carissimo Vescovo Paolo – ha continuato il cardinale -, è a te che mi rivolgo per primo. Già ho avuto modo di esprimerti il mio ringraziamento e, con me, lo hanno fatto tante comunità parrocchiali ed ecclesiali che hai visitato in queste ultime settimane. Stasera, è l’intera Arcidiocesi che ti ringrazia, ti saluta, ti abbraccia. Sei stato scelto ora per guidare la Santa Chiesa di Dio che è in Lucca. Sappiamo che hai le qualità e le capacità per farlo. Ti accompagniamo con affetto e saremo con te, domenica prossima, quando prenderai possesso della tua cattedra».
Rivolgendosi al suo nuovo vescovo ausiliare, il cardinale Bassetti ha detto: «Carissimo Vescovo Marco, è giunto il giorno del tuo arrivo a Perugia. Sarai assieme a me pastore dell’amata porzione del gregge di Cristo che è la Chiesa di Perugia-Città della Pieve. Per tanti anni sei stato mio prezioso collaboratore quando ho guidato l’indimenticabile comunità di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
Posso assicurarti che in questo periodo di attesa i nostri sacerdoti e i fedeli hanno pregato per te. Ringrazio il Signore e il Santo Padre per il dono della tua persona. Sono molto grato al fratello vVescovo Riccardo, che si è privato di un membro qualificato e stimato del suo presbiterio. Grazie don Marco, carissimo figlio, per aver accettato la dignità e la missione di vescovo ed aver di nuovo pronunciato il tuo “eccomi”, come nel giorno della tua ordinazione al presbiterato.
Troverai un clero desideroso di fare comunione con i suoi pastori, che anche mediante il tuo aiuto continuerà a spendersi per Cristo e per il bene della gente. Troverai laici consacrati, famiglie che si consumano nella carità per il Regno di Dio, e insieme incontrerai tanti anziani, malati e sofferenti, poveri di ogni appartenenza che sanno offrire con fede le loro croci. Troverai tante persone disposte a prestarti collaborazione affinché Gesù sia conosciuto e amato e la società possa essere animata dalla forza del Vangelo».
I ringraziamenti di mons. Paolo
«Esprimo la mia gratitudine alla famiglia perugina che lascio con dispiacere – ha detto mons. Giulietti nell’intervenire a fine celebrazione –, ma che in realtà non lascerò mai perché, avendo avuto in dono tanti oggetti che mi ricordano la mia città, ci sarà sempre un angolo perugino nella casa di Lucca.
Esprimo la mia gratitudine a questa famiglia diocesana a cui chiedo anche perdono per le inevitabili mancanze e colpe commesse in questi anni, nonostante la buona volontà di servirla. Ho già detto ai giovani e lo ripeto anche a voi, Lucca è una bella città e val bene una gita e spero che, nonostante la lontananza, ci saranno occasioni per potersi rivedere e comunque e in ogni caso a camminare insieme nel Signore».
Il saluto di mons. Marco
Mons. Salvi, nel rivolgersi ufficialmente per la prima volta alla sua nuova comunità diocesana, si è quasi confidato con voce commossa. «In questi giorni – ha detto – mi hanno accompagnato le parole di Gesù: “Il Buon pastore offre la vita per le pecorelle”. Queste parole si sono realizzare pienamente quando Cristo liberamente si è offerto nella croce.
E’ Lui il Buon pastore, il Pastore buono perché ama e conosce le sue pecore. In questo momento mi sento di imitare e incarnare il Buon pastore, conoscere i singoli, le comunità, le persone. Nella nostra società caratterizzata dalla fretta e senza memoria, dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato. Chiedo aiuto per tutto questo a tutti voi, aiutatemi a vivere per primo lo stile dell’ascolto. Non ho in mente progetti e piani pastorali, voglio ascoltare, entrare in confidenza con le persone in una relazione di amicizia.
Essere pronto ad ospitare, ma anche essere ospitato da questa bella e ricca comunità di Perugia-Città della Pieve. In questo momento vivo con fiducia, ma anche con timore e con tremore, ma nella mia storia personale ho scoperto che dire si al Signore è sempre la scelta giusta, anche quando la proposta era esigente. Con questi sentimenti do il cuore pieno di gratitudine verso il cardinale Gualtiero per avermi accolto e già da questi primi momenti mi sta accompagnando come un padre.
E ringrazio l’arcivescovo Riccardo Fontana e la Diocesi da cui provengo. Grazie alle mie comunità: Sansepolcro, Tavernelle, Anghiari, che mi hanno formato e realizzato nella fede e chiedo a loro di continuare a pregare per me. Grazie alla mia famiglia, ai tanti amici di CL e non, sparsi ovunque e con cui ho camminato insieme in tanti anni della mia vita. Alla Madonna delle Grazie, venerata in questa cattedrale, affido la mia persona e le chiedo come Madre buona di accompagnarmi sempre».