“Eliseo si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio”.
Prima lettura
Con queste parole conclude la I lettura tratta dal I libro dei Re. Il contesto è quello della fine della missione del profeta Elia e l’inizio di quella del suo successore Eliseo. La chiamata di Eliseo avviene nel mentre lui si trova ad assolvere il lavoro quotidiano. L’iniziativa è del Signore che invia Elia il quale effettua su Eliseo il rito del “gettare addosso il mantello” significando così la consegna degli stessi diritti e doveri di cui godeva Elia.
Eliseo dal canto suo risponde con il congedo che ottiene dai suoi genitori e con un gesto radicale che è quello di distruggere lo strumento con cui lavorava (aratro e dodici paia di buoi!) per realizzarci il fuoco e la carne ed indire così un banchetto per il popolo. Libero quindi dai legami familiari, sociali e lavorativi, si avvia al seguito di Elia.
Salmo
Il Salmo responsoriale (16/15) si pone in linea con la I lettura. L’autore ha infatti scelto il Signore come centro della sua vita (“il mio Signore sei tu”), a Lui si affida (“nelle tue mani è la mia vita”), è il suo pensiero ‘fisso’ (“io pongo sempre davanti a me il Signore”) e secondo Lui vuole vivere (“mi indicherai il sentiero della vita”).
LA PAROLA della Domenica
PRIMA LETTURA
Dal 1 libro dei Re 19,16 b.19-21SALMO RESPONSORIALE
Salmo 15SECONDA LETTURA
Lettera di san Paolo ai Galati 5,1.13-18VANGELO
Vangelo di Luca 9,51-62
Seconda lettura
La II lettura ci presenta l’apostolo Paolo intento a contrastare l’opinione di alcuni che vorrebbero reinserire la pratica della circoncisione vanificando così l’opera di Cristo. Il credente in Cristo è ormai libero dalla Legge, ma perché non fraintendessero ritenendo questa libertà come ‘fare qualsiasi cosa’ (come alcuni vantavano di dire pensando di trarre quest’opinione dal Vangelo), Paolo indica subito un parametro: l’amore come servizio scambievole (Lv 19,18).
Il termine usato in greco (agape) non intende l’amore come solo sentimento, quanto l’amore che si concretizza nel generoso e disinteressato coinvolgimento nei rapporti con gli altri. Nell’attuare ciò si afferma la libertà di colui che, superato il ‘combattimento’, dominati i “desideri della carne” e del proprio tornaconto, ottiene di assecondare i “desideri dello Spirito” che permettono di stringere relazioni da ‘liberi’ e non da schiavi.
Vangelo
La libertà è anche un atteggiamento indispensabile per la sequela di Cristo. San Luca ci presenta Gesù nel mentre inizia il cammino verso Gerusalemme “fermamente” (lett. indurì il suo volto), espressione che si rifà ad un uso veterotestamentario per dire ‘fissare il voltoverso’ con la certezza cioè di realizzare uno scopo ben preciso (Ez 6,2; 14,8). Il viaggio include il passaggio attraverso il territorio dei Samaritani.
Dire ‘samaritani’ significava ostilità in quanto i rapporti tra giudei e samaritani si erano inaspriti in occasione dell’ostacolo che i samaritani avevano posto alla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme dopo l’esilio babilonese (Es 4). Dal canto loro i giudei sembra non avessero contrastato l’opera di Giovanni Ircano (123 a. C.) di distruggere il tempio di Garizim. A causa di queste reciproche ostilità, e poiché Gesù e gli apostoli erano in cammino verso Gerusalemme, i samaritani non vollero ricevere Gesù.
Gesù non si lascia condizionare da questo rifiuto e continua la sua missione. È nel contesto di questo suo proseguire verso Gerusalemme che avvengono tre incontri. Il primo incontro è con un anonimo personaggio che esprime la volontà di seguire Gesù ‘ovunque’.
Gesù risponde con l’immagine delle tane delle volpi e del nido degli uccelli. Seppur l’immagine indica già precarietà, questo non è ancora sufficiente perché il discepolo vive sulla base del Maestro che ha spogliato totalmente se stesso.
Il secondo incontro è relativo ad un altro anonimo personaggio che avanza a Gesù una motivazione più che sacra: seguirlo subito dopo aver sepolto il padre. Si trattava di uno dei precetti più importanti e che rientravano nel Comandamento dell’onore per i genitori (Es 20,12;Tb 4,4), eppure di fatto la sequela di Cristo ha la priorità pure sul dovere verso i familiari.
Il terzo che si fa avanti vuole seguire Gesù, ma prima deve salutare i familiari. Gesù sembra non rispondere direttamente a quest’ultimo, ma fa un’allusione al fatto che arare guardando indietro non permette al solco di venir bene e quindi non ha senso lavorare così. A Eliseo (1 Re 19,20) è stato permesso di andare a salutare i familiari, invece Gesù non concede questo ‘permesso’.
Gesù chiede ‘tutto’ e ‘subito’: nel cammino esigente che sta facendo verso Gerusalemme, e che è richiesto ad ogni discepolo, non c’è tolleranza alcuna per i sentimentalismi e le titubanze. La missione richiede prontezza, radicalità e libertà.
Chi sceglie di seguire Cristo accetta di coinvolgersi in un programma irreversibile che non ha spazio per la nostalgia e il ritorno al passato. Di nessuno dei tre incontri conosciamo l’esito, se sono cioè entrati a far parte della sequela di Gesù, ma certamente sono un incitamento per noi ad abbandonare lentezze e perplessità per lasciarci coinvolgere ‘liberamente’ e pienamente in un cammino cristiano comunitario, secondo i rispettivi ruoli, con la prontezza che Gesù esige!
Giuseppina Bruscolotti